Programma 22 – 30 agosto 2020

Letture: Isaia 22,19-23 / dal Salmo 137 / Romani 11,33-36

Signore, il tuo amore è per sempre.

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-20)

23 agosto In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 22

18.30

+ Castelli Adriano

Vivi e defunto della famiglia Dovadola Ivano e vivi e defunti delle famiglie Dovadola – Ruffini

Domenica 23

10.30

18.30

+ Alfonso, Alma, Maria e don Orfeo

+ Emilia e Veliano Chiarini

Lunedì 24

   

Martedì 25

8.00

+ Bolognesi Gabriella e Adele

Mercoledì 26

   

Giovedì 27

18.30

+ Dovadola Ivano

Venerdì 28

   

Sabato 29

18.30

+ Emilia e Veliano Chiarini

+ Montesi Natale

Domenica 30

   

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 20.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : A

Agosto 2020

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 23

XXI del T.O.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Lunedì 24

S. Bartolomeo ap.

S. Messa ad orario feriale

Venerdì 28

S. Agostino

Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Sabato 29

Martirio di

S. Giovanni B.

S. Messa ad orario feriale

Ore 9.00 in poi (oratorio) : Inizio sistemazione spazi in preparazione alla “Festa della Ripresa”

Domenica 30

XXII del T.O.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.

La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro sopra. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

Gv 1,45-51

Mt 23,23-26

Mt 23,27-32

Mt 24,42-51

Mt 25,1-13

Mt 6,17-19

Vivere il Mistero- Alla domanda di Gesù sull’opinione che la gente si è fatta su di lui, i discepoli riflettono una difficoltà che ancor oggi viviamo: non riconoscere il Maestro per ciò che egli è veramente. Per alcuni, Gesù viene identificato con Giovanni il Battista, il grande precursore e asceta, l’uomo dall’elevato e coerente profilo morale. Ora, certamente Gesù è stato un grande asceta come pure un Maestro che ha posto la giustizia a fondamento del suo insegnamento. Ma questi due aspetti, seppur importanti, non dicono ancora tutto di lui. Egli non ha disdegnato di sedere a mensa, persino con pubblici peccatori, e per quanto riguarda la giustizia divina ha rivelato che questa ha la sua pienezza nella misericordia. Gesù non è Giovanni Battista. Elia, il grande profeta che lottò contro ogni forma di idolatria e sincretismo, ebbe uno zelo così radicale per il ripristino della purezza della fede che arrivò ad uccidere ben cinquecento sacerdoti di Baal. Gesù, che è il più grande profeta, si distingue da Elia perché non ha mai voluto annientare nessuno. Anzi, si è fatto lui annientare per amore. Gesù non è Elia. Geremia, infine, è l’icona dell’uomo giusto che soffre. Anche Gesù ha percorso la strada del dolore, ma non l’ha mai glorificato. Gesù non è venuto per insegnarci la rassegnazione al dolore e al male, ma per indicarci la via del loro riscatto e superamento. Gesù ha indicato agli uomini la strada della beatitudine e della pace. Gesù non è Geremia. Se alla prima domanda avevano risposto tutti, alla seconda, più diretta, «voi, chi dite che io sia?», risponde solo Simon Pietro, il quale afferma: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Chi è Gesù? Il Messia liberatore, colui che guida alla libertà; il Figlio del Dio vivente (theòs zòon), del Dio cioè che vive e crea, che opera nella storia guidandola a fini di salvezza, il Dio che ha risuscitato Gesù (la formula riprende senza dubbio una convinzione della Chiesa di Matteo). La professione di fede petrina è perciò completa. È significativo osservare che queste parole torneranno sulla bocca del sommo sacerdote durante la Passione. Davanti alla confessio di Pietro, Gesù afferma tre cose: in primis lo proclama beato perché oggetto di una rivelazione particolare del Padre, promessa in antecedenza ai piccoli. Poi formula una promessa: Simone sarà la pietra di fondazione all’edificio della Chiesa, come Abramo fu la roccia da cui uscì Israele. E, per continuare il confronto, se Abram divenne Abramo così ora Simone diviene Pietro. Poi Gesù conferisce a Pietro un’autorità in seno alla comunità cristiana (chiavi). Legare-sciogliere sono, infine, il simbolo giuridico che concretizza il potere delle chiavi. «Legare-sciogliere» significa interpretare il Vangelo dentro i vari contesti della storia, ammettere o escludere dalla stessa comunità cristiana, dichiarare autorevolmente ciò che è conforme o no a Cristo. Innegabile l’autorità che Gesù conferisce a Pietro. Ma bisogna fare al riguardo alcune precisazioni.

1– La scelta gratuita di Gesù. Pietro non ha meriti particolari, non è un eroe della fede, eppure Gesù lo sceglie affinché possa confermare i suoi fratelli.

2 – La fede come dono. Pietro fa la sua confessione di fede in Gesù, ma questa confessione non scaturisce dalla carne o dal sangue ma è una rivelazione di Dio. Pietro è gratificato dal dono di Dio.

3 – L’autorità di Pietro. Quando Matteo redige il suo Vangelo, Pietro è morto da circa vent’anni. Ciò significa che Matteo afferma implicitamente che il suo racconto si appella all’autorità dell’Apostolo, la sola che possa dare unità e coesione alla Chiesa di Cristo. Nota Bruno Maggioni: «L’autorità di Pietro è vicaria: Pietro è immagine di un altro, di Cristo, che è il vero Signore della Chiesa, ma proprio perché immagine di Cristo, l’autorità di Pietro è piena e indiscussa, sottratta persino alla sua personale santità».

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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