Programma dal 3 al 11 ottobre 2020

Letture: Ezechiele 18,25-28 / dal Salmo 24 / Filippesi 2,1-11

La vigna del Signore è la casa d’Israele

Dal Vangelo secondo Matteo (21,33-43)

04 ottobre In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:

«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

“La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi”?

Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 03

18.30

+ Francesco e Giuseppina

+ Ravaglia Eugenio, Isolina e Zaniboni Donatella

Domenica 04

10.30

18.30

+ Martini Emma

+ Zanelli Gianni e Serafina

+ Ugo e deff. delle famiglie Ronzani-Ciocchini

+ Ruffini Armanda

Lunedì 05

18.30

Per una famiglia e per Gabriel

+ Paola e Angelina

Martedì 06

   

Mercoledì 07

18.30

Per i vivi e i defunti delle famiglie Dovadola e Ruffini e per i vivi e defunti della Famiglia Dovadola Ivano

+ Gattucci Stefano

Giovedì 08

18.30

Deff. cg. Giacometti-Mussino-De Giovanni

+ Adamo Dante Domenicali

Venerdì 09

   

Sabato 10

   

Domenica 11

10.30

+ Serafina e deff. famiglie Baroncini-Poletti

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 20.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

 

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : A

Ottobre 2020

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 04

XXVII del T.O.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (Santuario) : S. Messa (in caso di maltempo sarà celebrata in S. Paolo)

Ore 17.00 (Santuario): S. Rosario

Mercoledì 07

B .V .Maria del Rosario

S. Messa ad orario feriale

Venerdì 09

Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Domenica 11

XXVIII del T.O.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

La festa al Santuario della B.V. della Consolazione

Domenica 4 ottobre ore 10.30 : S. Messa nel piazzale del Santuario

ore 17.00: S. Rosario nel Santuario

Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.

La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

Lc 10,25-37

Lc 10,38-42

Lc 11,1-4

Lc 11,5-13

Lc 11,15-26

Lc 11,27-28

Vivere il Mistero- Il significato della parabola di Gesù è chiaro. Noi ora ci concentreremo solo su un aspetto: l’eredità del figlio del padrone. Dicono tra loro i vignaioli: «Costui è l’erede. Su uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!» (Mt 21,38). Cosa fa scaturire la violenza dei vignaioli? La cupidigia, ovvero l’avidità di possedere. In una parola, nell’umanità (di cui i vignaioli sono immagine) c’è una brama perversa di possedere egoisticamente ciò che Dio ha invece donato gratuitamente (cf Gen 3). L’uomo tende a possedere la natura, il mondo e le persone per estendervi il suo dominio. Ci si è da sempre chiesti: come mai l’uomo vuole possedere ciò che Dio gli elargisce come dono? La risposta è semplice: per profitto, Ad esempio, per stare ad un tema attuale, l’acqua è un dono per tutti, ma se i potenti di turno se ne appropriano possono poi venderla e ricavarne un guadagno. La parola di Gesù, la sua prassi hanno sempre messo in evidenza questo processo oscuro e malvagio che vuole carpire a Dio e alla vita stessa ciò che Dio e la vita offrono ogni giorno come dono libero e gratuito. Gli uomini di potere (politico e religioso) l’hanno capito subito, per questo, nel proseguimento della nostra pericope evangelica, Matteo afferma che cercavano di impadronirsi di Gesù per poi condannarlo (cf Mt 21,46). Gesù, per chi lo accoglie, è una pietra d’angolo, ma per chi lo rifiuta è una pietra di inciampo. ln una parola: chi non poggia la propria esistenza sulla roccia di Cristo, quindi nell’amore gratuito, nella condivisione e nell’apertura verso i fratelli, dalla roccia sarà stritolato, dalla vita sarà sfracellato. Con queste forti immagini, Gesù denuncia la responsabilità di chi si oppone alla sua missione. Rifiutare Gesù significa chiudersi alla salvezza. C’è un simbolo, oltre la vigna, che attraversa il brano evangelico odierno ed è quello della pietra. La pietra ha un grande fondale biblico. La troviamo in Es 17 in un’ora tragica per Israele, che rischiava di morire di sete nel deserto. Mosè colpì la roccia e dalla roccia uscì acqua abbondante. La tradizione non esiterà, allora, a dare a Dio il titolo di Roccia (cf Gen 49,24). Paolo, molto tempo dopo, identificherà quella roccia con Cristo (cf 1 Cor 10,4). La pietra da cui è sgorgata l’acqua assume così un significato cristologico-salvifico. Quando, dopo la lunga marcia verso la libertà, il popolo sta per entrare nella Terra promessa, Giosuè prenderà dodici pietre (come erano le dodici tribù di Israele) per ricordare il passaggio del Giordano. ln quell’occasione vediamo comparire per la prima volta un gioco di parole tra pietra (eben) e figlio (ben). La pietra rappresenta così una persona viva. Il salmista parlerà, invece, di una «pietra scartata» divenuta «pietra d’angolo». Il Targum riprendendo l’accostamento sopra evocato tra eben-ben, ha così tradotto: «Il figlio rifiutato è divenuto testata angolare». I cristiani, soprattutto quelli provenienti dal giudaismo, non faticheranno a riconoscere nella pietra/figlio Gesù, il Messia. Accostandosi a lui si viene edificati in tempio santo.

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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