Letture: Proverbi 8,22-31 / Salmo 8 / Romani, 5,1-5
O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra.
Dal Vangelo secondo Giovanni (16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà»..
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 14 | 18.30 | + Folli Dante |
Domenica 15 | 10.30
18.30 |
+ Resta Luigi e Francesca
+ Guadagnini Armando + Toffanello Teresina |
Lunedì 16 | ||
Martedì 17 | ||
Mercoledì 18 | ||
Giovedì 19 | ||
Venerdì 20 | ||
Sabato 21 | 18.30 | + cg. Mussino e Giacometti e Franca e Francesco |
Domenica 22 | 10.30
18.30 |
+ Carlo Fabbri e Venerina Ghirardini
+ Armando Castelli e Giovanna Cicognani |
Orario Confessioni Venerdì ore 10.00 – 11.00 (don Pietro)
Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni [escluso venerdì] ore 17.55 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
Anno : C
Giugno 2025 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 15
Ss.ma Trinità |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo).
Ore 15.00 (Casola Canina) : Festa diocesana di A.C. (vedi avviso a parte) |
Giovedì 19 | Ore 20.30 (Santo Spirito) : S. Messa presieduta da mons. Giovanni Mosciatti a cui segue la processione del Corpus Domini fino al Santuario della Coraglia e Benedizione. |
Venerdì 20 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario. |
Domenica 22
Corpus Domini |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne a cui segue la processione Eucaristica e al termine, la Benedizione Eucaristica. |
1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.
2-Da lunedì 9 giugno è iniziata all’oratorio l’estate ragazzi che si prolunga per 5 settimane, come preannunciato. Si accettano le adesioni.
3- Continua all’oratorio la preparazione dei tortellini per la prossima Festa della Ripresa secondo il programma predefinito:
Lunedì, Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 20.30 alle ore 22.30.
La processione del Corpus Domini a San Paolo
Corso V. Veneto, p.za Ricci, via Battisti, via Bassi, via Torchi, corso V. Veneto fino alla Chiesa di S. Paolo.
Alla scuola di Gesù : | |||||||||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato | ||||||
Mt 5,38-42 | Mt 5,43-48 | Mt 6,1-6.16-18 | Mt 6,7-15 | Mt 6,19-23 | Mt 6,24-34 |
Vivere il mistero – Dopo il primo millennio sono nate alcune feste «teologiche». Tra queste, la solennità della Trinità. Nel primo millennio la Chiesa aveva, con pazienza e sapienza, privilegiato la celebrazione degli avvenimenti della storia della salvezza. Celebrare, infatti, significa per la liturgia rendere presente per l’uomo d’oggi, qui, l’avvenimento salvifico che si celebra. Nel secondo millennio la Chiesa colloca la celebrazione liturgica anche nella sfera della contemplazione (oltre che nella sfera del ringraziamento, della lode, della domanda, ecc.) e della verità teologica. Da qui l’introduzione nell’anno liturgico di feste come la Santissima Trinità o il Corpus Domini. La Chiesa ha fatto questa scelta per porre a disposizione del popolo cristiano una serie di verità di fede che lungo la storia erano state messe in dubbio o attorno alle quali si erano sviluppate delle concezioni teologiche non corrette. Qualcuno, forse confondendo (oppure volendo di proposito confondere?) il nome Trinità con la verità di fede, afferma che questa dottrina «deve risalire a circa 350 anni dopo la morte di Gesù». Si tratta di affermazioni gratuite e senza fondamento. Certamente il vocabolo «Trinità», non si trova nella Bibbia, ma la verità della Trinità, sì. Il mistero della Trinità è presente nella rivelazione del Nuovo Testamento, che esplicitamente presenta Dio come unico e, insieme, come Padre, Figlio e Spirito Santo. Il nome Trinità compare nella riflessione cristiana con Teofilo di Antiochia (fine del secolo II) e con Tertulliano (secolo III). La verità di fede e la dottrina, dunque, c’è tutta nel Nuovo Testamento e il nome è già presente nella teologia della Chiesa almeno centocinquanta anni prima di quanto certe persone, che si reputano «informate», pensino. Il mistero della Trinità ha da sempre affascinato la riflessione dei cristiani. Si racconta che sant’Agostino avesse tentato di penetrare il mistero di Dio, ma qualcuno gli ha fatto capire che una piccola buca fatta sulla sabbia della spiaggia non può contenere tutta l’acqua del mare. La liturgia sa che il mistero non si spiega. Preferisce presentare la Trinità in atto e, continuando sulle orme della Scrittura, cerca di celebrare le opere salvifiche trinitarie. (cf. Vangelo: Gv 16,12-15; seconda lettura: Rm 5,1-5). Il testo di Gv 16,12-15 è tratto dal lunghissimo discorso di Gesù nell’ultima cena. Essendo il testo isolato dal suo contesto, la redazione liturgica è stata costretta a costruire l’incipit («ln quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli»). Il testo evangelico ruota attorno al tema della «verità tutta intera». I credenti saranno guidati alla pienezza di questa verità attraverso l’opera dello Spirito Santo. Lo Spirito, a sua volta, non è l’artefice solitario di questa impresa proprio perché l’annunzio che farà è l’annunzio di quella verità che è già tutta in Cristo Gesù, e per questo motivo, è tutta la verità del Padre. Tutto ciò che è di Cristo, è anche del Padre («Tutto quello che il Padre possiede è mio»). Questa tematica del Vangelo si intreccia con l’annunzio sapienziale e tipologico del mistero già presente nell’Antico Testamento (Pr 8,22-31) e vissuto nella fede della Chiesa (Rm 5,1-9). Nel contesto liturgico la chiave del testo si trova in queste parole di Gesù: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso». Teniamo presente che il «messaggio» di Gesù è la rivelazione di Dio Padre per mezzo di ciò che Gesù dice e fa. Lo Spirito di verità manifesterà il mistero salvifico operato dall’umanità e dalla divinità di Gesù («Egli mi glorificherà»), guidando la Chiesa alla piena comprensione della persona di Gesù. Lo Spirito, perciò, mentre aiuta i credenti a «comprendere» – a livello di fede – sempre meglio il Figlio, li aiuta attraverso di essa a «comprendere» il mistero del Padre. (don Renato De Zan)
Spazi per la liturgia- Dentro il Mistero [continuazione] (di Jesus Castellano Rivera)
F. Ruiz nel suo Manuale di Teologia spirituale mette in luce il termine e la sua portata indicando I’uso che oggi si fa nell’ambito della pastorale della spiritualità. Si riferisce a Dio come primo mistagogo al soggetto interpellato per accogliere la comunicazione divina, al mediatore che può essere il ministro o anche il direttore spirituale o confessore, ai mezzi che sono la Parola e le varie azioni.
Nel discorso specifico sulla liturgia come mistagogia, nell’ambito del numero monografico sull’accompagnamento spirituale, occorre notare che la Chiesa, con le celebrazioni liturgiche non soltanto mette come fondamento della vita dei cristiani, il seme della Parola e della grazia dei sacramenti dell’iniziazione, ma accompagna tutta la vita dei credenti, giorno dopo giorno con la certezza delle verità della fede proclamate nella Parola e nelle preghiere; nutre altresì con la grazia dei sacramenti tutta la vita dei credenti, la modella interiormente con la ricchezza del mistero e dei misteri di Cristo, fino all’ultimo viatico. Tutto ha come una concentrazione i8deale nell’ambito dell’anno liturgico, massima e completa «mistagogia» della Chiesa e sua programmazione pastorale e spirituale permanente, per aprire i sentieri della vita cristiana, come vita in Cristo e vita nello Spirito. E’ la Chiesa stessa che viene implicata, come madre e maestra della fede e della vita dei credenti, nell’accompagnamento dei fedeli verso la piena realizzazione della vita cristiana; essa trova nella liturgia, e in modo speciale nella celebrazione eucaristica, la sorgente ed il culmine; parimenti nella liturgia trovano «la prima e per di più necessaria sorgente dalla quale i fedeli possano attingere uno spirito veramente cristiano». Paolo VI ha saputo affermare con parole ispirate questo ruolo mistagogico quando nel lontano 1963, approvando la Costituzione liturgica, primo documento conciliare, così si esprimeva: «Esulta l’animo nostro per questo risultato. Noi vi ravvisiamo l’ossequio alla scala dei valori e dei doveri: Dio al primo posto, la preghiera, nostra prima obbligazione, la liturgia prima fonte della vita divina a noi comunicata, prima scuola della nostra vita spirituale, primo dono che noi possiamo fare al popolo cristiano...». (4– continua)