Letture: Genesi 2,18-24 / Salmo 127 / Ebrei 2,9-11
Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
Dal Vangelo secondo Marco (10,2-16)
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 05 | 18.30 | + Luigi Rizzi detto Carlo |
Domenica 06 | 10.30
18.30 |
+ Alma, Alfonso, Maria e Peppino
+ Emilia e Veliano Chiarini |
Lunedì 07 | 18.30 | Vivi e defunti e parenti delle famiglie Dovadola e Ruffini e secondo le intenzioni di Maria Teresa |
Martedì 08 | ||
Mercoledì 09 | ||
Giovedì 10 | ||
Venerdì 11 | 8.00 | + Avveduti Giovanni
+ Luigi Rizzi (Carlo) e per Dovadola Maria Teresa |
Sabato 12 | 18.30 | + Mazzotti Angelo, Sangiorgi Maria Luisa, deff. fam. Mazzotti e Sangiorgi e Armando Capucci
+ Lanzoni Ugo e Lino |
Domenica 13 |
Orario Confessioni Venerdì ore 10.00 – 11.00 (don Pietro)
Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 17.15 – 18.15 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni ore 17.50 S. Rosario (escluso venerdì)
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
Anno : B
Ottobre 2024 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 06
XXVII del T.O. |
Ss. Messe alle ore 10.30 (Santuario) e 18.30 (S. Paolo)
Ore 10.30 (Santuario) : S. Messa (in caso di maltempo sarà celebrata in S. Paolo) Ore 17.00 (Santuario): S. Rosario |
Lunedì 07
B.V. Maria del Rosario |
S. Messa ad orario feriale
Ore 20.30 – 22.00 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e preghiera per la Pace |
Mercoledì 09 | Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro San Paolo” |
Venerdì 11 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario |
Domenica 13
XXVIII del T.O. |
Inizio anno catechistico
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo) |
La festa al Santuario della B.V. della Consolazione
Domenica 6 ottobre ore 10.30 : S. Messa nel piazzale del Santuario
ore 17.00 : S. Rosario nel Santuario
1 – Da Martedì 01 ottobre (per tutto il mese) in S. Paolo
ore 17.50 S. Rosario (celebrato in forma più solenne)
1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.
Alla scuola di Gesù : | |||||||||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato | ||||||
Lc 10,25-37 | Lc 10,38-42 | Lc 11,1-4 | Lc 11,5-13 | Lc 11,15-26 | Lc 11,27-28 |
Vivere il mistero – L’amore umano emana sempre un fascino discreto ma possente, scontato ma misterioso, conosciuto ma inesauribile. Appare sempre unico e irrepetibile per ogni protagonista. La Parola ha qualche cosa da dire su questo splendido e delicato, forte e fragile mistero. In epoca biblica, pur non essendoci per gli ebrei nessuna cerimonia religiosa ufficiale per il matrimonio, l’amore dei due coniugi conteneva e rappresentava l’amore di Yhwh per il suo popolo e del popolo per Yhwh: ciò era ben illustrato dagli scritti di Osea, di Ezechiele, dal Cantico dei Cantici, ecc. Il Cantico aveva espresso la singolarità assoluta dell’amore umano. Un’espressione, in particolare, andrebbe considerata: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina» (Ct 8,6). Mentre l’immagine del sigillo indica totale appartenenza, l’immagine della morte indica la totale irreversibilità. La liturgia ha voluto costruire un’unica pericope con due brani che esegeticamente sono distinti. Mc 10,2-12 presenta il tema del ripudio, mentre Mc 10,13-16 presenta il bambino come modello di colui che sa accogliere il Regno. L’unione delle due pericopi obbliga il lettore a far dialogare il tema del matrimonio con il tema del bambino. Questo dato si può articolare in modi diversi: il matrimonio è aperto alla vita; il matrimonio è vissuto nella logica del Regno; il matrimonio vissuto con la semplicità e la fiducia del bambino, ecc. Non c’è differenza tra testo biblico originale e testo biblico-liturgico, fatto salvo il solito incipit, «ln quel tempo». Gesù, pur messo alla prova, non vuole schierarsi. L’amore coniugale è una cosa troppo seria per essere sottoposta ai giochi della legge, anche se di Leggi può averne bisogno. L’essenza dell’amore coniugale non si trova nell’uomo (che ha il cuore duro), ma si trova in Dio che «è amore» (1 Gv 4,8). E poiché Dio è amore fedele e indefettibile, una scintilla di Lui è stata posta nei coniugi. Questo è il pensiero che anima il testo paolino di Ef 5,21-33. Gesù rilegge il racconto delle origini, Gn 1,27;2,24, come l’insegnamento (in ebraico, Toràh, significa insegnamento) che veicola l’interpretazione delle norme. Le norme di Mosè, per la durezza del cuore umano, permettono la rottura dell’amore sponsale. Nel libro della creazione, però, Dio non ha mai scritto questo. Gesù, dunque, non ammette il ripudio. Il missionario cristiano che predica a Roma (Pietro e/o chi per Lui) sapeva benissimo che nella cultura ebraica solo l’uomo poteva ripudiare la moglie, perciò, adegua il pensiero di Gesù alla situazione giuridico-culturale della capitale dell’impero (dove sia l’uomo sia la donna potevano rompere il matrimonio). Il risultato è chiaro: sia l’uomo sia la donna sono invitati a non ripudiare il coniuge. La Parola di Dio, tuttavia, ammette la separazione (cf. 1 Cor 7,10). Come la separazione, anche la permissività del comandamento mosaico del ripudio non è ordinata al matrimonio, ma alla fragilità umana. L’accoglienza dei bambini da parte di Gesù (Mc 10,13-16) rappresenta qualche cosa di straordinario nel mondo palestinese di allora (erano gli «ultimi» della società insieme alle donne, agli schiavi e ai forestieri). Per Gesù la «gratuità» del Regno è più vicina al bambino che non agli altri. Accogliere il Regno come un bambino equivale, da una parte, a rinunciare alla ricerca del prestigio, della potenza, della ricchezza e della sicurezza, dall’altra ad accogliere la proposta di Dio come puro dono, obbedendogli e attendendo il compimento delta sua volontà. L’abbraccio e l’imposizione delle mani hanno un doppio significato. Gesù accoglie nel Regno i bambini e contemporaneamente esaudisce il desiderio di coloro che sono responsabili dei bambini (verosimilmente si tratta dei genitori). La coppia ama i bambini. Nell’amore genitoriale per i piccoli c’è già la premessa esperienza del Regno: accettare il bambino e tutto il suo mondo costituisce un segno della disponibilità ad accettare il Regno e tutto ciò che esso comporta. (don Antonio Donghi)
Spazi per la liturgia- Uno spazio felice (seconda parte) [] (di don D. Ravelli)
I confessionali già esistenti vennero trasformati e adattati a queste istanze, mentre le nuove chiese crearono un apposito piccolo locale, spesso in muratura, non più in legno, e inserito nell’architettura della chiesa. Non mancarono per questi ambienti l’aggiunta di due poltroncine e, in alcuni casi, pure di un inginocchiatoio con l’eventuale possibilità di una grata, però meno fitta. Qualcuno però si illuse che sarebbero bastati pochi interventi, per garantire sia il dialogo sia la necessaria riservatezza sia la possibilità di alcune azioni rituali, a creare una sede aggiornata del sacramento della Penitenza. Il risultato fu quello di realizzare una moderna e confortevole «cabina-confessionale a tre ante», con riscaldamento e aria condizionata, oppure un «salottino parlatoio privato» o una «confessional room» americana degli anni Sessanta, piccole salette come luoghi di comoda conversazione, adatte più a sedute terapeutiche di ordine psicologico che alla celebrazione sacramentale della Riconciliazione. Alla fine, questi tentativi risultarono essere l’evangelica toppa nuova messa sopra un vestito vecchio. Bisognerà dunque attendere il nuovo Rituale, frutto e dono della riforma liturgica per adeguare coerentemente il luogo del sacramento alla sua celebrazione. Da ultimo, rimane da segnalare, nei decenni dopo il Concilio, la diffusione di un’altra innovazione: la costruzione di penitenzierie, specialmente presso i santuari. Si trattava di ampi ambienti, fuori dall’aula dell’assemblea liturgica per le celebrazioni comunitarie, adatte alla proclamazione della Parola di Dio, alla preghiera e alla riflessione personale, con attorno numerose celle per la confessione individuale. [2 – continua]