Con la famiglia di Nazareth riscopriamo il mistero della relazione

di don Pietro Marchetti

Percorrendo le strade del nostro paese, si nota che sempre di più le nostre case sono blindate: portoni, cancelli, circondati da alte siepi, di parapetti di qualsiasi genere, recinzioni sempre più alte e robuste: tutto questo non sarà un chiaro messaggio ? “non voglio essere disturbato ”, non sarà segno di una volontà di non comunicare tra una casa e l’altra, una famiglia e l’altra, se tutto viene disposto in modo da vedersi e sentirsi il meno possibile ? Se così fosse, sarebbe molto triste, perché l’umano non è così, non è fatto per l’isolamento, ma per la relazione. Anche se non sono nato e cresciuto qui a Massa, ricordo molto bene la strada dove sono cresciuto, i giochi con i miei coetanei vicini, le conversazioni dei nostri genitori, l’amicizia tra loro. Se poi lo sguardo va alla famiglia di Nazareth, a Gesù, rimango ammirato della verità e della bellezza dell’umano che traspare in particolare dalla rete di rapporti che essi hanno tessuto, sia all’interno della loro famiglia, sia all’esterno verso gli altri e le altre famiglie. Con la sua presenza Cristo ci ha rivelato come vive l’uomo pienamente realizzato soprattutto grazie alla serie di rapporti veri con le persone. Tutto è avvenuto dentro una dinamica elementare che Dio ha proposto a persone povere e semplici: la domanda e il dono dell’accoglienza. Chiedere accoglienza è proprio dei piccoli, dei poveri, dei bambini; accordarla sembra più facile fra i poveri che fra i ricchi e e i potenti. Dalla famiglia di Nazareth arriva il messaggio che se si vuole realizzare un’umanità diversa, occorre accogliere l’altro non solo facendo qualcosa ma facendosi accoglienza. Per fare un paese non bastano tante case una vicina all’altra, e le famiglie che le abitano; per fare una comunità parrocchiale non basta che un certo numero di persone venga in chiesa oppure organizzi feste e incontri di catechesi, ma sono necessarie delle persone che compiano questo miracolo: accogliere il Figlio di Dio in ogni volto umano che si affaccia sulla nostra esistenza. Cari parrocchiani, che sono poi tutti gli abitanti di Massa, in questa calda e secca estate 2022 proviamo di fare qualche passo in più per stare di più insieme, per rafforzare il nostri rapporti, e se qualche muro o barriera si è costruita, chiediamo al Signore ci aiuti a demolirla. E’ importante allenarci a non pensare a noi stessi, ma a tutta la comunità: chiediamo al Signore di sostenerci con la sua Grazia. Buona Estate.

P. S. Vi ricordo che in estate la “Fede” non va in vacanza, la chiesa non chiude per ferie e quindi la preghiera, la Messa, le confessioni sono sempre una proposta da non dimenticare, anzi d’estate c’è più tempo e quindi spero che a Messa i fedeli cresceranno, soprattutto nelle zone dove andrete a fare il riposo.

Lascia un commento