Massa Lombarda, 6 aprile 2019
«Rimasero solo loro due: la misera e la misericordia». Che cosa fare per affezionarsi alla misericordia, per superare il timore della Confessione? Accogliamo ancora l’invito di Isaia: «Non ve ne accorgete?» (Is 43,19). Accorgersi del perdono di Dio. È importante. Sarebbe bello, dopo la confessione, rimanere come quella donna, con lo sguardo fisso su Gesù che ci ha appena liberato: non più sulle nostre miserie, ma sulla sua misericordia. Guardare il Crocifisso e dire con stupore: “Ecco dove sono andati a finire i miei peccati. Tu li ha presi su di te. Non mi hai puntato il dito, mi hai aperto le braccia e mi hai perdonato ancora”. È importante fare memoria del perdono di Dio, ricordarne la tenerezza, rigustare la pace e la libertà che abbiamo sperimentato. Perché questo è il cuore della Confessione: non i peccati che diciamo, ma l’amore divino che riceviamo e di cui abbiamo sempre bisogno. Può venirci ancora un dubbio: “confessarsi non serve, faccio sempre i soliti peccati”. Ma il Signore ci conosce, sa che la lotta interiore è dura, che siamo deboli e inclini a cadere, spesso recidivi nel fare il male. E ci propone di cominciare a essere recidivi nel bene, nel chiedere misericordia. Sarà Lui a risollevarci e a fare di noi creature nuove. Ripartiamo allora dalla Confessione, restituiamo a questo sacramento il posto che merita nella vita e nella pastorale!
tratto dall’Omelia del Santo Padre in occasione della Liturgia penitenziale “24 ore per il Signore 2019”
Oggi una quarantina di ragazzi della terza elementare hanno ricevuto il sacramento del Perdono più conosciuto come Confessione. La trepidazione per questo “primo” sacramento vissuto pienamente da loro era evidente nelle facce dei ragazzi davanti ai sacerdoti che li hanno aiutati a vivere questo momento.