Preghiera di Papa Francesco
O Maria,
tu risplendi sempre nel nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,
che presso la croce
sei stata associata al dolore di Gesù,
mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo romano,
sai di che cosa abbiamo bisogno
e siamo certi che provvederai
perché, come a Cana di Galilea,
possa tornare la gioia e la festa
dopo questo momento di prova
Aiutaci, Madre del Divino Amore,
a conformarci al volere del Padre
e a fare ciò che ci dirà Gesù,
che ha preso su di sé le nostre sofferenze
e si è caricato dei nostri dolori
per condurci, attraverso la croce,
alla gioia della risurrezione. Amen.
Vivere il Mistero- Il tema di questa XV domenica per annum è quello della parola di Dio. Una Parola efficace e feconda ma che allo stesso tempo necessita di un «terreno» in cui portare il suo frutto capace di accoglierla. Matteo paragona la Parola ad un seme, e il seme, come sappiamo, ha i suoi tempi di crescita fino al frutto maturo. La Parola è efficace e germina, nei solchi della storia, in modo silenzioso. Al contrario la parola dell’uomo, il quale prima progetta, definendo tempi, momenti e modalità di operazione. Ad osservare il seminatore che esce per la semina sorge spontaneo un interrogativo: «Perché tanto spreco?». Bisogna sapere che a quei tempi si usava seminare in un terreno che era rimasto incolto per tutta l’estate e che naturalmente era stato attraversato da pastori, greggi e quant’altro. Dopo la semina, e non prima, si arava per interrare il seme nella terra. L’agricoltore seminava perciò tutto il terreno a sua disposizione senza sapere però qual era il suolo fertile. Questo giustifica il fatto che il seme poteva cadere in terreni poco profondi o dove potevano nascere rovi e spine. Ma da qualche parte il terreno buono avrebbe dato il frutto sperato. Osserviamo ora la progressione all’interno della parabola. Ci sono quattro momenti; i primi tre corrispondono alle tre tappe dello sviluppo del seme che dapprima cade nella terra, poi germoglia, e infine cresce. Il quarto momento segna la maturità, ovvero il frutto. Nei primi tre momenti ci sono varie difficoltà (uccelli, roccia, spine) che compromettono il seme, nel quarto invece tutto è superato felicemente. Cosa vuole dire Gesù con questa parabola? Ci sono state difficoltà e ostacoli nella sua predicazione e per molti che lo hanno seguito le speranze si sono fatte sempre più esili. Ciò che Gesù promette non sembra realizzarsi. L’invito allora è quello di sperare. Alla fine il Regno di Dio si presenterà in pienezza e tutti riconosceranno la verità dell’insegnamento evangelico. Accanto alla speranza, che non delude, il discepolo abbia anche fede e sappia attendere pazientemente. Quando Gesù spiega ai discepoli la parabola del seminatore, sposta l’attenzione da Dio (com’era nella parabola nell’immagine del seminatore) all’uomo (ai vari terreni che accolgono il seme). Possiamo dire anche in questo modo: dalla fede passa all’impegno morale. Attenzione però, questi non sono due momenti opposti. Sono sì distinti ma non divergenti. Quando il discepolo del Vangelo si pone in ascolto della Parola di Dio viene da essa illuminato. In forza di questa luce egli poi cammina nella vita operando e diffondendo il Regno di Dio, Ma il discepolo sa molto bene che l’ascolto della Parola di Dio non è semplice; il cuore umano può essere distolto dal maligno e reso sterile. Non solo, le varie prove della vita possono essere un ostacolo serio affinché la Parola possa mettere radici profonde.
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Letture: Isaia 55,12-11 / dal Salmo 64 / Romani 8,18-23
Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,1-23)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”. Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 11 | ||
Domenica 12 | 18.30 | + Toffanello Maria
+ Alberti Dante e Casadio Irma |
Lunedì 13 | 18.30 | + Erick e il padre
+ Lolli Palma |
Martedì 14 | 8.00 | Per una persona vivente |
Mercoledì 15 | 18.30 | + Catarina Veras
+ Farina Monica |
Giovedì 16 | 18.30 | Vivi e defunti della famiglia Dovadola Ivano e parenti vivi e defunti delle famiglie Dovadola-Ruffini |
Venerdì 17 | ||
Sabato 18 | 18.30 | + Zagonara Domenico e Romeo e Faccani Paolina |
Domenica 19 |
Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze
(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)
Orario SS. Messe Feriale : Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario
Venerdì ore 20.30 Adorazione eucaristica
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.
La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro sotto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Mt 10,34-11,1 | Mt 11,20-24 | Mt 11,25-27 | Mt 11,28-30 | Mt 12,1-8 | Mt 12,14-21 |
Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni
Anno : A
Luglio 2020 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 12
XV del T.O. |
S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00) |
Mercoledì 15 | Ore 19.30 (S. Paolo) : Celebrazione della preghiera del Vespro su iniziativa di A.C diocesana |
Giovedì 16
B.V. Maria del Monte Carmelo |
S. Messa ad orario feriale |
Venerdì 17 | S. Messa ad orario feriale
Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica |
Domenica 19
XVI del T.O. |
S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa al termine della quale invocheremo anche la B.V. del Monte Carmelo con l’imposizione dello scapolare a coloro che lo desiderano, adeguatamente preparati. |
Premesse al Rito per la benedizione e l’imposizione dello scapolare della B.V. Maria del Monte Carmelo
1. La benedizione dello Scapolare della B. V. Maria del Monte Carmelo si farà preferibilmente durante una celebrazione comunitaria.
2. L’imposizione dello Scapolare comporta l’aggregazione alla Famiglia Carmelitana. Hanno la facoltà di benedire lo Scapolare i sacerdoti e i diaconi; possono inoltre imporlo anche altre persone autorizzate.
3. Per la benedizione e l’imposizione deve essere usato lo Scapolare del Carmine nella sua forma tradizionale (Vedi Norme pratiche, n. 4). Può venir poi sostituito con l’apposita medaglia (Ibidem, n. 5).
4. La benedizione e l’imposizione dello Scapolare avviene secondo i riti e le preghiere proprie del rito. La forma comune comprende i riti iniziali, la lettura della Parola di Dio e le intercessioni, la preghiera di benedizione e l’imposizione dello Scapolare, i riti finali. Con tutto questo si esprime in maniera compiuta il senso dello Scapolare nella vita dei fedeli che lo ricevono.
5. È necessario che in ambedue le formule sia ben espresso il senso spirituale delle grazie unite allo Scapolare della Madonna del Carmine, nonché gli impegni che si assumono con questo segno di devozione alla Vergine santa.