Programma dal 1 al 9 aprile 2023

Letture: Isaia 50,4-7 / Salmo 21 / Filippesi 2,6-11

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Dal Vangelo secondo Matteo (27,11-54) [forma breve]

In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!». Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!».

Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. (Qui si genuflette e si fa una breve pausa) Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 01 18.30 + Alberti Vilma
Domenica 02 10.30

18.30

+ Bufano Margherita

+ Preda Maria Teresa

Lunedì 03
Martedì 04 8.00 + Ruffini Armanda, Dovadola Ivano, Monica e Silverio

+ Lorenzo

Mercoledì 05
Giovedì 06
Venerdì 07
Sabato 08
Domenica 09 10.30

18.30

+ Gagliardi Bruno e Resta Albertina

+ Tomaso e deff. fam. Sangiorgi e Ragazzini

Per tutte le anime del purgatorio e secondo le intenzioni di Maria Teresa

MattinoPomeriggioSera

Lunedì 11 : Ore 16.30 – 18.00 20.45 – 22.00

Martedì 12 : Ore 16.30 – 18.00 20.45 – 22.00

Mercoledì 13 : Ore 16.30 – 18.00

Giovedì 14 : Ore16.00-19.00

Venerdì 15 : Ore 10.00-12.0016.00-18.00

Sabato 16: Ore 9.30-12.0015.00-19.00

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (igienizzazione, mascherine ecc…)).

Le Confessioni della Settimana Santa

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Domenica ore 17.25 S. Rosario ore 18.00 Via Crucis

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : A

Aprile 2023

Domenica 02

Le Palme

Raccolta a favore dell’ ”Opera S. Teresa di Ravenna”

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)

Ore 10.15 (oratorio) : Benedizione delle Palme e processione fino alla chiesa di S. Paolo.

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa

Ore 18.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Mercoledì 05 Ore 8.00 (S. Paolo) : S. Messa No alle 18.30

Ore 20.45 (S. Paolo) : Prove del “Coro S. Paolo”

Giovedì 06 Santo Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Messa Solenne “In Coena Domini”

a seguire : Adorazione fino alle ore 23.00

Venerdì 07

Santo

Astinenza eDigiuno

Ore 15.00 (S. Paolo) : Via Crucis con particolare invito a bambini, ragazzi e giovani

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Ore 20.30 (S. Paolo) : Celebrazione della Passione del Signore

Sabato 08

Santo

Ore 9.30–12 e 15.30–18 (S. Paolo):Benedizione delle uova

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Ore 21.30 (S. Paolo) : Veglia Pasquale

Domenica 09

Pasqua di Risurrezione

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa Solenne

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

ImportanteMercoledì 5 aprile la S. Messa verrà celebrata al mattino

alle ore 8.00 e NON alle 18.30.

In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 12,11-1 Gv 13,21-33.

36-38

Mt 26,14-15 Gv 13,1-15 Gv 18,1-19,42 Mt 28,1-10

Vivere il Mistero- Al centro del Vangelo secondo Matteo è racchiuso, come una perla incastonata nel cuore del suo messaggio, un insegnamento che si fa invito: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore». Questa parola di esortazione che cogliamo sulle labbra del Signore Gesù, quasi come sgorgasse direttamente dal suo cuore, si offre a noi – nella liturgia odierna – nel massimo della sua incarnazione e del suo inveramento. L’invincibile mitezza del Signore nel mistero della sua passione diventa per noi un modello da contemplare e un esempio da seguire. La Chiesa stessa, pregando, è consapevole di doversi mettere alla scuola di Cristo Signore non solo sedendo con le «folle» sul monte delle Beatitudini, ma soffrendo pure con il suo Sposo sul monte ove l’amore si offre fino allo stremo e allo spreco più assoluto. Siamo, allora, invitati a pregare con queste parole: «Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione». Il discorso della montagna, che racchiude la perla evangelica delle Beatitudini, nel mistero della Passione del Signore si offre con uno stile preciso sul cui modello siamo chiamati a conformare la nostra vita. Non ci lasceremo mai conquistare abbastanza dall’andatura regale con cui il Signore Gesù entra nella città santa per santificarla e purificarla attraverso il suo mite patire. Chi mai può essere infatti discendente del «re Davide» se non colui che ben più di Davide sa essere signore nella casa della propria vita – anima e corpo – per offrirla senza approfittare in nulla della propria posizione di «privilegio»? Tutta la Passione secondo Matteo si può e si dovrebbe proprio rileggere a partire da quella parola che il Signore Gesù dice seduto sulla prima montagna su cui è salito come su una cattedra: «Beati i miti perché avranno in eredità la terra». Nei suoi tratti troviamo quegli atteggiamenti che già abbiamo potuto contemplare e ammirare nel suo padre Giuseppe, la cui infinita mitezza permette di accogliere un bambino che diventa suo per l’amore e la cura. Sembra proprio che la struttura divina e l’educazione umana di Gesù sia tutta improntata alla mitezza di chi – conoscendo fino in fondo il mistero della propria persona – non ha bisogno né di difenderlo, né di imporlo ma solo – e a ogni prezzo – di lasciare che si compia. Il Signore si conforma in tutto e sempre a quanto ci insegna, a quanto ci propone come esempio a partire da se stesso, vivendo in prima persona il momento della prova: quando lo contempliamo assediato dalla violenza e dalle pressioni più barbare della soldataglia e più raffinate dei sacerdoti, troviamo che «Gesù taceva». Mentre durante la liturgia di questa domenica delle Palme, in cui si fa memoria della beata Passione del Signore, ascoltiamo ancora una volta attoniti fin dove la violenza degli uomini può spingersi, siamo chiamati a scoprire fino a che punto l’amore può renderci umani. (don M-D. Semeraro)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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