Programma dal 15 al 23 aprile 2023

Letture: Atti 2,42-47 / Salmo 117 / 1 Pietro 1,3-9

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 15
Domenica 16 10.30 Deff. parenti e amici vivi e defunti della fam. Dovadola Ivano e Ruffini e Margotti Teresa

+ Amadei Carlo, Fabbri Adamo e Brandolini Irene

Lunedì 17 18.30 + Giuseppe
Martedì 18
Mercoledì 19 18.30 Per Luca, Matteo e Pia (viventi) e per il defunto Marcello
Giovedì 20
Venerdì 21 8.00 + Antonio

+ Pacilli Antonio

Sabato 22 18.30 + Adriano Castelli
Domenica 23 10.30 + Alma, Alfonso, Maria e Peppino

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

N.B. Tutte le celebrazioni si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : A

Aprile 2023

Domenica 16

II di Pasqua

Della Divina Misericordia

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 12.30 (oratorio) : Pranzo comunitario

Ore 15.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e

Coroncina della Divina Misericordia

Mercoledì 19 Ore 20.45 (S. Paolo) : Prove del “Coro S. Paolo”
Giovedì 20 Ore 20.45 (oratorio) : Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio.
Venerdì 21 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario
Sabato 22 Ore 15.00 (S. Paolo) : Celebrazione del Sacramento della Prima Confessione dei fanciulli al secondo anno di catechismo.
Domenica 23

III di Pasqua

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

1- Il primo maggio riprende il tradizionale pellegrinaggio comunitario (Santuario S. Maria delle Grazie al Calcinaio e Arezzo). Chi desidera partecipare deve prenotarsi.

2- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 3,1-8 Gv 3,7-15 Gv 3,16-21 Gv 3,31-36 Gv 6,1-15 Gv 6,16-21

Vivere il Mistero- In mezzo ai suoi discepoli, la presenza del Risorto è capace di «spezzare», ancora una volta, la propria vita come pane del perdono che ridona pace. Il suo corpo Risorto, ma sempre segnato dalle ferite irrinunciabili della sua amara e gloriosa passione, è offerto alla Chiesa come ii pane per il cammino attraverso la storia. Il Signore Gesù venne «mentre erano chiuse le porte» eppure «mostrò loro le mani e il fianco». La risurrezione non è una negazione della morte e della sofferenza, non è un irenico superamento dei conflitti e dei fallimenti relazionali, è la rivelazione della possibilità di fare spazio a una misura d’amore sempre crescente e sempre più consapevole. Mentre i discepoli rischiano di essere intrappolati nelle reti del rammarico e nell’amarezza di un fallimento che li ferisce a morte, il Signore fa delle sue ferite una rivelazione: si può sempre ricominciare ad amarsi e i fallimenti dell’amore e nell’amore possono diventare le basi per un amore più grande e più vero perché più conscio della propria vulnerabilità. Il corpo risorto e piagato del Cristo, ci libera dalla vergogna di scoprire le ferite e le piaghe del nostro cuore che, nel perdono, ritrova tutta la sua pace ed è capace di spezzarla come dono agli altri. Otto giorni dopo il Signore Gesù viene a visitare i suoi discepoli, come otto giorni prima, a porte chiuse e rivolgendo le stesse parole «Pace a voi». In realtà, ritorna per farli crescere nella loro fede rimettendo in cammino la loro fraternità nonostante tutto. Il Signore Gesù non si scandalizza della difficoltà che Tommaso ha nel credere, al contrario, gli viene incontro parlando il suo stesso linguaggio e ripetendo una per una le parole della sua incredulità per trasformarle in sincero atto di fede. Gesù dice a Tommaso: «Non essere incredulo, ma credente!». Come un bambino appena nato e non ancora svezzato alla fede, ciascuno di noi può chiedere al Risorto: «Come posso credere?». La risposta a questa grande domanda ce la offre il testo degli Atti degli Apostoli quando presenta un primo piano della carità che regna nella comunità dei discepoli. Come e con i primi cristiani anche a noi viene chiesto di vivere in un ascolto della Parola e in una celebrazione dei sacramenti tali da aiutarci a crescere giorno dopo giorno fino alla «misura della pienezza di Cristo». A questa prima domanda «Come posso credere?» se ne aggiunge un’altra: «Cosa devo credere?». E qui la risposta ce la dà Tommaso, nostro fratello nell’incredulità. Il contenuto della nostra fede non è un concetto o una dottrina ma una Persona cui si dice non più Signore e neppure solo Dio, ma «mio Signore e mio Dio». Che il Signore ci conceda di giungere a questa maturità, a questa intimità per riposare sul suo petto squarciato e là rimettere le radici di tutta la nostra vita: nell’Amore. E l’amore è sempre in crescita, perennemente in viaggio e continuamente in maturazione. Il tempo pasquale è – ogni anno – una sorta di periodo di convalescenza dell’anima durante il quale ciascun battezzato lascia che la grazia della Pasqua e del battesimo rigeneri e illumini la sua vita interiore dopo il tempo della purificazione quaresimale. (don M-D. Semeraro)

Spazi per la liturgia- L’Altare (seconda parte) [] (di don D. Ravelli)

Il secondo momento della nostra riflessione ci porta a considerare l’altare per l’Eucaristia nell’oggi della liturgia, così come voluto dal rinnovamento liturgico. Questo passaggio diventa pure una necessaria introduzione che ci permetterà, nel prossimo articolo, di approfondire il suo ricco simbolismo perché «l’altare è il punto centrale per tutti i fedeli, è il polo della comunità che celebra. Non è un semplice arredo, ma il segno permanente del Cristo sacerdote e vittima, è mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per i figli nella casa comune, sorgente e segno di unità e carità».

Una recuperata identità dell’altare dopo il Concilio Vaticano II

Una nuova pagina nella storia dell’altare è quella che, a partire dal secondo dopoguerra, si è ispirata dapprima alle istanze del movimento liturgico e poi al rinnovamento della liturgia promosso dal Concilio Vaticano II. Tuttavia, la profonda novità di idee della riforma e l’esigenza di idoneità degli spazi liturgici per la celebrazione non sempre hanno avuto un’adeguata corrispondenza nella realizzazione dei nuovi altari, sia nell’adeguamento liturgico delle chiese esistenti sia nella costruzione di nuove. Al di là di quanto compiuto, ci pare invece importante richiamare quei criteri e princìpi che stanno a fondamento di una corretta comprensione e realizzazione di questo luogo celebrativo e che concretamente sono stati codificati nell’0rdinamento Generale del Messale Romano, cioè nelle sue ricche «Premesse dottrinali e normative» per la celebrazione eucaristica. [1 continua]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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