Programma dal 16 al 24 aprile 2022

Letture: Atti 10,34a.37-43 / Salmo 117 / Colossesi 3,1-4

Qesto è il giorno che ha fatto il Signore:

rallegriamoci ed esultiamo

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».

Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.

Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 16 21.30 + Margotti Teresa

+ Liverani Paolo

+ Amadei Carlo, Brandolini Irene, Fabbri Adamo

Domenica 17 10.30

18.30

+ Sangiorgi Tomaso

+ Cuffiani Ireneo, Liverani Lucia, Ames, Erie, Ilaro e Lanzoni Gianluigi

+ Franco, Maria, Demo e Luigi

Secondo le intenzioni di una persona vivente (Maria Teresa)

Deff. fam. Lo Monaco e Beluna

Lunedì 18 10.30 + Alma, Alfonso, Maria e Peppino
Martedì 19
Mercoledì 20 18.30 + Venturini e Manari (per Luca e Matteo viventi)
Giovedì 21 18.30 + Pacilli Antonio

+ Antonio

Venerdì 22 8.00 + Adriano Castelli
Sabato 23
Domenica 24 10.30

18.30

+ Gervasio Immacolata

+ Dovadola Ivano, Monica e Ruffini Armanda e per i parenti vivi e defunti e per le intenzioni di Maria Teresa

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (igienizzazione delle mani, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario )

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripreso secondo le consuete modalità.

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : C

Aprile 2022

Domenica 17

Pasqua di Risurrezione

Ss. Messe alle ore 8.00 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa Solenne

Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Lunedì 18 Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Martedì 19 Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia
Mercoledì 20 Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia
Giovedì 21 Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Ore 21.00 (S. Maria in Fabriago) : Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni

Venerdì 22 Ore 17.10 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Sabato 23 Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia
Domenica 24

II di Pasqua

Della Divina Misericordia

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 15.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e

Coroncina della Divina Misericordia

1E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2022 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.

2 – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola che rappresentano un modo per sostenere nel bisogno materiale una comunità che instancabilmente prega per tutti noi.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 28,8-15 Gv 20,11-38 Lc 24,13-35 Lc 24,35-48 Gv 21,1-14 Mc 16,9-15

Vivere il Mistero- Nella domenica di risurrezione il Lezionario ci propone anzitutto parte della prima sequenza degli avvenimenti accaduti la mattina di Pasqua secondo il Vangelo di Giovanni. Incontriamo così le diverse reazioni di tre discepoli davanti al sepolcro di Gesù trovato aperto. Maria Maddalena, Pietro e il discepolo amato si trovano di fronte a segni che sono chiamati a decifrare. Il primo personaggio che si trova in relazione con il sepolcro di Gesù, la mattina del primo giorno della settimana, è Maria di Màgdala. Il narratore non dice nulla dei motivi che la portano in quel luogo «quando era ancora buio». (Gv 20,1) La sua visione delle cose è semplicemente che «la pietra era stata tolta dal sepolcro» (Gv 20,1). Il segno rimane per lei del tutto oscuro e si precipita ad annunciare a Pietro e all’altro discepolo, un’interpretazione che, alla luce degli eventi posteriori, dovrà essere valutata come erronea e deviante: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!» (Gv 20,2). L’unica cosa esatta di questa relazione paradossalmente sta nelle parole «non sappiamo». Il buio che circonda Maria all’esterno è pari alla confusione interna della donna. Forse, per il narratore questo è lo sfondo esistenziale sul quale deve esplodere la luce e la vita. Gli itinerari di Simon Pietro e del discepolo che Gesù amava sono narrativamente intrecciati, anche se (o, forse, proprio perché) gli esiti dei due cammini sono decisamente differenti. I due corrono al sepolcro insieme, ma il discepolo amato arriva per primo anche se lascia entrare Pietro davanti a lui. Un primo sguardo al modo in cui si trova effettivamente il sepolcro è dato attraverso gli occhi del discepolo amato che, anche dall’esterno del sepolcro vede «i teli posati là» (Gv 20,6). Per il momento non vi sono reazioni da parte sua e non si parla ancora di fede. Simon Pietro, arrivato al sepolcro per secondo, vi è lasciato entrare per primo. Egli vede qualcosa di più del discepolo amato: «Osservò i teli posati là, e il sudario che era stato sul suo capo non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte» (Gv 20,6-7). Com’è appena accaduto per il discepolo amato, anche in questo secondo caso non si dice nulla delle reazioni di Pietro. È solo l’ingresso del discepolo, che Gesù amava, a sbloccare la situazione. Egli vede finalmente gli stessi segni osservati da Pietro e arriva alla fede: «E vide e credette» (Gv 20,8). Appare abbastanza chiaro che è l’amore di Gesù – sistematicamente annotato nel caso del discepolo amato – a far muovere verso la fede nella risurrezione. La spiegazione aggiuntiva del perché, all’arrivo al sepolcro, ancora i due discepoli non credevano – «non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti» (Gv 20,9) – esprime con chiarezza che la grande introduzione alla risurrezione non è data dal sepolcro trovato aperto. La spinta alla fede nella risurrezione è data dalle Scritture e queste le abbiamo anche noi. È proprio quanto afferma l’Evangelista, quando contrappone la fede di Tommaso, che ha veduto, e la fede di coloro che crederanno senza vedere. Il quarto Vangelo pretende proprio di essere quella trascrizione dei segni che permette di credere anche a coloro che non hanno visto quelli concreti dentro il sepolcro vuoto: «Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel sul nome» (Gv 20,30-31). La risurrezione di Cristo sposta dunque il baricentro della ricerca dell’uomo dalle realtà «della terra» a quelle del cielo: «Cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù» (Col 3,1). La risurrezione di Gesù ha messo in noi una dinamica pasquale: siamo morti e siamo risorti. Siamo insieme con Cristo e perciò siamo lassù. Accanto all’esortazione alla vita nuova da risorti appare chiaramente la promessa. Quando il Cristo apparirà di nuovo, si vedrà anche che noi siamo gloriosi insieme con lui: «Quando Cristo, nostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con, lui nella gloria» (Col 3,1). La celebrazione della domenica di risurrezione non ci porta solo la consapevolezza che è necessaria una morale da risorti, ma ci svela anche che la nostra esistenza deve avere una dimensione «mistica», forte e sicura: «Se siete risorti con Cristo… rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra». (don Ermenegildo Manicardi)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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