Programma dal 16 al 24 dicembre 2023

Letture: Isaia 61,1-2.10-11 / Salmo Lc 1,46-50.53-54 / 1Tessalonicesi 5,16-24

Mostraci, Signore, la tua misericordia.

La mia anima esulta nel mio Dio.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,6-8.19.28)

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».

Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 16 18.00 + Gigliola Brini in Beltrandi

+ Rossella (3° anniv.)

Domenica 17 10.30 + Mondini Alfredo e Luigi e Barelli Giulia
Lunedì 18 18.00 + Bendini Giulia
Martedì 19
Mercoledì 20 18.00 + Dovadola Dario

+ Ilvano e Maria

Giovedì 21 18.00 + Antonio

Deff. fam. Preti

Venerdì 22 8.00 + Adriano Castelli
Sabato 23 18.00 + Raso Giuseppe
Domenica 24 22.30 + Pilani Enzo, Giulio e Angiolina Ronchini

+ Liverani Paolo

Martedì19Ore 16.00 – 17.20

Mercoledì20Ore 20.30 – 22.00

Giovedì21Ore 16.00 – 17.20

Venerdì22Ore 10.00 – 12.00 16.00 – 17.20

Sabato23Ore 10.00 – 12.00 15.00 – 17.20

Domenica24Ore 15.30 – 19.00 21.00 – 22.00

Lunedì25Ore 16.00 – 17.20

Le Confessioni

in prossimità del

Natale

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (ore 16.55 nei giorni della Novena)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e Novena

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : B

Dicembre 2023

Domenica 17

III di Avvento

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la Terza candela di avvento.

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Lunedì 18 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Ore 20.45 (canonica) : Caritas parrocchiale

Martedì 19 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Ore 20.00 (oratorio) : “Recita di Natale” a cura dei ragazzi della parrocchia con la partecipazione del coro “Dolci Note”

Mercoledì 20 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”

Giovedì 21 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale
Venerdì 22 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e Novena di Natale
Sabato 23 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Ore 20.45 (S. Paolo) : “Note di pace…notte di speranza” : Canti sull’evento natalizio con il coro “S. Paolo”, il coro “Dolci Note” e il coro “Kinnor”

Domenica 24

IV di Avvento

Ss. Messe alle ore 10.30 (S. Paolo) (NO alle ore 18.00)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la Quarta candela di avvento.

Al termine benedizione delle statuine di Gesù Bambino

Ore 22.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne della Notte

AIn sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.

Importante

Domenica prossima 24 dicembre NON sarà celebrata la S. Messa delle ore 18.00.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 1,18-24 Lc 1,5-25 Lc 1,26-38a Lc 1,39-45 Lc 1,46-55 Lc 1,57-66

Vivere il misteroNel nostro cammino di Avvento ci accompagna ancora la figura di Giovanni Battista. A partire da quanto ci racconta del Precursore l’altro Giovanni – l’evangelista – possiamo dire che il Battista è un uomo particolarmente felice. Infatti, alla fine del suo ministero quando è universalmente riconosciuto e venerato, si rivela capace di fare posto a Gesù senza patire il fatto di cedergli tutto il posto. L’evangelista Giovanni ci riporta una nota assai particolare: «Questo avvenne a Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando» (Gv 1,28). Il quarto Vangelo contestualizza la testimonianza del Battista che fa un passo indietro «per dare testimonianza alla luce» (1,7) proprio nel luogo omonimo di quella Betania in cui Gesù si recherà ogni volta in cui avrà bisogno di un momento di quiete e di amicizia. Quando pensiamo a Betania viene del tutto naturale immaginare Gesù con i suoi amici – Lazzaro, Marta e Maria – mentre quando pensiamo a Betlemme – soprattutto in questi giorni natalizi – immaginiamo il bambino Gesù accarezzato dallo sguardo adorante di Giuseppe e Maria. Gerusalemme è a due passi sia da Betlemme sia dalla Betania di Lazzaro, ma molto più distante dalla Betania dove Giovanni battezzava e che è il punto più basso della terra dove il Giordano sembra annullarsi affrettando la sua corsa nel Mar Morto. Le parole e l’esempio del Battista ci aiutano a rendere più deciso il nostro passo verso la comprensione e l’accoglienza del mistero dell’Incarnazione, rivelandoci che il segreto di una gioia vera e duratura sta nella capacità di creare uno spazio per l’altro senza temere di perdere il proprio posto e il proprio prestigio… senza temere di scendere fino a scomparire. Simbolicamente parlando siamo tutti chiamati a entrare nella logica del Giordano, il cui nome si rifà alla radice verbale che si traduce con «scendere». Si tratta di assumere gli atteggiamenti dello sposo e della sposa, la larghezza d’animo dell’amicizia che non immagina nessuna felicità se non quella che trova nella gioia di dare gioia all’altro. Agostino direbbe che questa gioiosa avventura si misura nella capacità di rubare all’altro la sua gioia facendola diventare tutta la nostra felicità nel condividerla. Non è forse questo che cerchiamo di dirci cominciando a immaginare il regalo giusto per ciascuno? Non è forse questo che ci viene detto dalle persone che ci vogliono bene mentre apriamo un regalo e ci sentiamo per un attimo immensamente amati? Possiamo forse immaginare una gioia da sentire e vivere più «pienamente» (Is 61,10)? Tante domande per maturare la risposta di una conversione aggiornata al momento presente, con le sue sfide e le sue esigenze. Un nuovo Natale non significa solo un altro dono da ricevere, ma una tappa del nostro cammino di conformazione a Cristo da onorare. Il Battista si presenta come «voce» e in tal modo rimanda al mistero di una relazione che è sempre da desiderare e da far crescere. Noi tutti sappiamo che cosa significhi avere la «voce» e tutti talvolta abbiamo sperimentato di non avere più voce. Quando parliamo cerchiamo di articolare e di comunicare contenuti razionali, sentimentali ed emotivi che sono ben più importanti, più grandi, più remoti della voce che se ne fa portatrice. Il contenuto della voce viene da più lontano, eppure senza voce i contenuti del cuore rimarrebbero troppo lontani. Oggi – come al cuore del nostro cammino di Avvento – possiamo interiormente diventare compagni di giochi d’infanzia di Gesù e Giovanni, così come molti artisti hanno amabilmente immaginato. Il gioco è esattamente il contrario di quello che abbiamo tutti fatto almeno una volta: si tratta di «giocare ai bambini» e non più di «giocare ai grandi». L’aurora del Vangelo insorge sempre nella notte della negazione di ogni illusoria pretesa, per lasciare alla luce di manifestare cosa si può nascondere dietro un semplice e perentorio. «Io non sono…» (Gv 1,20). (p. M. D. Semeraro)

Spazi per la liturgia- Il Tabernacolo (prima parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

Sono quindi rigorosamente vietati tabernacoli collocati fuori dello stesso altare, per esempio nella parete o ai lati o dietro l’altare, oppure in edicole o colonne, o a forma di torri, separate dall’altare. Il tabernacolo poi dev’essere ben fissato sopra l’altare, solido e sicuro in ogni sua parte per evitare possibili profanazioni, costruito con materiali resistenti, cioè con pietra o metallo, e il legno può essere utilizzato solo per il rivestimento esterno; la forma non può essere quella di una semplice cassetta, ma rispettare lo stile dell’altare e della chiesa, perché rappresenta in qualche modo la «vera abitazione di Dio tra gli uomini». Infine, quando il tabernacolo custodisce l’Eucaristia dev’essere coperto dal conopeo e, secondo l’antica tradizione, deve ardere continuamente, notte e giorno, una lampada davanti a esso. [10 fine]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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