Letture: Isaia 7,10-14 / Salmo 23 / Romani 1,1-7
Ecco, viene il Signore, re della gloria.
Dal Vangelo secondo Matteo (1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 17 | ||
Domenica 18 | 10.30 | + Mondini Alfredo e Luigi |
Lunedì 19 | 18.00 | + Ilvano e Maria |
Martedì 20 | ||
Mercoledì 21 | 18.00 | + Antonio
+ Angelina e deff. fam. Preti |
Giovedì 22 | 18.00 | + Adriano Castelli |
Venerdì 23 | ||
Sabato 24 | 22.30 | + Dovadola Monica e Dario
+ Franco, Maria, Demo e Luigi + Pilani Enzo, Ronchini Giulio e Angiolina + Paolo Liverani |
Domenica 25 | 10.30
18.00 |
+ Castelli Bruno, Bianconi Velalma, Caroli Ugo e Liverani Iolanda
Secondo le intenzioni di Maria Teresa e vivi e deff. famiglia Dovadola Ivano e Ruffini e parenti |
Le Confessioni in prossimità del Natale
Martedì 20 Ore 20.30 – 22.00
Mercoledì 21 Ore 16.00 – 17.25 20.30 – 22.00
Giovedì 22 Ore 16.00 – 17.25 20.30 – 22.00
Venerdì 23 Ore 15.00 – 17.25
Sabato 24 Ore 10.00 – 12.00 15.00 – 17.25
Domenica 25 Ore 16.00 – 17.25
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (ore 16.55 nei giorni della Novena)
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : A
Dicembre 2022 |
Domenica 18
IV di Avvento |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la quarta candela di avvento. Al termine benedizione delle statuine di Gesù Bambino Ore 16.00 (S. Paolo) : Ritiro dei catechisti che inizia con l’Adorazione eucaristica, in preparazione al Natale . Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale |
Lunedì 19 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale |
Martedì 20 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale
Ore 20.30 (S. Paolo) : “Recita di Natale” a cura dei ragazzi della parrocchia |
Mercoledì 21 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale |
Giovedì 22 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale |
Venerdì 23 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale
Ore 20.45 (S. Paolo) : “Cantiamo il Natale” meditazioni con il canto sull’evento natalizio con il coro “S. Paolo”, il coro “Dolci Note” e il coro “Kinnor” |
Sabato 24 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e Novena di Natale
Ore 22.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne della Notte |
Domenica 25
Natale del Signore |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)
(NO alle 8.00) |
1 – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 1,5-25 | Lc 1,26-38 | Lc 1,39-45 | Lc 1,46-55 | Lc 1,57-66 | Lc 1,67-79 |
Vivere il Mistero- La prima lettura presenta un testo di Isaia utile a leggere in profondità quanto racconterà il sogno di Giuseppe. Anche le prime righe della Lettera ai Romani pongono al centro della riflessione il mistero di Gesù Cristo, il Figlio di Dio nato nella casa di Davide e, al tempo stesso, costituito potente Figlio di Dio in forza della risurrezione. Il racconto che culmina nel sogno di Giuseppe inizia con le difficoltà che sperimenta lo sposo della Vergine. Il lettore biblico è rassicurato subito dalle parole introduttive dell’Evangelista: «Prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo». L’uomo protagonista del racconto, però, è pieno di insicurezze: di fronte a un’esperienza dura, cerca di venirne fuori con proposte anche poco sensate. Come potrà mai «ripudiare in segreto» la giovane sposa sospettata di umiliante infedeltà, senza far chiacchierare tutta Nazareth? Il dono del Signore permette a Giuseppe di diventare vero uomo d’Avvento. Le parole dell’angelo, nel sogno, lo rassicurano: il bambino sta nascendo da un concepimento verginale. Non c’è per lui nessuna vergogna; anzi, egli deve prendere in custodia la madre ed essere il padre che dà il nome al bambino concepito per opera dello Spirito Santo. L’Evangelista inserisce a questo punto una riflessione di collegamento con la Bibbia d’Israele. Si tratta di una citazione di compimento, presa da quella che nella liturgia odierna è anche la prima lettura. Quanto Matteo ha appena narrato è, di fatto, il compimento sovrabbondante di quanto era stato annunciato dal profeta Isaia. La citazione di compimento indica non una realizzazione speculare di un annuncio antico, ma una realizzazione debordante, ancora più ricca, di una parola profetica. Il profeta aveva annunciato «la vergine in futuro concepirà e darà alla luce un figlio». Bene, questa parola si compie – e in maniera sovrabbondante – nel fatto che Maria ha concepito il figlio rimanendo vergine. L’insieme del passo sviluppa così un aspetto importante della cristologia: Gesù è nato per opera dello Spirito Santo, ossia da una vergine resa feconda dall’azione creatrice dello Spirito. Matteo presenta inoltre una soteriologia nitida, sviluppata a partire dall’etimologia del nome che questo bambino deve ricevere: «Tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà. il suo popolo dai suoi peccati». La figura di Giuseppe è estremamente istruttiva per chi voglia vivere a fondo l’Avvento. Come uomo giusto e figlio d’Israele, Giuseppe aveva certo accesso alla speranza e alle dinamiche dell’attesa. Egli infatti, in quanto educato a quelle stesse profezie proposte anche a noi in queste settimane verso il santo Natale, è già da sempre un uomo dell’Avvento. Il racconto evangelico di oggi, però, ci mostra come per Giuseppe, a un certo punto della sua vita – quando è stato messo di fronte al dubbio e alla difficoltà, causati dalla non spiegata maternità di Maria l’Avvento sia diventato una dimensione di speranza ancora più sostanziale. Soltanto permettendo che la Parola di Dio – venuta a lui dall’angelo apparso nel sogno – impastasse diversamente la sua vita concreta, Giuseppe è diventato l’uomo dell’obbedienza, ossia un itinerante incamminato verso il futuro di Dio. «Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa». (don E. Manicardi)
Spazi per la liturgia- L’Ambone (continuazione) (di don D. Ravelli)
La perdita di vista del corretto simbolismo legato a questo luogo liturgico ha portato nella storia a fare dell’«ambone», memoria e annuncio della risurrezione, prima un «pulpito» per la predicazione parenetica e poi un semplice «leggio» per la lettura rituale. Nell’attuazione della riforma liturgica conciliare, l’ambone viene riscoperto come un elemento importante della celebrazione della Parola. In relazione alla sua funzione, è il luogo liturgico da dove si proclama la Parola di Dio, il «centro spaziale» di tutta la liturgia della Parola. L’OGMR al cap. V, dedicato alla disposizione e arredamento delle chiese, introduce il paragrafo sull’ambone con queste espressioni: «L’importanza della Parola di Dio esige che vi sia nella chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunciata, e verso il quale, durante la Liturgia della Parola, spontaneamente si rivolga l’attenzione dei fedeli» (309). È dunque la dignità della Parola di Dio e del suo annuncio a esigere un luogo adeguato e solenne per la sua proclamazione, tale che questo possa trovare con facilità tutta l’attenzione dovuta da parte dei fedeli radunati. Viene inoltre recuperata la sua funzione iconica di testimone e annunciatore della risurrezione: in esso si compie «la proclamazione pasquale della Parola». Nel periodo pasquale, infatti, il cero pasquale, simbolo del Cristo risorto, è posto possibilmente accanto all’ambone, a volte inserito in un candelabro fisso, e viene acceso durante le celebrazioni liturgiche. Nella grande Veglia pasquale, dopo la processione con il cero, dall’ambone è proclamato o cantato I’Exultet. Inoltre nel giorno dell’Epifania, subito dopo la lettura del Vangelo, il diacono, o il sacerdote o un altro ministro idoneo, annuncia la data della Pasqua. [7-continua]