Programma dal 2 al 10 marzo 2024

Letture: Genesi 22,1-2.9a.10-13.15-18 / Salmo 115 / Romani 8,31b-34

Signore, tu hai parole di vita eterna.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (2,13-25)

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 02 18.00 + Montanari Dircea

+ Preda Maria Teresa

Domenica 03 10.30 + Franca e coniugi Mussino e Giacometti

+ Amatulli Felice

Lunedì 04
Martedì 05 8.00 + Luigi Rizzi detto Carlo
Mercoledì 06 18.00 + Masi Cesare e Tosca e Masi Domenico

Per Kamilia (vivente) e la sua salute

Giovedì 07
Venerdì 08
Sabato 09
Domenica 10 10.30

18.00

+ Vrenna Giuseppe e Scicchitano Teresa

+ Gagliardi Bruno e Resta Albertina

+ Pia Mazzetti (anniv.)

Orario Confessioni Venerdì ore 11.0012.00 (don Pietro)

Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00 Venerdì ore 2030

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (escluso venerdì e domenica)

Venerdì ore 17.00 Via Crucis

ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Domenica ore 16.55 S. Rosario

ore 17.30 Via Crucis

Anno : B

Marzo 2024

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 03

III di Quaresima.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 15 (S. Cassiano) : Incontro dei ragazzi che si preparano al sacramento della Cresima col nostro vescovo.

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Martedì 05 Ore 20.45 (oratorio) : Incontro genitori dei fanciulli che si stanno preparando a ricevere il sacramento della 1a Comunione
Mercoledì 06 Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”
Venerdì 08

Astinenza

Non c’è la S. Messa alle ore 8.00)

Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.30 (S. Paolo) : 4a Stazione Quaresimale

(Unica S. Messa in S. Paolo)

Sabato 09 Ore 17.00 (S. Paolo) : S. Rosario seguito dalla celebrazione del Sacramento dell’”Unzione degli Infermi”
Domenica 10

IV di Quaresima

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa e benedizione dei componenti del Consiglio Pastorale Parrocchiale

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Nota – L’ 8 e 9 marzo ha luogo la “24 ore per il Signore” iniziativa quaresimale di preghiera e riconciliazione voluta da Papa Francesco. Il sacerdote è disponibile per la confessione Venerdì dalle 10.00 alle 11.30 e sabato dalle 11.00 alle 12.00.

Visita alle famiglie con benedizione

04 mar. – 08 mar.

(dalle ore 15.00)

Lunedì 04 : Via Vicini (pari)

Martedì 05 : Via Vicini (dispari)

Giovedì 07 : Via Baldini (pari),

via Baldini (dispari dal n.1 al n. 79)

Venerdì 08 : Via Baldini (dispari dal n. 85 alla fine)

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 4,24-30 Mt 18,21-35 Mt 5,17-19 Lc 11,14-23 Mc 12,28b-34 Lc 18,9-14

Vivere il mistero – La liturgia di questa domenica si apre con la memoria dell’alleanza stretta fra Dio e il suo popolo attraverso il dono delle «Dieci parole» sul monte Sinai. Dopo l’Alleanza rinnovata con Noè tra i flutti del diluvio e quella ratificata con Abramo nell’angoscia del Moria, oggi siamo invitati a riascoltare quelle parole che non vogliono limitare, bensì fortificare la nostra libertà creando un argine alle onde anomale del nostro egoismo che sono sempre in agguato. Per questo il cosiddetto decalogo comincia con la memoria: «lo sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile» (Es 20,2). Ben diversa è l’aria che si respira nei cortili del tempio, così bello e glorioso, da essere anche così costoso da avere bisogno di tutto un mercato che ne assicuri il funzionamento e lo splendore: «gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete» (Gv 2,14).  La grandezza ha un prezzo che rischia di schiacciare la bellezza di un dono reciproco e l’amore ha sempre una dose di follia che si manifesta nel mistero di «Cristo crocifisso: scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani» (1Cor 1,23). Non c’è nulla di più sovversivo dell’amore e non c’è nulla di più rivoluzionario della gratuità: «Ma egli parlava del tempio del suo corpo» che sarà innalzato sulla croce su cui è rivelata non la grandezza, bensì «la debolezza di Dio» (1Cor 1,25). La divina dolcezza di Gesù prende oggi i tratti di una santa collera. Davanti all’ipocrisia e alla falsa ingenuità l’unica soluzione promettente è fare il vuoto. Non possiamo che ringraziare per la chiarezza e l’incisività con cui il Signore ci mette di fronte alle esigenze di una vita che sia realmente secondo il cuore di Dio, senza mai cedere a nessuna logica di mercato. Come i discepoli siamo tenuti a ricordare le parole e i gesti del Signore per evitare che la commercializzazione, persino spirituale, allarghi il fossato tra noi e il Vangelo per mancanza di gratuità. La risposta del Signore Gesù ai Giudei si contestualizza in un tempo preciso e simbolicamente forte: «Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù sali a Gerusalemme». La festa che ricorda il dono della libertà offerto da Dio al suo popolo, diventa l’occasione per vendere di più, mentre dovrebbe essere il momento in cui donare di più, per donarsi di più. Per questo il Signore sembra lanciare proprio la sfida del dono a quanti gli chiedono un «segno» che rafforzi la logica del «mercato» e per questo impegna la sua persona in modo totale, unico, definitivo: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». San Paolo annoterebbe: «Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Cor 1,24) che si rivela però non nella forza dell’evidenza e nella ferrea e precisa logica dei «cambiamonete» (Gv 2,15), ma nella «debolezza» (1 Cor 1,25) del dono di sé. I «tre giorni» di cui parla il Signore non vogliono entrare in concorrenza con «i quarantasei anni» (Gv 2,20) di Erode, ma desiderano elevare la storia degli uomini nei tempi e nei modi della «stoltezza di Dio» (1 Cor 1,25) che diventa la sapienza cui dobbiamo conformare la nostra vita. (d. Renato De Zan)

Spazi per la liturgia- La sede del celebrante (prima parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

Nei primi due secoli del cristianesimo il luogo della preghiera comune era semplicemente la domus, cioè la «casa privata», nella quale il presidente della celebrazione stava come un padre di famiglia tra i fedeli radunati attorno, probabilmente senza riservargli alcun seggio particolare, per leggere prima gli scritti degli Apostoli e poi celebrare la Cena del Signore. Successivamente, quando la fede cristiana vide una grande espansione e le case private non bastavano più a contenere il grande numero dei nuovi fedeli, venne destinata specificatamente una costruzione alla preghiera e alla sinassi eucaristica, la cosiddetta domus ecclesiae, simile a una abitazione ma adibita esclusivamente al culto. Sebbene sembri difficile ricostruire in essa la disposizione interna dell’aula liturgica e in particolare del luogo proprio del celebrante, pare tuttavia che già in queste prime costruzioni vadano delineandosi precise caratteristiche per i principali poli celebrativi e anche per la sede liturgica. Infatti, un antico direttorio siriaco del III secolo prescrive di collocare a oriente la sede per il vescovo, circondata ai due lati da altri seggi più semplici per i presbiteri (cf. Didascalia Apostolorum II, 57, 3-4). Quindi resta già attestato in quest’epoca, oltre a un orientamento dell’aula, un luogo preciso della presidenza. A questa indicazione possiamo aggiungerne un’altra che ci viene da una testimonianza archeologica a Dura Europos, nel deserto della Siria, dove è stata rinvenuta una domus ecclesiae costruita intorno al 230 e rimasta in uso per una ventina d’anni: l’aula liturgica, destinata alla celebrazione eucaristica e posta accanto a quella del battistero, conserva una pedana di pietra rialzata che, per la sua posizione e significato, può aver costituito la predella della sede per il presidente della celebrazione, il vescovo, e sulla quale trovava posto un seggio mobile e di legno. Accanto a essa si potevano mettere gli altri ministri e di fronte i laici, i quali trovavano dei banchi per sedersi, ma che scomparvero assai presto per ricomparire solo in epoca moderna. Quando cominciò dal IV secolo la fioritura delle basiliche cristiane, edificate in tutte le province dell’impero romano diventato cristiano per raccogliere grandi assemblee, il luogo della presidenza assunse connotati ancora più precisi. (2 continua)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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