Programma dal 2 al 10 settembre 2023

etture: Geremia 20,7-9 / Salmo 62 / Romani 12,1-2

Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

Dal Vangelo secondo Matteo (16,21-27)

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.

Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?

Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 02
Domenica 03 10.30

18.30

+ Stefano e Maria Baldini

+ Balestri Franco, Enzo, Edgardo ed Elisa Dalle Vacche

+ Emilia e Veliano Chiarini

Lunedì 04
Martedì 05
Mercoledì 06
Giovedì 07 18.30 + Tellarini Adolfo e coniugi Marangoni
Venerdì 08
Sabato 09
Domenica 10 18.30 + Bertucci Carmelo

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario (escluso venerdì)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Anno : A

Settembre 2023

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 03

XXII del T. Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30

Ore 10.30 (oratorio) : S. Messa nel campo dell’oratorio

Ore 12.30 (oratorio) : Pranzo dell’ospitalità

Ore 16.00 (oratorio) : Pomeriggio e sera per bimbi e famiglie.

Lunedì 04 Ore 19.00 (oratorio) : “Cibi dal mondo” A tavola con le diversità culturali presenti sul territorio.
Martedì 05

S. Teresa di Calcutta

S. Messa ad orario feriale
Mercoledì 06 Ore 20.30 (oratorio) : Oratorio, quale futuro? Ci confrontiamo per dirci cosa pensiamo del futuro dell’oratorio.
Venerdì 08

Natività della

B.V. Maria

S. Messa ad orario feriale

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Ore 20.30 (oratorio) : Din Don Bimbo d’Oro

Sabato 09 Ore 21.00 (oratorio) : Din Don Dero d’Oro
Domenica 10

XXIII del T.Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 12.30 (oratorio) : Pranzo all’oratorio

Ore 18.00(oratorio) : 47° Palio del timone

La festa della Ripresa (ovvero un invito alla partecipazione)

Sabato 2 settembre alle ore 19 inizia la “Festa della Ripresa”

Tutti gli appuntamenti della festa sono riportati nel volantino a parte.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 4,16-30 Lc 4,31-37 Lc 4,38-44 Lc 5,1-11 Mt 1,1-16.18-23 Lc 6,1-5

Vivere il misteroIl testo biblico del Vangelo inizia con: «Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva…». Questo modo di narrare lega l’episodio di Mt I6,21-23 all’episodio precedente (professione di fede e primato di Pietro: Mt 16,13-20). La liturgia taglia l’espressione «Da allora…» e la sostituisce con il solito incipit liturgico «In quel tempo». Si tratta di un invito molto forte a concentrare l’attenzione sulla tematica essenziale: pensare secondo Dio. Il testo si apre con il primo «annuncio della passione». È interessante notare come sia invalso l’uso di chiamare «profezia della passione» un testo che invece racchiude sia l’annuncio della sofferenza e della morte sia l’annuncio della risurrezione di Gesù («…venire ucciso e risuscitare il terzo giorno»: v. 21). Croce e risurrezione sono i parametri con cui il cristiano è chiamato a valutare la propria esistenza: sofferenza e gioia sono gli estremi che si intersecano e si annodano nel mistero dell’esistenza e della salvezza. Non è possibile assolutizzarne uno solo. La proposta di Gesù è forte: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà». L’espressione «andare dietro a…» equivale a «essere discepolo di…». Il comando di rinnegare se stessi non può contraddire il comandamento «ama il prossimo tuo come te stesso» (cf. Mt 22,39). Cosa significa, dunque «rinnegare se stessi», se contemporaneamente uno deve amare se stesso? Se si presta attenzione al testo, la dicitura è chiara. Gesù chiede al discepolo di rinunciare ad amare se stesso secondo il pensiero degli uomini. Ne consegue che il comando di rinnegare se stessi va collocato nel pensiero degli uomini. Per gli uomini perdonare, occuparsi dei bisognosi, pregare, obbedire a Dio significa «rinnegare se stessi» perché non ci si realizza secondo la mentalità degli uomini (o per dirla come Adamo, non si diventa dio di se stessi). Alla luce di quanto detto si può capire il valore della frase di Gesù che sembra un secondo assurdo: «Chi vuol salvare la propria vita, la perderà...»: semplificando, rileggiamola così: «Chi vuole salvare la propria vita (secondo il pensiero degli uomini), la perderà (secondo il pensiero di Dio); ma chi perderà la propria vita per causa mia (secondo il pensiero degli uomini), la troverà (secondo il pensiero di Dio)». (don Renato De Zan)

Spazi per la liturgia- L’Altare (quarta parte) [] (di don D. Ravelli)

Dopo esserci soffermati sull’altare come «segno», ora ci occupiamo di esso come «oggetto» per la celebrazione, quindi dell’uso e della dignità che la Chiesa gli riserva nella liturgia e pure fuori di essa. Nella liturgia romana le espressioni di venerazione per l’altare sono: l’inchino di tutto il corpo, o profondo, il bacio e l’incensazione. L’inchino esprime la riverenza e l’onore che si danno normalmente alle persone o ai loro segni (cf. OGMR 275). L’Ordinamento Generale del Messale Romano stabilisce che, giunti in presbiterio, il sacerdote insieme al diacono e agli altri ministri salutano l’altare con un profondo inchino e Io ripetono prima di lasciare il presbiterio al termine della celebrazione (cf. nn. 49 e 90). Se nel presbiterio ci fosse il tabernacolo con il Santissimo Sacramento, invece dell’inchino, il sacerdote e i ministri genuflettono al loro arrivo e al loro allontanamento, ma non durante la Messa (cf. n. 274): il centro della celebrazione è l’altare, segno di Cristo, sul quale si perpetua e si rinnova per noi il sacrificio della Croce. Altro gesto liturgico di venerazione, secondo l’uso tramandato nei secoli, è il bacio dell’altare (cf. OGMR 273): subito dopo l’inchino, all’arrivo in presbiterio, il sacerdote e il diacono baciano l’altare e ugualmente fanno al termine della celebrazione, prima dell’inchino profondo di congedo (cf. lbidem, nn. 49 e 90). Il gesto del bacio durante la Messa, come segno di profonda venerazione, viene riservato nella liturgia romana anche a un altro elemento: l’Evangeliario. Il Libro dei Vangeli, per di più, è l’unico oggetto che può essere posto sull’altare durante la Messa al difuori di quanto serve esplicitamente per la liturgia eucaristica (cf. lbidem, n. 306). Altare ed Evangeliario godono, quindi, di un particolare rapporto perché sono segni visibili dell’unico «mistero di Cristo» che si rende presente nella proclamazione della sua Parola e nella celebrazione del memoriale della sua Pasqua. [1 continua]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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