Letture: Ezechiele 34,11-12.15-17 / dal Salmo 22 / 1Corinzi 15,20-26.28
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Dal Vangelo secondo Matteo (25,31-46)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 21 |
18.00 |
+ Antonio + Cavaliere Luigina e Chieregatto Mario |
Domenica 22 |
10.30 18.00 |
+ Castelli Adriano + Deremo e Luciana Per i parenti vivi e defunti delle fam. Dovadola-Ruffini e vivi e defunti di Dovadola Ivano Deff. fam. Galanti |
Lunedì 23 |
18.00 |
Per una famiglia (con l’intercessione della Santa Famiglia) |
Martedì 24 |
8.00 |
+ Massari Anna |
Mercoledì 25 |
18.00 |
+ Rita e Elmore e deff. delle fam. Ballelli e Gattucci |
Giovedì 26 |
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Venerdì 27 |
8.00 |
+ Dovadola Ivano |
Sabato 28 |
18.00 |
+ Lucia e Antonio Marabini |
Domenica 29 |
10.30 18.00 |
+ Montesi Natale + Liverani Paolo (anniv.) + Franchini Guerrina e Caruna Linda |
Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze
(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (16.55 nei giorni della Novena)
Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi
Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.
Anno : A Novembre 2020 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 22 N.S.G.C. Re dell’Universo |
Giornata diocesana per il Seminario Festa parrocchiale del Ringraziamento S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00) Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata dai lavoratori dei campi Ore 16.30 (S.Paolo) : Catechismo i ragazzi di II media che si preparano a ricevere il Sacramento della Cresima |
Venerdì 27 |
Ore 17.30 (S. Paolo) : S. Rosario e Adorazione Eucaristica Ore 20.45 (S. Cassiano) : Serata di canto, fraternità e riflessione in preparazione all’Avvento (trasmessa anche in Internet) |
Sabato 28 |
Ore 20.30 (Montericco) : Adorazione Eucaristica Vocazionale che si può seguire sulla pagina facebook del seminario : https://www.facebook.com/semimola |
Domenica 29 I di Avvento |
Giornata nazionale della Colletta alimentare S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00) Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
1 – La “Giornata nazionale della Colletta Alimentare” avrà luogo :
da sabato 21 novembre a martedì 8 dicembre
con modalità del tutto particolari (causa la attuale situazione) illustrate a parte.
2 – La Novena dell’Immacolata, considerando anche la attuale situazione
di limitata mobilità serale , verrà celebrata a partire dal 29 novembre
tutti i giorni alle ore 17.30.
Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.
La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).
Alla scuola di Gesù : |
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Lunedì |
Martedì |
Mercoledì |
Giovedì |
Venerdì |
Sabato |
Lc 21,1-4 |
Lc 21,5-11 |
Lc 21,12-19 |
Lc 21,20-28 |
Lc 21,29-33 |
Lc 21,34-36 |
Vivere il Mistero- Con la solennità di Cristo Re dell’universo si conclude l’itinerario dell’Anno liturgico. Riconoscere la sua signoria significa affermare che egli è: 1- Il pastore che si prende cura delle pecore deboli e disperse; 2- Il giudice giusto che separerà i buoni dai cattivi; 3- La primizia dei risorti; 4- Il re che si identifica con i poveri. Chi è l’uomo, si chiede l’orante del salterio? Gen 1,26 risponde che l’uomo è immagine e somiglianza di Dio. Ma cosa si intende per immagine e somiglianza? L’uomo è, ad un tempo molto simile a Dio ma anche non pienamente identificabile con lui. Ma non è tutto. Per la teologia cristiana, Dio ha creato l’uomo in Cristo. Il teologo Gustave Martelet rileggeva in questa formula le pagine iniziali di Genesi: «Dio creò l’Adamo (l’uomo) e lo pose in paradiso, cioè in Cristo», l’identità dell’uomo creato ad immagine e somiglianza non contiene, allora, solo il primo Adamo, ma soprattutto il secondo e definitivo Adamo, ovvero Gesù Cristo. Il giardino più che un luogo geografico, in questo orizzonte, è uno spazio relazionale: in Cristo ogni uomo ha accesso alla comunione con Dio. Per questo, l’uomo è visto anche come sacramento di Cristo. Al riguardo, papa Paolo VI ebbe a dire, a chiusura del Vaticano II, parole definitive: «Se ci ricordiamo che nel volto di ogni uomo, specialmente se reso trasparente dalle lacrime e dalle sofferenze, noi possiamo e dobbiamo riconoscere il volto di Cristo, il Figlio dell’uomo, e se nel volto di Cristo possiamo e dobbiamo riconoscere il volto del Padre celeste: “Chi vede me – dice Gesù – vede anche il Padre”, il nostro umanesimo diventa cristianesimo, e il nostro cristianesimo si fa teocentrico, tanto che possiamo altresì affermare: per conoscere Dio bisogna conoscere l’uomo». Ora possiamo leggere il grande affresco di Matteo, dove si dice che il Figlio dell’uomo, nella sua venuta gloriosa, siederà a giudicare l’operato di ogni uomo. Attenzione però: il giudizio non concerne un avvenire lontano; possiamo dire che il giudice divino mette in luce le dinamiche di accoglienza o rifiuto del presente. Scriveva Giovanni Paolo II nella Redemptor hominis: «Questa scena escatologica deve sempre essere applicata alla storia dell’uomo, deve essere sempre la misura degli atti umani: è come lo schema essenziale di un esame di coscienza per ciascuno e per tutti» (n16). Se la scena mette in atto un processo noi ora cercheremo di rispondere a tre domande. Chi è il giudice? Chi è il giudicato? E, su cosa verte il giudizio? Vediamo apparire nella gloria il Figlio dell’uomo designato poi come re, il quale ha provato tutte le umane fatiche (fame, sete, nudità e carcere). Con questi due attributi, uno glorioso e l’altro umano, viene delineato il volto di Gesù come vero Dio e vero uomo. Coloro che sono chiamati in giudizio non sono solo i cristiani, ma ogni uomo che è venuto in questo mondo. Il giudizio, infine, verte su atteggiamenti concretissimi che non sono atti di eroismo, ma atti che rientrano nei rapporti che investono la quotidianità, rapporti che devono essere contrassegnati dalla carità. La sorpresa sta nel fatto che il giudice si è identificato con l’uomo e soprattutto con l’uomo provato dalla sofferenza e dall’indigenza. Se Lutero parlava del Dio nascosto sulla croce, ora si deve parlare del Cristo nascosto nella croce del fratello. Quest’ultima si presenta, perciò, come luogo ove Dio ancora si manifesta e salva. Per vivere questo incontro sconvolgente non è necessaria, mi si capisca bene, la fede. Nel testo, coloro che hanno accolto Cristo sono sorpresi dalle sue parole: soccorrendo il povero, ad esempio, non pensavano certo di soccorrere Cristo. Sono i così detti cristiani anonimi. Costoro – e su questo dobbiamo riflettere seriamente – possono trovarsi fuori (fisicamente) dalla Chiesa ma, precederci in quella celeste.
Preghiera di Papa Francesco
O Maria,
tu risplendi sempre nel nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,
che presso la croce
sei stata associata al dolore di Gesù,
mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo romano,
sai di che cosa abbiamo bisogno
e siamo certi che provvederai
perché, come a Cana di Galilea,
possa tornare la gioia e la festa
dopo questo momento di prova
Aiutaci, Madre del Divino Amore,
a conformarci al volere del Padre
e a fare ciò che ci dirà Gesù,
che ha preso su di sé le nostre sofferenze
e si è caricato dei nostri dolori
per condurci, attraverso la croce,
alla gioia della risurrezione. Amen.