Programma dal 23 al 31 marzo 2024

Letture: Isaia 50,4-7 / Salmo 22 / Filippesi 2,6-11

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Dal Vangelo secondo Marco (15,1-39) [forma breve]
Al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Costrinsero a portare la croce di lui un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. (Qui si genuflette e si fa una breve pausa) Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».

Parola del Signore

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : B

Marzo 2024

Domenica 24

Le Palme

Raccolta a favore dell’ ”Opera S. Teresa di Ravenna”

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.15 (oratorio) : Benedizione delle Palme e processione fino alla chiesa di S. Paolo.

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa

Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 20.30 (oratorio) : Assemblea parrocchiale organizzativa per la “Festa della Ripresa”

Mercoledì 27 Ore 8.00 (S. Paolo) : S. Messa (NO alle 18.00)

Ore 19.00 (S. Cassiano) : S. Messa del Crisma

Giovedì 28

Santo

Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Messa Solenne “In Coena Domini”

a seguire : Adorazione fino alle ore 23.00

Venerdì 29

Santo

Astinenza e Digiuno

Ore 15.00 (S. Paolo) : Via Crucis

Ore 17.10 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Ore 20.30 (S. Paolo) : Celebrazione della Passione del Signore

Sabato 30

Santo

Ore 9.30–12 e 15.30–18 (S. Paolo):Benedizione delle uova

Ore 17.10 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

Ore 21.30 (S. Paolo) : Veglia Pasquale

Domenica 31

Pasqua di Resurrezione

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne

Ore 17.40 (S. Paolo) : Novena della Divina Misericordia

VITA ECCLESIALE

Sabato 23 18.00 + Solaroli Giovanna
Domenica 24 10.30 + Amodeo Melchiorre e Milotta Maria, Di Liberto Giuseppe e Giorlando Maria

+ Mazzanti Antonio e per Monia (vivente)

Lunedì 25 18.00 Vivi e defunti delle famiglie Dovadola – Ruffinie secondo le intenzioni di Maria Teresa

+ Giannina, Rina, Fausta, Magda e Bighi

Martedì 26 8.00 + Renato Silvio
Mercoledì 27 8.00 + Dovadola Ivano, Monica, Silverio e Ruffini Armanda
Giovedì 28 20.30 + Montesi Natale
Venerdì 29
Sabato 30
Domenica 31 10.30

18.30

+ Bufano Margherita

+ Sangiorgi Tomaso, Vittorina e Giacomo e deff. della famiglia

+ Berardi Francesco, Maria, Demo e Luigi

Per le anime del Purgatorio e secondo le intenzioni di Maria Teresa

MattinoPomeriggioSera

Lunedì 25 : Ore 20.45 – 22.00

Martedì 26 : Ore 20.45 – 22.00

Giovedì 28 : Ore15.00-19.00 21.45 – 23.00

Venerdì 29 : Ore 10.00-12.0018.00-19.00

Sabato 30: Ore 9.30-12.0015.00-19.00

Domenica 31: Ore 16.30-18.00

Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Le Confessioni della Settimana Santa

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00 Venerdì ore 2030

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario

Venerdì ore 17.10 Inizia la Novena della Divina Misericordia

Domenica delle Palme ore 16.55 S. Rosario ore 17.30 Via Crucis

Domenica di Pasqua ore 17.40 Novena e 17.55 S. Rosario

AIn sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.

Visita alle famiglie con benedizione

25 mar. – 27 mar.

(dalle ore 15.00)

Lunedì 25 : Via Gramsci (pari)

Martedì 26 : Via Gramsci (dispari)

Mercoledì 27 : Via Pertini

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 12,1-11 Gv 13,21-33.36-38 Mt 26,14-25 Gv 13,1-15 Gv 18,1-19,42 Mc 16,1-7

Vivere il mistero – Gesù entra in Gerusalemme come un re, ma questo passaggio attraverso la folla che lo osanna, è per il Cristo una sorta di grande prova per imparare a passare in mezzo al mare della tribolazione, ormai vicina, con un cuore libero e sereno. Il Signore Gesù sa accogliere gli osanna e, parimenti, gli insulti rimanendo saldo nella propria pace interiore. La regalità che immaginiamo come privilegio ed esenzione dalla comune condizione di tutti, diventa per il Signore Gesù perfezione di consenso e pienezza di assunzione di tutto ciò che è umano negli aspetti più gloriosi e in quelli più umilianti. Il cammino del Signore verso la sua passione è vissuto in una consapevolezza che si potrebbe ritenere una forma di grande lucidità che rifiuta ogni illusione di comode soluzioni. Lo dice ai suoi discepoli e lo ricorda a tutti noi, dichiarando fino in fondo ciò che sta succedendo: «Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura». Il grido che risuona in modo fortissimo sulle labbra di Gesù morente, sale pure dal nostro cuore non solo davanti alla morte di Gesù, ma anche davanti a ogni forma di ingiustizia, di prevaricazione e di cattiveria: «Perché?». Il Signore Gesù, prima di spirare e nella tenebra più fitta della croce, non trova altre parole se non quelle del salmo «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?» mentre nella casa di Simone il lebbroso – a Betania – «ci furono alcuni che si sdegnarono tra di loro: “Perché questo spreco di profumo?”». Il «Figlio di Davide» che riconosciamo e acclamiamo all’inizio della solenne liturgia delle Palme, si rivela fino in fondo «Figlio di Dio» – come testimonia il centurione – proprio perché ha saputo spezzare e versare la sua vita come pane e vino donati. In questo modo il Cristo segue e imita il gesto di quella donna che gli ha fatto intuire il mistero di sovrabbondante dono in cui stava per entrare e che si potrebbe riassumere dolorosamente e amorevolmente in quel «ruppe il vaso di alabastro… versò il profumo». Gesto di rarissima umanità che viene colto e accolto da Gesù e che, al contrario, suscita le ire degli astanti e, in particolare, di «uno dei Dodici» che trova la forza di andare a consegnare Gesù in cambio di poco e vile «denaro» . Forse è proprio attorno a questo gesto che si dovrebbe levare il più forte e sofferto «Perché?». Sì, a causa del tradimento dell’amore venduto perché disprezzato e quindi terribilmente sprecato. Eppure sembra che nonostante Giuda – e in lui ciascuno di noi – «cercava come consegnarlo al momento opportuno» il Signore non fa altro che consegnarsi completamente, trasformando se stesso alla stregua di quei «mantelli» su cui aveva trionfalmente e umilmente camminato entrando a Gerusalemme. Con un gesto di donna si apre la passione, con un gesto di uomo si chiude: «Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù». Questo tempo prezioso ci viene dato come occasione propizia per crescere nel coraggio di essere umani. Ma dove possiamo attingerlo se non riconoscendo nel «modo» di vivere e morire di Gesù il modello unico della nostra vita che comporta molte morti? Eppure il centurione non ha più dubbi: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio». Nello spazio di una medesima liturgia la gioia dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, scandito dall’entusiastico «osanna», si tramuta in silenzio pensoso e quasi penoso davanti al grido: «Crocifiggilo». (d. Renato De Zan)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

Lascia un commento