Programma dal 24 giugno al 2 luglio 2023

Letture: Geremia 20,10-13 / Salmo 68 / Romani 5,12-15

Nella tua grande bontà, rispondimi, o Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (10,26-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:

«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.

E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 24 18.30 Per una persona defunta

+ Albonetti Sofia

Domenica 25 10.30

18.30

+ Alma, Alfonso, Maria e don Orfeo

Per una persona defunta

+ Bolognesi Gabriella e Rocco Pavone

Lunedì 26 18.30 + Ghiselli Antonietta
Martedì 27 8.00 + Dovadola Ivano, Monica, Silverio e Ruffini Armanda
Mercoledì 28 18.30 + Elmore e Rita
Giovedì 29 18.30 + Montesi Natale
Venerdì 30
Sabato 01
Domenica 02

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario (escluso venerdì)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : A

Giugno – Luglio 2023

Domenica 25

XII del T. Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)
Mercoledì 28 Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”
Giovedì 29

Ss. Pietro e Paolo

S. Messa ad orario feriale
Venerdì 30 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario
Sabato 01 Primo sabato del mese

Ore 7.30 (S. Paolo) : Partenza a piedi in pellegrinaggio verso il Santuario e recita del S. Rosario.

Ore 8.00 (Santuario) : Celebrazione della S. Messa.

Domenica 02

XIII del T.Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

1- Continua all’Oratorio la preparazione dei tortellini per la Festa della Ripresa secondo il medesimo programma:

Lunedì, Martedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 20.30 alle ore 22.30.

2- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 7,1-5 Mt 7,6-12.14 Mt 7,15-20 Mt 16,13-19 Mt 8,1-4 Mt 8,5-17

Vivere il Mistero– Il cristiano sa che nel mondo la sua vita non sarà senza difficoltà. Gesù aveva detto: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20). Questa difficoltà può portare il credente a diventare un personaggio trasparente nella società e a ridurre la propria fede a qualcosa che piaccia personalmente. La religione «fai da te» oggi, purtroppo, è la più gettonata. Diventa, perciò, importante il «mio» modo di immaginarmi Dio, il «mio» modo di rapportarmi con Lui, il «mio» momento di raccoglimento, il «mio» modo di sentire la verità di fede, il «mio» modo di pensare la morale. I Padri della Chiesa, di fronte a questo atteggiamento dove il mio «io» diventa un assoluto, avrebbero obiettato che Gesù ci ha insegnato a dire «Padre nostro», e non «Padre mio». Gesù era stato chiaro in merito: il cristiano è colui che testimonia Gesù Cristo davanti a chiunque, in ogni situazione della vita, in qualunque momento: «Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio». Il testo di Mt 10,26-33 è compatto, esegeticamente ben delimitato. Fa parte del grande discorso apostolico di Gesù. Il brano è caratterizzato dall’uso del verbo greco fobèo (temere), che purtroppo viene tradotto in italiano con vocaboli diversi (Non li temete dunque; non abbiate paura; temete piuttosto, non abbiate dunque timore). L’uso del verbo permette di dividere il testo in due momenti. Il testo di Mt 10,26-31, dove il verbo è usato, è articolato sul comando «Non abbiate paura» (Mt 10,26.28.51), espressione che si colloca all’inizio, al centro e alla fine del testo. Viene presentato ciò che per davvero il discepolo non deve o deve temere. Il testo di Mt 10,32-33 è costruito su un parallelismo antitetico che ruota attorno alla coppia verbale «riconoscere- rinnegare» (Mt 10,32: mi riconoscerà / lo riconoscerò; Mt 10,32: mi rinnegherà / lo rinnegherò). Vi si trova l’illustrazione del legame strettissimo fra la testimonianza del discepolo davanti agli uomini e la testimonianza di Gesù davanti al Padre. Sappiamo che fin dall’inizio la Chiesa ha dovuto combattere contro i gruppi che si dicevano depositari di una rivelazione segreta di Dio. Il discepolo non deve aver paura di coloro che si ritengono depositari di segreti spirituali particolari. Gesù dice che il cristianesimo non ha «segreti». Le persecuzioni, del passato e del presente, uccidono i testimoni della fede. Gesù dice che non c’è da temere il martirio, ma se si dovesse fare una graduatoria del timore, Dio andrebbe collocato in cima. Egli ha il potere vero di vita e di morte, compresa quella eterna, sugli uomini («Temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna»). Dio, però, non intende avvalersi di questa prerogativa, quella cioè di essere il «temibile». Preferisce essere esperimentato come colui che si prende cura dell’uomo, preferisce essere il paterno e l’amabile. (don Renato De Zan)

Spazi per la liturgia- L’Altare (terza parte) [] (di don D. Ravelli)

La nostra ricerca sull’altare, dopo avere percorso la storia nella liturgia della Chiesa latina (prima parte) e averlo collocato nel pensiero e alla luce del Concilio Vaticano II (seconda parte), in questa terza parte vuole fissare lo sguardo sulla sua presenza concreta nel cuore delle nostre chiese: prima per scrutare il «mistero» che l’altare racchiude come «segno» e poi per cogliere la «dignità e l’onore» dovutigli nel suo utilizzo come «ara e mensa» per il sacrificio eucaristico. Questo simbolo e oggetto insieme rimane costantemente nell’aula ecclesiale, anche vuota, come «memoria» di quanto la Chiesa vi celebra, suscitando sentimenti di grande e grato «stupore»: su di esso si vede e si tocca l’amore di Dio nel Mistero eucaristico, che è sacrificio, presenza e banchetto. Scrive Giovanni Paolo II nella sua Lettera enciclica dedicata all’Eucaristia: «Giustamente il Concilio Vaticano II ha proclamato che il sacrificio eucaristico è “fonte e apice di tutta la vita cristiana” (LG 11). “Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini” (PO 5). Perciò lo sguardo della Chiesa è continuamente rivolto al suo Signore, presente nel Sacramento dell’Altare nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso amore». Per questo – come ci ha ricordato Benedetto XVI – san Tommaso d’Aquino Io definisce «sacramento della carità» perché «è il dono che Gesù Cristo fa di se stesso, rivelandoci l’amore infinito di Dio per ogni uomo […] e [nel sacramento eucaristico] continua ad amarci “fino alla fine”, fino al dono del suo Corpo e del suo Sangue». Guardando l’altare, dunque, dovremmo poter ripetere pure noi: «Quale stupore e meraviglia suscita nel nostro cuore il Mistero eucaristico!».

[1 continua]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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