Programma dal 27 agosto al 4 settembre 2022

Letture: Siracide 3,17-20.28-29 / Salmo 67 / Ebrei 12,18-19.22

Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

Dal Vangelo secondo Luca (14,1.7-14)

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 27 18.30 Dovadola Maria Teresa (vivente) e deff. Dovadola Ivano, Monica, Silverio e Ruffini Armanda
Domenica 28 10.30

18.30

+ Brignani Adriano

+ Veliano ed Emilia Chiarini

Lunedì 29 18.30 + Montesi Natale

Deff. fam. di Assuncionn

Martedì 30 8.00 + Saveria
Mercoledì 31 18.30 + Sebastiano
Giovedì 01 18.30 Secondo l’intenzione della famiglia di Davide
Venerdì 02
Sabato 03 18.30 Deff. della famiglia di Thommana
Domenica 04 10.30

18.30

+ Giuseppe

Secondo le intenzioni di Maria Teresa e per i deff. Dovadola Ivano, Monica e Silverio e Ruffini Armanda

+ Primo e Maria Chiarini

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni (escluso il venerdì) ore 17.50 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : C

Agosto – Settembre 2022

Domenica 28

XXII del T. O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)
Lunedì 29

Martirio di

S. Giovanni B.

Ss. Messe ad orario feriale
Venerdì 02 Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Sabato 03 Primo sabato del mese

Ore 7.30 (S. Paolo) : Partenza in processione verso il Santuario della B.V. della Consolazione recitando il S. Rosario.

Ore 8.00 (Santuario) : Celebrazione della S. Messa

Domenica 04

XXIII del T. O.

Ss. Messe alle ore 10.30 (oratorio) e 18.30 (S. Paolo)

Ore 10.30 (oratorio) : S. Messa nel campo dell’oratorio

(in caso di maltempo la S. Messa sarà celebrata in S. Paolo)

Ore 12.30 (oratorio) : Pranzo dell’ospitalità

La festa della Ripresa (ovvero un invito alla partecipazione)

Continua la preparazione alla festa :

Giovedì 1 e venerdì 2 settembre, all’oratorio, a partire dalle ore 20.30

e sabato 3 settembre dalle 8.30 in poi… si continua con la preparazione delle strutture.

Chi può è invitato a dare il proprio contributo.

Sabato 3 settembre alle ore 19 inizia la “Festa della Ripresa”

Tutti gli appuntamenti della festa sono riportati nel volantino a parte.

1In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola che rappresentano un modo per sostenere nel bisogno materiale una comunità che instancabilmente prega per tutti noi.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mc 6,17-29 Lc 4,31-37 Lc 4,38-44 Lc 5,1-11 Lc 5,33-39 Lc 6,1-5

Vivere il Mistero- La liturgia odierna apre con un bel grappolo di assiomi concernenti la mitezza, la generosità e l’umiltà. È soltanto attraverso questi atteggiamenti che si può sperare di percepire qualcosa dell’autentica rivelazione divina, come lascia intendere la prima lettura. La seconda lettura comincia descrivendo lo stile dell’antica alleanza con tutta la sua visibilità e con l’implicito rischio che essa risvegli un senso di lontananza e, addirittura, muova a spavento. La nuova alleanza si basa invece su uno stile di accoglienza e comunicazione spirituale, che si adatta meglio alle sensibilità delle singole persone e richiede un’adesione personale e profonda. Il brano evangelico insiste sulla necessità di essere umili e di fare, con i propri beni, scelte generose e lontane da ogni opportunismo. Cominciamo con l’evidenziare alcune osservazioni capaci di colpire l’attenzione di un ascoltatore sensibile: così, per esempio, il confronto inatteso tra mitezza e generosità, con il primato concesso alla prima. Certamente ci si può chiedere perché sia possibile questo confronto e questa valutazione. Certamente la generosità è un atteggiamento molto gradito a chi è nel bisogno e riceve una solidarietà che può essere decisiva. Ma è altrettanto vero che la mitezza ci presenta, da parte dell’altro, il dono più grande che è l’accoglienza della nostra persona, senza che ci venga fatto pesare quanto in noi è meno gradevole o felice. Un’altra grande virtù che ottiene lo speciale elogio dell’antico sapiente è l’umiltà. Soprattutto quando è affiancata alla grandezza, essa fa respirare all’interlocutore un senso di piena accoglienza che crea una comunione fra gli uomini e fa trovare «grazia davanti al Signore». Per quanto concerne gli uomini orgogliosi e superbi accade l’esatto contrario: anche in presenza di notevoli virtù, rimane sempre il sospetto che in loro sia «radicata la pianta del male». Di conseguenza, da un momento all’altro, potrebbe emergere da costoro qualche escrescenza cattiva. Le due affermazioni «Ai miti Dio rivela i suoi segreti» e «Dagli umili egli è glorificato» – mostrano che gli atteggiamenti della mitezza e dell’umiltà sono quelli più adeguati per accogliere nella nostra vita il Signore. Entrando per un pranzo offertogli da uno dei capi dei farisei, Gesù si rivolge prima agli altri invitati e poi dirige alcune parole precise all’ospitante. La parabola rivolta agli invitati è, di fatto, un consiglio di buon senso e di astuzia. Chi sceglie di accomodarsi dietro, tra gli ultimi posti, non corre certo il rischio di essere fatto indietreggiare con vergogna. Anzi, proprio per chi sa scegliere i posti più lontani si apre la possibilità che il padrone inviti a salire più avanti, in posti di maggior onore. La superbia e l’eccessiva valutazione di sé non porta a posizione di vera autorevolezza e potere, ma ci mantiene in collocazioni fragili e in pericolo di retrocessione. La parabola chiede con un assioma molto forte: «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). In questa sintesi possiamo riascoltare un compendio felice del Magnificat di Maria: «Il mio Spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. … Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,47-52). Gesù raccomanda al capo dei farisei che lo ha invitato a pranzo di far entrare nella sua sala solo coloro che non possono ricambiare: «poveri, storpi, zoppi, ciechi» (Lc 14,13). Il contraccambio appare il vero rischio. Se inviti i poveri, sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Invece amici, fratelli, parenti e vicini ricchi ti risponderanno con un invito di cortesia. Se chiami costoro corri il rischio di essere, di fatto, non a livello di dono, ma piuttosto di investimento. L’umiltà e la mitezza esaltate dal Siracide trovano in questa doppia parola di Gesù una concretizzazione eminente e senza ambiguità. Un modesto sentire di sé e una mitezza che lascia vedere la presenza dei poveri sono due porte che spalancano a ciò che è veramente spirituale. Il fatto che questi non abbiano di che ricambiare permette di accumulare pegni per trovare la ricompensa alla risurrezione di giusti. La liturgia odierna è un appello ben articolato ad abbandonare la logica delle cose «tangibili». Ciò che diventa subito visibile – come un buon posto, una sana visibilità, una capacità di intessere relazioni vivaci e gratificanti con il proprio mondo – in realtà tiene lontano dal cielo. I giusti resi perfetti, che troveranno ricompensa nella risurrezione, sono proiettati piuttosto a gesti che non sono destinati a nessun tornaconto terreno. Umiltà, mitezza, generosità, sentire modesto di se stessi sono le qualità e le virtù necessarie a chi ha veramente compreso il messaggio escatologico di Gesù (e di Maria): «Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). (don Ermenegildo Manicardi)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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