Programma dal 3 all’11 settembre 2022

Letture: Sapienza 9,13-18 / Salmo 89 / Filemone 1,9b-10.12-17

Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Dal Vangelo secondo Luca (14,25-33)

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro

«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.

Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 03

18.30

  • Deff. della famiglia di Thommana

Domenica 04

10.30

18.30

+ Giuseppe

Secondo le intenzioni di Maria Teresa e per i deff. Dovadola Ivano, Monica e Silverio e Ruffini Armanda

+ Primo e Maria Chiarini

Lunedì 05

   

Martedì 06

   

Mercoledì 07

   

Giovedì 08

18.30

+ Adalgisa e Firmino

Venerdì 09

   

Sabato 10

18.30

  • Per Nicola, Daniel e famiglia (viventi)

Domenica 11

10.30

+ Ademara e deff. famiglie Ghetti e Valenti

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni (escluso il venerdì) ore 17.50 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia riprende nel prossimo ottobre

Anno : C

Settembre 2022

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 04

XXIII del T. O.

Ss. Messe alle ore 10.30 (oratorio) e 18.30 (S. Paolo)

Ore 10.30 (oratorio) : S. Messa nel campo dell’oratorio

(in caso di maltempo la S. Messa sarà celebrata in S. Paolo)

Ore 12.30 (oratorio) : Pranzo dell’ospitalità

Ore 18.00 (oratorio) : XLVI edizione del “Palio del Timone”

Lunedì 05

S. Teresa di Calcutta

Ss. Messe ad orario feriale

Ore 20.30 (oratorio) : Ginnastica ritmica

Martedì 06

Ore 20.30 (oratorio) : Incontro con Costanza Miriano, giornalista, in una serata di discussione ed approfondimento sul ruolo della donna e dell’uomo nella chiesa e nella società

Giovedì 08

Natività della B. V. Maria

Ss. Messe ad orario feriale

Ore 19.45 (Campanile) : S. Rosario

Ore 20.15 (Campanile) : S. Messa

Ore 21.00 (Campanile) : Adorazione Eucaristica di vicariato per le vocazioni

Venerdì 09

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Sabato 10

Ore 21.00 (oratorio : Commedia dialettale

Domenica 11

XXIV del T. O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)

Ore 12.30 (oratorio) : Pranzo della comunità

Ore 16.00 (oratorio) : Giochi per bambini e famiglie

Ore 20.30 (oratorio) : Giochi senza Quartiere

La festa della Ripresa

(ovvero un invito alla partecipazione)

Sabato 3 settembre alle ore 19 inizia la “Festa della Ripresa”

Consultare il volantino per il dettaglio degli appuntamenti della festa.

Alla scuola di Gesù :

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

Lc 6,6-11

Lc 6,12-19

Lc 6,20-26

Mt 1,1-16.18-23

Lc 6,39-42

Lc 6,43-49

Vivere il Mistero- L’odierna liturgia della Parola inizia con un testo che ritrae la difficoltà dell’uomo a capire le cose del cielo e finisce per affermare che gli uomini furono istruiti e salvati per mezzo della sapienza di Dio. La lettura paolina presenta un brano particolarmente personale e intenso che mostra l’ulteriore, straordinaria bellezza dell’amicizia quando sia inserita e innalzata in un contesto teologico cristiano. Il Vangelo smaschera l’inutilità di cominciare una vita di discepoli senza andare fino in fondo nella radicalità necessaria per raggiungere davvero la meta! Anche da questo punto di vista appare necessaria, per raggiungere la comunione con Dio, una vera sapienza. Lo scritto paolino viene spesso chiamato per la sua brevità il biglietto a Filèmone. Esso ci offre una testimonianza di prima mano su come fossero vissuti i rapporti, all’interno della comunità primitiva, nella rete complessa delle relazioni dell’apostolo Paolo. Lo schiavo Onèsimo è fuggito dalla casa di Filèmone e, nel corso della sua fuga, ha finito per incontrare Paolo, che lo ha convertito alla fede cristiana. Da parte sua anche Filèmone era stato battezzato dall’Apostolo. Le parole che Paolo scrive sono per permettere allo schiavo fuggitivo di tornare dall’antico padrone senza particolare danno o vendetta. Con molta abilità, Paolo si presenta nella sua situazione di uomo esposto e ora molto debole: «Ti esorto, io, Paolo, così che sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene» (Fm 9b-10). Egli insiste anche sulla evidente utilità che avrebbe nel tenere presso di sé questo inatteso collaboratore, come vicario del ricco Filèmone: «Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario» (Fm 13). Accanto alla simpatia, il dato più forte che emerge da questa vicenda è la qualità dei rapporti vissuti tra loro da questi battezzati. Si tratta di relazioni veramente libere, nelle quali si cerca l’effettiva maturazione dell’altro. I sentimenti, sono manifestati con semplicità ed estrema chiarezza, mentre la teologia e la spiritualità aderiscono spontaneamente alla vita concreta. «Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre: non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore». Molto bello anche il sigillo finale, in cui il rapporto di amicizia viene «funzionalizzato» a una crescita spirituale dell’altro nel quadro di un’antropologia solidale: «Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso». Si intravede qui la dimensione mistica dei rapporti nel quadro della comunicazione della fede e del battesimo; si veda per esempio l’intensa formulazione: «Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene». L’introduzione della pericope lucana è eloquente. Le parole di Gesù sono mosse dal fatto che «una folla immensa» andava dietro di lui. Con la presentazione di esigenze tanto radicali, sembra quasi che il Maestro pensi che la gente che lo segue è in realtà troppo numerosa rispetto a un effettivo seguirlo nel profondo del cuore. Gesù chiarisce anzitutto che il rapporto con lui deve passare al primo posto rispetto a tutti gli altri. Nel detto c’è un aspetto numerico di rilievo. Le cose da lasciare sullo sfondo sono sette, il numero che indica la totalità. Inoltre al settimo posto viene messa la vita, ossia la cosa più preziosa che l’uomo possiede: «sul padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita (il settimo e conclusivo distacco!)». Due piccole parabole su progetti ambiziosi, che non si è riusciti a portare a termine (una torre, una guerra), mostrano che non avrebbe senso progettare di seguire Gesù senza essere capaci di metterlo davvero al primo posto. Il brano chiude con una frustata vera e propria: «Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo» (Lc 14,33). Si potrebbe dire che, dopo i sette distacchi indicati all’inizio dell’esortazione, quest’ultimo punto sembrerebbe scontato, ma è anche evidente che la misura «rinunciare a tutti i propri averi» è un criterio sintetico chiarissimo e non aggirabile. Forse la liturgia odierna può essere unificata all’insegna del «semplici ma sapienti». Domenica scorsa le letture hanno insistito su umiltà, mitezza, generosità. Oggi vi si aggiunge il tema della sapienza o, per meglio dire, dell’avvedutezza. La vita evangelica ha senso soltanto se viene presa nella totalità: una semplice parte non serve per raggiungere l’obiettivo. In questo senso è indispensabile avere il dono della sapienza. Non ci sono sconti per «faciloni». La vita cristiana non può contare su puri automatismi. (don Ermenegildo Manicardi)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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