Letture: Isaia 11,1-10 / Salmo 71 / Romani 15,4-9
Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
Dal Vangelo secondo Matteo (3,1-12)
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 03 | 18.00 | + Nicola Gorilla, Ivone Marinon, Maria Vittoria Orru, Ismini Mingardo |
Domenica 04 | 10.30 | + Alma, Alfonso, Maria e don Orfeo
+ Amadei Carlo e Angelo, Brandolini Irene e Fabbri Adamo |
Lunedì 05 | ||
Martedì 06 | ||
Mercoledì 07 | ||
Giovedì 08 | 10.30
18.00 |
+ Ravaglia Domenico e Costa Paolina
+ Benfenati Maria e Brignani Adriano + Caravita Mirella Per Gaia e Giovanni (viventi) Secondo le intenzioni di Maria Teresa e per i deff. Dovadola Ivano e Monica, Ruffini Armanda e Dovadola Silverio |
Venerdì 09 | 8.00 | Per una persona che compie gli anni |
Sabato 10 | 18.00 | + Gemma Borin e Borgonovo Enrico |
Domenica 11 | 10.30 | + Mazzotti Angelo, Sangiorgi Maria Luisa, deff. fam. Mazzotti, Sangiorgi e Capucci Armando |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (ore 16.55 nei giorni della Novena)
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : A
Dicembre 2022 |
Domenica 04
II di Avvento |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la seconda candela di avvento. Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
Lunedì 05 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
Martedì 06 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
Mercoledì 07 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata
Ore 20.00 (oratorio) : Inizio adorazione eucaristica notturna. (Nel cartellone all’ingresso della chiesa si può dare la propria disponibilità riportando il proprio nome a fronte del tempo che si ritiene di poter disporre per l’adorazione). Ore 20.30 (S. Paolo) : Prove del Coro S. Paolo |
Giovedì 08
Immacolata Concezione |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata dai gruppi giovanili A.C. e AGESCI. Al termine, in piazza Matteotti, rito di affidamento della città al Cuore Immacolato di Maria |
Venerdì 09 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario |
Sabato 10
B. V. Maria di Loreto |
S. Messa ad orario prefestivo |
Domenica 11
III di Avvento |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la terza candela di avvento. |
1 – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 5,17-26 | Mt 18,12-14 | Mt 11,28-30 | Lc 1,26-38 | Mt 11,16-19 | Mt 17,10-13 |
Vivere il Mistero- La prima lettura presenta un secondo testo che riprende le note già risuonate nella prima domenica di Avvento, anche se valorizza adesso un’immagine differente. Le note ripetute sono: ci sarà un tempo forte finale, segnato dall’universalismo di una salvezza che, però, viene a partire dal dono già fatto da Dio al suo popolo. Invece del «monte della casa del. Signore», oggi si parla della «radice di Iesse». La seconda lettura approfondisce il tema della salvezza che, provenendo da Israele, coinvolge tutte le genti. Paolo insiste nel chiedere la comunione consapevole tra «i circoncisi» e «le genti». Il Vangelo presenta il ministero di Giovanni Battista che, prima ancora che Gesù compaia, dà avvio, in Giudea, alla predicazione del regno dei cieli vicino. Gratuita universalità della salvezza non significa che ci sia per tutti un solo esito felice, senza responsabile collaborazione personale dell’uomo. La salvezza è gratuita perché scaturisce dalle «viscere di Dio» e dalla sua compassione, ma l’uomo ha bisogno di coglierla e accoglierla. È necessario un processo di appropriazione del dono di Dio da parte della singola persona, che non può essere surrogato da principi generali o teologici. È per questo che la salvezza viene sempre accompagnata dal, giudizio e non è la banale dichiarazione che «tutto sommato – e chi lo avrebbe detto? – tutto è andato molto bene». Il tempo dell’Avvento enfatizza entrambi questi aspetti. Da una parte è uno spazio gaudioso, perché già all’orizzonte sta spuntando la radice di Iesse con la sua forza di vessillo per tutti i popoli. Al tempo stesso, però, è tempo della serietà, come si vede bene dal fatto che proprio l’austero e severo Giovanni ha il compito di aprire l’Avvento. Anche il più forte verrà a battezzare «in Spirito Santo e fuoco» (Mt 3,11). (don Ermenegildo Manicardi)
Spazi per la liturgia- L’Ambone (continuazione) (di don D. Ravelli)
Dopo il Concilio Vaticano II, dove si è «riscoperto» il posto della Parola di Dio nella liturgia e nella vita della Chiesa, non sempre è stata prestata attenzione al valore dell’ambone e alla sua realizzazione. Molte volte, infatti, nell’adeguamento dello spazio liturgico o nella costruzione di nuove chiese anziché esaltare il luogo della proclamazione della Parola di Dio, esso è stato ridotto a un misero «leggio» che sostiene il libro. Si è giustamente curata l’acustica ma non sufficientemente il significato e la simbologia del luogo liturgico. Nel percorso di riscoperta dei «segni» che incontriamo nell’aula liturgica, torna a questo punto la domanda sul significato dell’ambone in quanto simbolo. A tale scopo è proprio la storia di questo luogo liturgico, appena percorsa attraverso diverse tipologie espresse nell’arte e nell’architettura, che ci rende comprensibile la sua simbologia più profonda. Iconologicamente il luogo della proclamazione della Parola di Dio collega due momenti della storia dell’uomo: quello del peccato e della conseguente condanna, all’inizio della Genesi, e quello del compimento della salvezza e del suo annuncio, la risurrezione di Cristo. Il contesto ambientale è identico, cioè quello di un giardino. Nel giardino dell’Eden si compie l’esperienza amara del peccato, a causa del quale i nostri progenitori vengono esclusi dallo stato di perfezione nel quale erano stati creati, e sono scacciati dal giardino, a protezione del quale vengono messi due angeli (cf. Gen 3). Nel giardino evangelico vi è un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto (cf. Gv 19,41), e qui l’uomo riceve la salvezza. Ed è ancora un angelo a custodia del sepolcro vuoto nel giardino, che questa volta annuncia: «Non è qui. È risorto, come aveva detto… È risuscitato dai morti» (cf. Mt 28,1-8). L’ambone viene realizzato specificatamente come luogo della Parola o, ancora meglio, come luogo dell’annuncio profetico e apostolico della Pasqua. Esso pertanto riveste la prerogativa di essere memoria della risurrezione: su di esso si sale per annunciare che Cristo è risotto. Questo è il grande annuncio: «Contenuto unico di tutta la Scrittura è Cristo e il suo mistero pasquale. Contenuto di ogni celebrazione liturgica è sempre questa stessa Pasqua, come culmine di tutta la storia di salvezza. Cosi ciò che la Scrittura annuncia, il sacramento lo realizza». In quanto simbolo, l’ambone si presenta allora come icona del sepolcro vuoto del Risorto e segno pregnante della presenza efficace dell’annuncio pasquale al mondo. Nell’ambone, dunque, si deve leggere questa dimensione pasquale di annuncio della risurrezione, che esalta la figura dell’angelo, e per questo – come abbiamo già ricordato – Germano di Costantinopoli (secolo VIII) scrive che l’ambone «è icona del santo sepolcro: l’angelo ne rotolò la pietra e stava li, poi, ad annunciare la risurrezione del Signore alle donne mirofore» (Historia ecclesiastica de mistica contemplatio, in PG 98, 392). Il diacono, salendo all’ambone, annuncia il Vangelo come l’angelo che, sedendo sulla pietra ribaltata del sepolcro, annunciò dall’alto alle donne la buona notizia della risurrezione del Signore. [5-continua]