Letture: Giobbe 7,1-4.6-7 / Salmo 146 / 1Corinzi 9,16-19.22-23
Risanaci, Signore, Dio della vita.
Dal Vangelo secondo Marco (1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 03 | 18.00 | + Franca e cg. Mussino e Giacometti |
Domenica 04 | 10.30
18.00 |
+ Brignani Adriano
+ Luciana e Deremo + Liviano Punzetti |
Lunedì 05 | 18.00 | + Luigi Rizzi
+ Rossella + Preti Giovannino e Costa Marisa |
Martedì 06 | 8.00 | + Lorenzo Moroni |
Mercoledì 07 | 18.00 | Deff. fam. Pastorini e Marmi
+ Savini Rolando e deff. famiglia e Campanella Francesco |
Giovedì 08 | ||
Venerdì 09 | ||
Sabato 10 | ||
Domenica 11 | 10.30
18.00 |
Vivi e deff. fam. Dovadola e Ruffini e secondo le intenzioni di Maria Teresa
+ Foschini Iref e Capucci Giuseppa |
Orario Confessioni Venerdì ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (escluso venerdì)
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : B
Febbraio 2024 |
Domenica 04
V del T. Ordin. |
Giornata per la vita
Festa parrocchiale A.C. per la Pace Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata da A.C. |
Mercoledì 07 | Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo” |
Venerdì 09 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario |
Domenica 11
VI del T. Ordin. |
Giornata del Malato
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) Ore 17.00 (S. Paolo) : S. Rosario seguito dalla celebrazione del Sacramento dell’”Unzione degli Infermi” |
A – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.
Visita alle famiglie con benedizione
05 feb. – 09 feb.
(dalle ore 15.00)
10 febbraio
(mattina)
Lunedì 05 : Via 1° Maggio, Fornace di Sotto, Zardi,
Magnani, Pasolini
Martedì 06 : Via Dosso, Punta, Damano, Crocetta,
Tombe
Mercoledì 07 : via Campazzo
Giovedì 08 : via Nuova, Galletto, Giardine, Martello, Schiantamantello, Mentana (pari)
Venerdì 09 : via Bagnarolo (dispari)
Sabato 10 : Via Mentana (dispari)
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Mc 6,53-56 | Mc 7,1-13 | Mc 7,14-23 | Mc 7,24-30 | Mc 7,31-37 | Mc 8,1-10 |
Vivere il mistero – Il testo evangelico originale è scandito da tre elementi temporali: «subito» (Mc 1,29), «venuta la sera» (Mc 1,32) e «al mattino presto» (Mc.1,35). La scansione temporale indica l’inizio di tre pericopi diverse: la guarigione della suocera di Pietro (Mc 7,29-37), l’opera taumaturgica ed esorcistica di Gesù a Cafarnao (Mc7,32-34) e la predicazione di Gesù nel territorio della Galilea (Mc 1,55-39). La Liturgia ha voluto, invece, unire le tre pericopi per farne un brano unico in cui Gesù viene visto come protagonista di un insegnamento dato con autorità in opere e parole perché la gente non solo conoscesse, ma anche esperimentasse che il Regno di Dio si era fatto vicino. Il protagonismo di Gesù viene, inoltre, sottolineato dall’incipit liturgico. Il testo evangelico originale di Mc 1,29-39 infatti, inizia così: «E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni». Il testo biblico-liturgico, invece, ha un incipit diverso: «In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea». La scelta detta liturgia si fonda sulla tradizione manoscritta greca presente nei codici B e D. Si può notare che, oltre all’incipit liturgico («ln quel tempo»), la liturgia ha cambiato il plurale in singolare, focalizzando così l’attenzione del lettore/uditore sulla persona di Gesù. Il testo che ne risulta, leggermente diverso da quello originale, si può suddividere in quattro brani particolari. Dopo t’episodio della guarigione della suocera di Pietro (Mc 729-37), l’Evangelista descrive una sera vissuta da Gesù mentre guarisce malati e libera dal Maligno gli indemoniati (Mc 1,32-34). Infine c’è un sommario con cui Marco sintetizza gli avvenimenti del mattino: Gesù prega (Mc 1,35-57) e si dedica alla predicazione (Mc 1,38-39). Sappiamo che la suocera di Pietro è oppressa dalla febbre. L’Antico Testamento la considerava un castigo e un preludio alla morte. Il testo greco che illustra l’azione di Gesù potrebbe essere tradotto così: «con la potenza della sua mano la fece risorgere». Il verbo egeiro (= sollevare, far alzare) è il verbo tecnico per indicare la risurrezione. In questo gesto, perciò, si trova una prima risposta alle domande e alle riflessioni angosciate di Giobbe. Questo aspetto del testo biblico diventa eucologia che, nell’amplificazione dell’invocazione, prega: «Nel tuo amore di Padre ti accosti alla sofferenza di tutti gli uomini e li unisci alla Pasqua del tuo Figlio». La donna, libera dal legame con la morte «si mise a servirli (diakoneo)». Ciò ricorda il servizio della mensa e della comunione (At 6,2). Si tratta del compito che attende coloro che sono salvati da Cristo. L’opera taumaturgica ed esorcistica di Gesù è l’amplificazione dell’opera di Gesù in favore della suocera di Pietro. I credenti, contemplando questi gesti di Gesù, sono invitati dalla preghiera Liturgica a raggiungere un obiettivo preciso: «perché sull’esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore» (colletta: fine della petizione). Il silenzio imposto da Gesù è il rispetto per l’uomo. L’uomo è chiamato a riconoscere L’identità di Gesù comprendendo ciò che dice e fa (e non per una comunicazione esterna). La preghiera di Gesù è connessa normalmente con i momenti di incomprensione e di sofferenza legati alla sua messianicità. I discepoli lo trovano e dicono: «Tutti ti cercano». Qui viene adoperato il verbo zetein che in Marco esprime sempre il modo sbagliato di cercare o addirittura il cercare con intenzione non corretta. I discepoli, dunque, premuti dalla folla si fanno messaggeri nei confronti di un Gesù, scambiato più per terapeuta che per Messia e Salvatore. Gesù risponde positivamente. Non ritorna però in città, a Cafarnao. La predicazione del Vangelo fatta a una singola comunità (Cafarnao) viene adesso portata a «tutta la Galilea», il grande mondo di coloro che non credono in Dio e nella sua salvezza. Per questo (eis touto) egli è venuto. Il verbo exerchomai non significa «venire», ma «uscire» ed è una chiara allusione al fatto che Gesù è «uscito» dal Padre. Le domande più profonde della vita possono trovare la risposta solo in Colui che è «uscito» da Dio per venire incontro all’uomo nella concretezza della sua storia. (d. Renato De Zan)
Spazi per la liturgia- Il Tabernacolo (seconda parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)
Le nuove Premesse del Messale Romano aggiungono e sottolineano: «È conveniente inoltre che [il tabernacolo] venga benedetto prima di esser destinato all’uso liturgico, secondo il rito descritto dal Rituale Romano», (OGMR 314). Questo rito di benedizione di un nuovo tabernacolo lo troviamo dunque nel Rituale Romano, specificatamente nel libro liturgico del Benedizionale: Benedizione di un tabernacolo eucaristico. Nella prima premessa alla celebrazione, che rammenta la funzione del tabernacolo e i motivi della custodia eucaristica, bene viene anche espresso il significato del «segno» che lo stesso tabernacolo rappresenta nell’edificio liturgico: «Il tabernacolo destinato alla custodia dell’Eucaristia ci richiama alla mente sia la presenza del Signore, che deriva dal sacrificio della Messa, sia i fratelli, che dobbiamo amare nella carità di Cristo. La Chiesa infatti nel dispensare i sacri misteri ad essa affidati da Cristo Signore, provvede anzitutto alla conservazione dell’Eucaristia per gli infermi e i morenti. Questo cibo celeste, riposto e custodito nelle chiese, è adorato dai fedeli» (1312). Il rito proposto dal Benedizionale va sempre unito alla celebrazione della Messa (cf. 1313). Terminata la preghiera universale, il sacerdote celebrante si reca presso il nuovo tabernacolo, invita alla preghiera e pronuncia questa orazione di benedizione: «Signore, Padre santo, tu hai dato agli uomini il vero pane del cielo: benedici noi e questo tabernacolo, che abbiamo preparato per custodire il sacramento del corpo e sangue del tuo Figlio; fa’ che adorando Cristo qui presente siamo intimamente associati al mistero della redenzione. Per Cristo nostro Signore» (1317). Quindi, incensa il nuovo tabernacolo e la Messa prosegue come al solito (cf,1318-1320). Detta la preghiera dopo la Comunione, la pisside con il Santissimo Sacramento, presa dalla mensa dell’altare dove era stata deposta dopo la distribuzione del Pane eucaristico ai fedeli, può essere portata in processione fino alla cappella o al luogo dove è situato il tabernacolo per la reposizione solenne (cf .1321-1322). (5 continua)