Programma dal 4 al 12 dicembre 2021

Letture: Baruc 5,1-9 / Salmo 125 / Filippesi 1,4-6.8-11

Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Dal Vangelo secondo Luca (3,1-6)

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.

Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:

«Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!

Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 04 18.00 + Ruffini Armanda e Dovadola Ivano

+ Nicola Gorilla, Ivone Marino e Ismini Mingardo

Domenica 05 10.30

18.00

Deff. fam. Ghetti e Valenti

+ Alberti Dante, Irma e Vilma

+ Cg. Sabatino e Margherita

Lunedì 06 18.00 + Palcera Addolorata
Martedì 07
Mercoledì 08 10.30

18.00

+ Ruffini Armanda e Dovadola Ivano

+ Benfenati Brignani Maria

+ Ravaglia Domenico e Costa Paolina

Giovanni e Gaia (viventi)

Giovedì 09
Venerdì 10 8.00 Deff. fam. Giacometti, Mussino e De Giovanni
Sabato 11
Domenica 12 10.30 + Mondini Alfredo e Luigi

+ Angelo e Maria Luisa e deff. delle fam. Mazzotti e Sangiorgi – Capucci Armando

+ Tozzola Angelo (Trigesima)

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario )

(anticipato alle 16.55 nei giorni della novena)

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripreso secondo le consuete modalità.

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : C

Dicembre 2021

Domenica 05

II di Avvento

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la seconda candela di avvento.

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata

Lunedì 06 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata

Ore 20.45 (canonica) : Consiglio pastorale parrocchiale

Martedì 07 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata

Ore 20.00 (S. Paolo) : Inizio adorazione eucaristica notturna. (Nel cartellone all’ingresso della chiesa si può dare la propria disponibilità riportando il proprio nome a fronte del tempo che si ritiene di poter occupare).

Mercoledì 08 S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata dai gruppi giovanili A.C. e AGESCI. Al termine, in piazza, rito di affidamento della città al Cuore Immacolato di Maria.

Venerdì 10 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica
Domenica 12

III di Avvento

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la terza candela di avvento.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 5,17-26 Mt 18,12-14 Lc 1,26-38 Mt 11,11-15 Mt 11,16-19 Mt 17,10-13

Vivere il Mistero- In questa seconda domenica di Avvento, la liturgia della Parola ci parla della salvezza offerta da Dio a ogni uomo (universalismo della salvezza). Dio si serve pero di intermediari quali: il precursore Giovanni Battista, l’apostolo Paolo, il profeta Baruc (mediazione della salvezza), ma agisce anche direttamente e all’interno di una storia ben precisa e puntuale (la storia come luogo di salvezza). Luca introduce il racconto presentando anzitutto le coordinate storiche e politiche del tempo. Menziona poi ben sette personaggi sia pagani sia giudei. Questo ci fa capire come la lieta novella della salvezza riguarda tutti. Più avanti, l’Evangelista dirà che «ogni carne» (traduzione più letterale) vedrà la salvezza. Così dicendo sottolinea che la Parola di Dio è rivolta a una umanità resa fragile dalla colpa, dal peccato e dalla morte. Questa Parola di salvezza scende anzitutto su Giovanni Battista, il precursore di Gesù. E con Giovanni passiamo allora dal palazzo (simbolo del potere) al deserto, dove l’uomo è chiamato a trovare davanti a Dio, nella nudità più completa, la sua verità. Nel deserto la Parola investe Giovanni, il quale ne diventa subito testimone e annunciatore. Il contenuto dell’annuncio è il battesimo di conversione in vista della remissione dei peccati. Ma il Battista non si limita a questo: facendo propria la profezia dl Isaia, indica anche le vie della conversione. La prima: raddrizzare i sentieri di Dio. Sono forse storte le vie di Dio? Tutt’altro. È l’uomo che deve raddrizzare i suoi sentieri, ovvero percorrere la strada del Signore, senza tergiversare ma rimanendo ancorato alla sua Parola di verità, che non inganna. La seconda: riempire i burroni. Di quali burroni si parla? Dei burroni delle ineguaglianze, che moltiplicano i divari tra le persone. La terza: abbassare i colli. Se è vero che l’uomo sa creare abissi e depressioni è altrettanto vero che sa elevare colli: i colli dell’esaltazione e dell’orgoglio. Insomma, l’uomo deve ritrovare se stesso per ritrovare il proprio prossimo e Dio. Paolo, scrivendo ai Filippesi, parla di un’opera buona. È l’opera della salvezza, a cui i cristiani di Filippi hanno dato la loro gioiosa adesione. Ma anche coloro che hanno accolto le primizie della salvezza sono chiamati alla conversione, vista come dinamismo di maturazione del seme della fede piantato dalla predicazione del Vangelo. E se Dio è all’origine della conversione, come anche al suo compimento, Paolo ci fa capire che Dio accompagna i credenti verso la pienezza. Una pienezza che coincide con «il giorno del signore». L’Apostolo fa due esortazioni precise ai Filippesi (sostanziate anche dalla preghiera): che crescano in conoscenza e discernimento. La conoscenza è l’intelligenza spirituale riguardo alle «cose» di Dio», mentre il discernimento concerne le scelte platiche che bisogna operare alla luce del Vangelo. Il credente, dentro la concretezza della storia, deve perciò imparare a vagliare tutto e trattenere ciò che è bene. Questo non solo per vivere nella fede e con fede la storia ma anche per raggiungere il suo fine, visto dall’Apostolo nel già ricordato «giorno del Signore» (Fil 1,10). Ma non è tutto: il dies Domini deve trovare i cristiani integri e irreprensibili. Utopia? Paolo ricorda che questa capacità non viene dalla carne ma da Dio, il quale ci ha ricolmati del frutto di giustizia che viene da Cristo. Questo frutto di giustizia Paolo lo vedrà anche come dono dello Spirito (cf. Gal 5,22). La conclusione non può essere che dossologica. Riconoscere la gratuità della salvezza apre il cuore alla gratitudine gioiosa. E difatti la gioia attraversa il Lezionario odierno. Già l’antifona d’ingresso pone l’assemblea liturgica in uno stato festivo: «Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare i popoli e farà sentire la sua voce potente per la gioia del vostro cuore». Baruc, nella prima lettura, lancia un messaggio di speranza e fiducia al popolo provato e in esilio. Il ritorno a Gerusalemme è possibile perché Dio stesso ricondurrà Israele «con gioia alla luce della sua gloria» (Bar 5,9). Il tema ritorna anche nel Salmo responsoriale nel quale s’intrecciano due motivi: la lode e la supplica fiduciosa, perché l’orizzonte non è ancora del tutto sgombro da pericoli. C’è un aspetto in questa composizione poetica che colpisce e fa riflettere: le nazioni ricordano al popolo santo le grandi cose che Dio ha operato in suo favore: «Allora si diceva tra le genti «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Come riprendendosi da questa grave smemoratezza, il salmista afferma: «Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia» (Sal 125,2b-3). Talora sono i pagani ad avere uno sguardo più profondo per discernere nella storia l’azione di Dio, per riconoscere nella creazione la mano provvidente del Padre. La gioia invade anche il cuore di Paolo, che vede la generosa risposta dei Filippesi nell’annuncio della buona novella. E arriviamo al Battista, dove la gioia si fa universale perché la salvezza è per ogni uomo. (P. Sandro Carotta)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

Lascia un commento