Una comunità cattolica che si interroga…
di don Pietro Marchetti
Nell’omelia del primo gennaio 2017 il sottoscritto parroco di Massa Lombarda ha voluto dedicare una parte dell’omelia della Messa riflettendo con i fedeli su alcuni punti come verifica e come proposta di cammino per l’anno nuovo che inizia. Riprendo in sintesi:
1)Nel 2017 cercheremo di aiutarci di più a valorizzare la celebrazione dei sacramenti e delle esequie come eventi importanti per tutta la comunità: c’è infatti la tendenza anche a Massa di vivere questi momenti importanti della vita chiudendosi nel privato, per esempio: aumentano le esequie in cui si informa la popolazione della scomparsa di un caro a “tumulazione avvenuta” impedendo così alle persone di partecipare alle funzioni religiose e di pregare per i defunti, se non dopo che si è venuti a conoscenza dell’evento; maggiore attenzione alle coppie di fidanzati che si preparano al matrimonio: ad ogni famiglia ne verrà affidata una, con l’impegno di pregare per loro, di conoscerli e di invitarli anche alla mensa di casa; maggiore presenza di rappresentanti della comunità ai battesimi. Dobbiamo quindi crescere non nell’individualismo, ma nell’essere sempre più coscienti di appartenere alla Chiesa, ad una comunità: la nostra prima opera di carità sia l’accoglienza. Iniziamo intanto domenica , festa del Battesimo di Gesù, accogliendo le famiglie che hanno battezzato i loro bimbi nel 2016 che saranno presenti alla Messa delle ore 10,30.
2) E’ terminato il Giubileo della Misericordia; mi pare di poter dire che c’è stata maggiore attenzione al Sacramento della Riconciliazione con qualche segno positivo nella frequentazione a questo Sacramento. (continua a pag.2)
Vogliamo continuare questo percorso come lo abbiamo indicato nel piano pastorale, meditando e impegnandoci a vivere la Parola di Dio, in particolare l’inno alla carità.
3) Nell’ambito della vita spirituale dobbiamo certamente fare qualche passo in avanti: c’è una buona frequenza alla Santa Messa domenicale, ma piuttosto scarsa agli altri momenti (Adorazione eucaristica settimanale, novene): anche questi sono momenti importanti per la nostra formazione spirituale, non sono un optional.
L’impressione è che su questo punto ci sia un poco di stanchezza: non sono certo in grado di poter far valutazioni sulla vita spirituale di ciascuno di voi, ma per favore, verifichiamoci seriamente e severamente su questo punto. Una comunità che prega poco è destinata prima o poi a morire, perché non può sostenersi soltanto sull’entusiasmo delle persone o sulla proprie energie.
4)Nel calendario delle attività pastorali al momento non ho messo la “Festa della Ripresa”. Le motivazioni che da oltre 40 anni sostengono questo importante evento della nostra comunità sono ancora condivisibili e attuali, ma le persone che le hanno assimilate e le condividono, sono sempre meno, e quindi sulle spalle di sempre meno persone si suddivide il carico di lavoro di questa articolata e complessa attività della comunità. Certo i volontari non mancano per uno o l’altro servizio, che svolgono con tanto entusiasmo e buona volontà, ma la preparazione della festa richiede tempi lunghi, una lunga burocrazia e tanto lavoro ai più nascosto: tutto questo non può essere caricato sulle spalle di poche o a volte di una sola persona, che costretta per forza maggiore debba addirittura rinunciare alle vacanze con la famiglia o ad altri importanti impegni per occuparsi della festa.
E’ urgente prima di tutto pregare: lo facciamo in questo mese di gennaio e, all’inizio di febbraio, faremo un’assemblea parrocchiale in cui rifletteremo e ne usciremo con la decisione di continuare questo appuntamento, o di ridimensionarlo oppure di sostituirlo con altri momenti.
L’importante è che noi tutti ci ridiciamo con chiarezza per quali motivi vogliamo fare questa festa, in modo che siano condivisi e generino voglia di collaborare responsabilmente e in primissima persona.
2) E’ terminato il Giubileo della Misericordia; mi pare di poter dire che c’è stata maggiore attenzione al Sacramento della Riconciliazione con qualche segno positivo nella frequentazione a questo Sacramento. (continua a pag.2)
Vogliamo continuare questo percorso come lo abbiamo indicato nel piano pastorale, meditando e impegnandoci a vivere la Parola di Dio, in particolare l’inno alla carità.
3) Nell’ambito della vita spirituale dobbiamo certamente fare qualche passo in avanti: c’è una buona frequenza alla Santa Messa domenicale, ma piuttosto scarsa agli altri momenti (Adorazione eucaristica settimanale, novene): anche questi sono momenti importanti per la nostra formazione spirituale, non sono un optional.
L’impressione è che su questo punto ci sia un poco di stanchezza: non sono certo in grado di poter far valutazioni sulla vita spirituale di ciascuno di voi, ma per favore, verifichiamoci seriamente e severamente su questo punto. Una comunità che prega poco è destinata prima o poi a morire, perché non può sostenersi soltanto sull’entusiasmo delle persone o sulla proprie energie.
4)Nel calendario delle attività pastorali al momento non ho messo la “Festa della Ripresa”. Le motivazioni che da oltre 40 anni sostengono questo importante evento della nostra comunità sono ancora condivisibili e attuali, ma le persone che le hanno assimilate e le condividono, sono sempre meno, e quindi sulle spalle di sempre meno persone si suddivide il carico di lavoro di questa articolata e complessa attività della comunità. Certo i volontari non mancano per uno o l’altro servizio, che svolgono con tanto entusiasmo e buona volontà, ma la preparazione della festa richiede tempi lunghi, una lunga burocrazia e tanto lavoro ai più nascosto: tutto questo non può essere caricato sulle spalle di poche o a volte di una sola persona, che costretta per forza maggiore debba addirittura rinunciare alle vacanze con la famiglia o ad altri importanti impegni per occuparsi della festa.
E’ urgente prima di tutto pregare: lo facciamo in questo mese di gennaio e, all’inizio di febbraio, faremo un’assemblea parrocchiale in cui rifletteremo e ne usciremo con la decisione di continuare questo appuntamento, o di ridimensionarlo oppure di sostituirlo con altri momenti.
L’importante è che noi tutti ci ridiciamo con chiarezza per quali motivi vogliamo fare questa festa, in modo che siano condivisi e generino voglia di collaborare responsabilmente e in primissima persona.
Buon anno e buon lavoro a tutti noi.