IL NOSTRO S.PAOLO Ottobre – EDITORIALE

La carità non avrà mai fine…neppure dopo la morte !

don Pietro Marchetti

In questo nuovo anno pastorale continua il nostro cammino comunitario in compagnia di San Paolo e del suo ”inno alla carità”: infatti pezzo dopo pezzo lo stiamo pregando, meditando e vivendo insieme. In questi mesi entriamo nel vivo della Carità : “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, la carità non avrà mai fine. “ Si la carità non avrà mai fine, neppure dopo la morte, sia dei nostri cari che nostra.
Ed è proprio con questo spirito che ci accingiamo a vivere le importanti feste dei santi e della commemorazione dei fedeli defunti.
Ebbene sì, questo mese di novembre in arrivo ha un modo tutto suo di metterci di fronte alla vita e alla sua migliore espressione che è la carità.
Sono giorni infatti dove si tocca con mano la CARITA’ di DIO verso l’uomo. Dio infatti in particolar modo in queste giornate ci invita ad avere uno sguardo non banale di fronte alla vita e a cogliere quello che conta veramente: non le apparenze effimere, non gli inganni della carta patinata, non gli aspetti superficiali.
La vita vera è quella che sfocia nella vita eterna e approda a una felicità indicibile.
La vita vera è quella che offre amore, continuamente, senza mai misurarlo.
La vita vera è quella che partecipa fin d’ora alla comunione con Dio e si lascia trasfigurare dalla sua luce. Dio ci invita ad avere anche uno sguardo nuovo davanti alla morte: la sofferenza e la morte, ci ricorda il Signore, non hanno l’ultima parola sull’esistenza di un uomo.
La morte non è la fine di tutto, non si apre sul nulla e sul vuoto, e non è un muro verso cui andiamo a sbattere o un gorgo nero che ci inghiotte, la morte è un passaggio da una esistenza limitata e imperfetta, spesso ferita …a una esistenza nuova, trasfigurata dall’Amore.
A partire dal mattino di Pasqua, centinaia di milioni di uomini e donne hanno accolto la speranza del Vangelo e hanno vissuto secondo questa convinzione: Cristo è vivo, è presente nella nostra vita e nella nostra morte e ci invita a seguirlo nella sua Pasqua sulla strada della luce e della pace.
Inoltre il mese di novembre diventi anche il tempo in cui si tocchi con mano non solo la Carità di Dio, ma anche la nostra, soprattutto verso i nostri cari defunti. Davanti alle tombe dei nostri cari lasciamoci avvolgere dalla luce della risurrezione e facciamo in modo che i nostri gesti e le nostre parole si aprano alla speranza: un giorno ritroverò le persone care e con loro canterò a Dio la mia gioia perché ha mantenuto le sue promesse e mi ha strappato per sempre al potere della morte.
Facciamo quindi dell’occasione della visita alle tombe dei nostri cari una opportunità preziosa per dire loro grazie per quello che ci hanno donato di più bello e di più nobile e grande che avevano; certo una riconoscenza velata anche da una certa tristezza perché al momento non posso più vederli o guardarli negli occhi. Ma i nostri cari in quel momento ci dicono: grazie che sei venuto a visitarmi a trovarmi a pregare per me.

Andiamo quindi a fare loro visita, solo per pregare, e mi raccomando non trasformiamo il cimitero in una piazza, rompendo il silenzio del loro riposo con l’umano chiacchiericcio spesso fatto di sciocchezze, di pettegolezzi e mormorazioni. Sono in pace, lasciamoli in pace e andiamo solo per permettere a loro di essere veramente nella pace di Dio.
Meditiamo sulle parole che sono all’ingresso del nostro cimitero. “fummo come voi, sarete come noi”. Ci fa bene a tutti pensarci.
Buon cammino.

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