Pasqua 2020: non lasciamoci rubare la speranza

Editoriale Don Pietro Marchetti

La Quaresima e la Pasqua di quest’anno la ricorderemo per tutta la vita: un invisibile virus ci ha costretto per difenderci e per non ammalarci tutti in una volta a rinunciare a tanti appuntamenti già da tempo programmati nelle nostre agende che ci portavano ovunque, per rimanere invece tutti in casa rinunciando alla scuola, al lavoro e alle celebrazioni religiose in chiesa, senza tuttavia dover rinunciare a vivere la quaresima e le celebrazioni che vi appartengono, partecipandovi attraverso i mezzi di comunicazione sociale o semplicemente “social” come li chiamiamo. E quindi ci siamo trovati all’improvviso a vivere una esperienza che prima era eccezionalmente vissuta solo se in casa ammalati: partecipare alla Messa o agli altri momenti di preghiera attraverso i social. Infatti ci avevano insegnato che il precetto festivo si adempie solo se la partecipazione alla Messa fosse avvenuta in chiesa, poi ci dicono che non potendo ricevere l’Eucarestia, si può fare la comunione spirituale. Allora come vivere la nostra esperienza spirituale in casa, per non farci rubare la Speranza ?

In primo luogo ricordiamoci che i “social” sono degli strumenti, non hanno un’anima e per poter esprimere le loro potenzialità, necessitano di “un’anima” che noi credenti dobbiamo far emergere facendo in modo che si creino le condizioni che ci dispongono ad accogliere il mistero celebrato. Prioritario è il SILENZIO interiore ed esteriore; secondo è “l’intenzione ecclesiale” che il fedele esprime: non siamo soli davanti ad uno schermo, la comunità alla quale apparteniamo prega, intercede, rende grazie con noi; infine l’atteggiamento “orante” che anima l’ascolto della Parola di Dio, ci rende partecipi delle preghiere, ci fa cogliere i segni e i gesti nella fede e ci aiuta ad unirci mediante l’opera della Spirito, nella Chiesa. E che cos’è la COMUNIONE SPIRITUALE se non “l’esperienza che lo Spirito suscita nella Chiesa e nei cristiani che si concretizza nel cammino di fedeltà al Vangelo, nella comunione fraterna e condivisione nella carità. Non sostituisce la comunione Eucaristica che è essa sola la partecipazione sacramentale al Corpo e al Sangue di Cristo. La comunione spirituale rimanda agli atteggiamenti e ai frutti che la Comunione eucaristica richiede e produce, affinché sia partecipazione autentica al mistero della Pasqua del Signore”. Allora come vivere questa esperienza in questo tempo così difficile ? Non rimuoviamo il problema dicendo o scrivendo semplicemente “tutto andrà bene” affidandoci così ad un generico destino che si spera, cambi il corso delle cose; o evitiamo di prendere le distanze da ciò che accade dicendo che poi in fondo non c’è niente di nuovo, anche 100 anni fa è successa una cosa del genere, accettando tutto con rassegnazione; non cadiamo nel pessimismo che grida alla disfatta, affermando che nulla sarà come prima, senza speranza e come compagna la desolazione; o facendo i moralisti affermando che è un’opportunità per rendersi conto della nostra fragilità o della nostra pretesa di onnipotenza e che ci si impone un modo altro di vivere, preoccupandoci poi di cercare un colpevole a tutti i costi di questa situazione a cui dare la responsabilità di questa situazione. Noi cristiani siamo chiamati a vivere questa sfida, scegliendo di restare nella compagnia degli umani condividendone fatiche, dubbi, silenzi e paure, ma senza lasciarsi “RUBARE LA SPERANZA”. Il discepolo non fugge; rimane fedele a questa storia umana, volgendo senza stancarsi lo sguardo al Suo SIGNORE crocifisso e risorto dai morti, fondamento ultimo della sua Speranza e della sua libertà. Buona settimana santa e buona Pasqua a tutti. La Beata Vergine Maria ci accompagni. Il Signore ci benedica tutti. Don Pietro, parroco.

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