Letture: Geremia 20,7-9 / dal Salmo 62 / Romani 12,1-2
Ha sete di te, Signore, l’anima mia.
Dal Vangelo secondo Matteo (16,21-27)
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 29 |
18.30 |
+ Emilia e Veliano Chiarini + Montesi Natale |
Domenica 30 |
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Lunedì 31 |
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Martedì 01 |
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Mercoledì 02 |
18.30 |
25° di matrimonio di : Nicola e Carmen Messina |
Giovedì 03 |
18.30 |
+ Zaffagnini Maria e Buldrini Antonio e deff. Buldrini |
Venerdì 04 |
8.00 |
+ Ruffini Armanda |
Sabato 05 |
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Domenica 06 |
10.30 18.30 |
+ Gattucci Stefano + Stefano e Maria Baldini + Alberti Dante e Casadio Irma |
Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze
(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario
Venerdì ore 20.30 Adorazione eucaristica
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni
Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni
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Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.
Anno : A Agosto-Settembre 2020 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 30 XXII del T.O. |
S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00) |
Venerdì 04 |
Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica |
Sabato 05 |
Ore 9.00 in poi (oratorio) : Ultimi lavori di preparazione per la festa. Ore 19.00 (oratorio) : Apertura della “Festa della Ripresa” |
Domenica 06 XXIII del T.O. |
S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00) Ore 10.30 (oratorio) : S. Messa nel campo dell’oratorio (in caso di maltempo la S. Messa sarà celebrata in S. Paolo) |
Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.
La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).
Alla scuola di Gesù : |
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Lunedì |
Martedì |
Mercoledì |
Giovedì |
Venerdì |
Sabato |
Lc 4,16-30 |
Lc 4,31-37 |
Lc 4,38-44 |
Lc 5,1-11 |
Lc 5,33-39 |
Lc 6,1-5 |
Vivere il Mistero- Ciò che lega i tre principali protagonisti di questa domenica (Geremia, Paolo e Gesù) è il tema della donazione totale della vita a Dio e al suo disegno di salvezza. Geremia, il profeta sedotto dall’Altissimo, ha sperimentato come il suo ministero è stato solo oggetto di obbrobrio e scherno. La tentazione di lasciare tutto è perciò forte e imperiosa. Ma come «sottrarsi» al fuoco divino che pervade tutto l’essere? Paolo, invece, esorta i cristiani di Roma a donare i propri corpi come sacrificio vivente. Per fare della propria esistenza un’offerta, bisogna pero reagire all’inerzia del secolo presente e ricercare sempre ciò che è buono, gradito e perfetto agli occhi di Dio, Gesù, infine, dopo aver annunciato la sua imminente passione-morte-risurrezione invita a prendere la sua croce e seguirlo. La sequela implica un ribaltamento della logica umana; in una parola, è necessario pensare secondo Dio e non secondo gli uomini. Domenica scorsa abbiamo sentito risuonare la solenne professione di Pietro e l’elogio di Gesù; nella pericope odierna, Pietro, dapprima rimprovera Gesù, dopo che questi ha annunciato la sua passione e morte, e poi, a sua volta, è apostrofato da Gesù come un «satana» (ostacolo). Perché? Ma perché il discepolo ritiene fallimentari le vie di Dio ed efficienti quelle del mondo. In Pietro vediamo così il duplice volto del discepolo, che da una parte riconosce la messianicità del Maestro ma dall’altra, di fronte alla croce, reagisce negativamente. È un fatto, ma ad ognuna delle tre predizioni della passione i discepoli manifestano sempre una totale incomprensione e un rifiuto categorico. Gesù, però, non viene meno, e porta a compimento la sua donazione a Dio e ai fratelli. Che Gesù annunci la sua passione e morte non è un caso; la donazione di sé, come Gesù la intende, passa attraverso la morte. Una morte che attesta come ogni vero dono implica la vita. Ma non solo; Gesù è consapevole di compiere il disegno del Padre. Cosa significa? Che ogni dono totale di sé è salvifico nella misura in cui compie la volontà di Dio. Ma non è ancora tutto. Donarsi significa prendere la propria croce (v 24). Sappiamo che la croce, come abbiamo detto più volte, esprime due cose: l’obbedienza a Dio e la solidarietà ai fratelli. Bisogna, inoltre, far propria una logica paradossale, di primo acchito, e ben espressa nel parallelismo: perdere salvare. È la logica pasquale, che ci fa capire una cosa importante e sovente poco evidenziata: la rinuncia a sé o il rinnegarsi, non sono fini a se stessi; neppure la donazione è fine a se stessa, ma tutto è orientato verso il tesoro del Regno Certo, la proposta di Gesù è alta e radicale e appella la libertà della persona («Se Qualcuno»). Tuttavia, nessuno è obbligato; la scelta di Cristo e del suo Vangelo vive nello spazio della libertà. Per realizzare la sua proposta Gesù chiama alla sequela («vuol venire dietro a me»). La sequela ci fa capire come la proposta di Gesù sta davanti a noi; noi vi arriveremo nella misura in cui seguiremo lui. Il Vangelo vissuto non è una conquista ascetica, ma un dono di grazia, che ognuno accoglie e gradatamente porta a compimento.
Preghiera di Papa Francesco
O Maria,
tu risplendi sempre nel nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,
che presso la croce
sei stata associata al dolore di Gesù,
mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo romano,
sai di che cosa abbiamo bisogno
e siamo certi che provvederai
perché, come a Cana di Galilea,
possa tornare la gioia e la festa
dopo questo momento di prova
Aiutaci, Madre del Divino Amore,
a conformarci al volere del Padre
e a fare ciò che ci dirà Gesù,
che ha preso su di sé le nostre sofferenze
e si è caricato dei nostri dolori
per condurci, attraverso la croce,
alla gioia della risurrezione. Amen.