Letture: Michea 5,1-4a / Salmo 79 / Ebrei 10,5-10
Signore, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Dal Vangelo secondo Luca (1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 18 | 18.00 | + Messina Francesco e Giuseppina, Pera Maria e Francesco, Cirlingione Calogero |
Domenica 19 | 10.30
18.00 |
+ Claudio
+ Ferro Almerigo e Costantin Rina + Eugenio e Silvia Negroni e deff. della famiglia |
Lunedì 20 | 18.00 | + Dovadola Dario
+ Maria e Ilvano |
Martedì 21 | 8.00 | + Antonio
Deff. fam. Preti |
Mercoledì 22 | 18.00 | + Adriano Castelli |
Giovedì 23 | ||
Venerdì 24 | 22.30 | + Galanti Silla e Buldrini Natalino
+ Dovadola Monica + Franco, Maria, Demo e Luigi + Paolo Liverani + Pilani Enzo e Giulio e Ronchini Angiolina |
Sabato 25 | 8.00
10.30 18.00 |
|
Domenica 26 | 10.30 | + Stefano e Maria Baldini
+ Stefano Gattucci Per una famiglia che si affida alle nostre preghiere |
Le Confessioni in prossimità del Natale:
Lunedì 20 : Ore 15.30 – 17.25
Martedì 21 : Ore 15.30 – 17.25 20.30 – 22.00
Giovedì 23 : Ore 15.30 – 17.25
Venerdì 24 : Ore 10.00 – 12.00 15.30 – 17.25
Sabato 25 Ore 9.15 – 10.15
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario )
(anticipato alle 16.55 nei giorni della novena)
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia è ripreso secondo le consuete modalità.
Anno : C
Dicembre 2021 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 19
IV di Avvento |
S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la quarta candela di avvento. Al termine benedizione delle statuine di Gesù Bambino Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale. |
Lunedì 20 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale |
Martedì 21 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale |
Mercoledì 22 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale |
Giovedì 23 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di NataleOre 20.45 (S. Paolo) : ”Adoriamo” Serata di musica e preghiera |
Venerdì 24 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di NataleOre 22.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne della Notte |
Sabato 25Natale del Signore | S. Messe alle ore 8.00, 10.30 e 18.00 |
Domenica 26Santa Famiglia | S. Messe alle ore 8.30, 10.30 e 18.00 |
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 1,26-38 | Lc 1,39-45 | Lc 1,46-55 | Lc 1,57-66 | Lc 1,67-79 | Gv 1,11-18 |
Vivere il Mistero- Siamo ormai giunti alla vigilia del Natale: Dio entra nel tempo e nella storia. Entra in una città, Betlemme, secondo le promesse (cf. prima lettura). Entra nel grembo di una donna, Maria (cf. Vangelo), assume un corpo e un volto (seconda lettura). Assumendo un corpo, il Cristo entra in una duplice relazione: con l’umanità e con Dio. Verso Dio è una relazione caratterizzata dall’obbedienza: «Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10,7); verso l’umanità è una relazione caratterizzata dalla solidarietà: «Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli» (Eb 2,17). Lc 2,21 ci ricorda, inoltre, che il corpo di Gesù è un corpo circonciso. Questo aspetto collega la sua corporeità alla Storia della salvezza, facendone, attraverso questo rito, un segno dell’Alleanza. Difatti, la circoncisione «fa del corpo umano una superficie di scrittura, e questa scrittura è memoria perenne dell’appartenenza al popolo santo» (L. Manicardi). L’Alleanza è ben più di un patto; nella sua natura profonda è un progetto di condivisione e di vita, l’incarnazione è il culmen di questa condivisione divina, che mirabilmente Gesù vive in se stesso, nell’unità perfetta della sua natura umana e divina. Ma in questa Alleanza egli è venuto a introdurre tutta l’umanità, che ne sia cosciente o no. Gesù cresce, matura, diviene all’interno delle relazioni; in queste relazioni egli immette una quantità fondamentale: l’amore. Per cui, il suo corpo, la sua umanità sono il luogo della sua donazione. Questa donazione caratterizza la sua venuta nel mondo: «Entrando ne! mondo, Cristo dice: “Tu non hai voluto…”» (Eb 10,5) e rimane come memoriale prima della sua dipartita da questo mondo «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me» (1Cor 11,24). Il Cristo non si appartiene e vive una dinamica di espropriazione di sé che trova il suo momento apice nella morte e risurrezione. In altre parole, Gesù assume la logica del dono come verità del suo essere uomo. Questo dono, fatto sacramento, si rinnova in ogni celebrazione eucaristica. Al riguardo trovo significativo un versetto di Ungaretti, nella lirica «Mio fiume anche tu» dove il poeta, rivolto a Cristo, afferma: «Fratello che t’immoli perennemente per riedificare umanamente l’uomo». Cos’è l’Eucaristia? II dono del corpo immolato del Salvatore, del fratello, il quale nell’atto della sua offerta riedifica umanamente l’uomo. L’ Eucaristia. cristificandoci, ci umanizza. Il testo di Eb 10 ci fa capire che per Gesù il corpo è dono del Padre. Cosa significa? Che per Gesù il corpo non opacizza Dio; di più, la carne è deifera. Non solo: Gesù, accogliendo il suo corpo, ha accolto la prima parola che il Padre gli rivolgeva. Ha scritto Giovanni Paolo II: «Il corpo rivela l’uomo, esprime la persona ed è, perciò, il primo messaggio di Dio all’uomo stesso, quasi una specie di primordiale sacramento, inteso quale segno che trasmette efficacemente nel mondo visibile il mistero invisibile nascosto in Dio dall’eternità» (Orien. Educ. Sull’amore umano,24). Per cui Gesù ha imparato ad ascoltare il proprio corpo, ad accoglierlo come una parola del Padre. Una prova? Il fatto che Gesù fosse in ascolto dei corpi del suo prossimo: corpi sofferenti, provati, limitati, abbandonati al male. L’ascolto di sé l’ha condotto a saper ascoltare il prossimo e ad agire con misericordia, consolazione e perdono. Gesù sanava l’uomo nella sua totalità. Questa cura dell’umano al difuori di sé sarebbe stata impossibile senza una cura dell’umano in sé, senza la consapevolezza che il corpo è tempio della presenza di Dio, che il corpo è una Parola di Dio. Il corpo come fine dell’agire di Dio. Ha scritto il teologo F. Oetinger che il fine di tutto l’agire di Dio è la corporeità. Al di là di chi ancora si ostina a dire che il cristianesimo nega la corporeità, si può notare come la Storia della salvezza altro non sia che il progressivo tendere di Dio alla corporeità. Giovanni, nel Prologo teologico, che sentiremo risuonare nel tempo di Natate, afferma che questa tensione si è compiuta: «Il Logos si è fatto carne» [sarx], ( Gv 1,14). L’Incarnazione, dato che non dobbiamo mai dimenticare, non è restringibile però solo al momento della nascita di Gesù, ma in tutta la sua parabola esistenziale, in tutta la storia del suo corpo. Gesù è stato concepito per opera detto Spirito, è cresciuto come feto nel grembo di Maria, sua madre, ha avuto un corpo di bambino, fanciullo, adolescente fino a divenire uomo sia fisicamente sia psichicamente. Quel corpo, come sappiamo, è stato infine torturato, messo a morte ed è risorto per la potenza del Padre. Il corpo glorificato è, perciò, la speranza del mondo. Sì, da quell’ora il male, che devasta mente e cuore, che distrugge le relazioni e rende nemici i fratelli, è stato vinto per sempre. (P. Sandro Carotta)