Programma dal 18 al 26 gennaio 2025

Letture: Isaia 62,1-5 / Salmo 95 / 1Corinzi 12,4-11

Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Dal Vangelo secondo Giovanni (2,1-11)
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.

Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 18

18.00

+ Galanti Pia

Domenica 19

10.30

18.00

Deff. fam. Brignani e Venturini

+ Carmine, Ida, Vincenzo e Bice

+ Luigi, Antonia, Cesare ed Elettra

Per Chiara (vivente)

Lunedì 20

18.00

+ Dovadola Silverio

Martedì 21

8.00

+ Benini Cesare

Per Marinella (vivente)

Mercoledì 22

   

Giovedì 23

   

Venerdì 24

8.00

+ Dovadola Monica (IV anniv.)

+ Piccolo Biagio

Sabato 25

10.30

+ Angelo ed Elena Padovani, Paolo e Nina Montanari

+ Evarista e Fernando

Domenica 26

10.30

+ Guadagnini Armando

Orario Confessioni Venerdì ore 10.0011.00 (don Pietro)

Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì Venerdì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (escluso venerdì)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Anno : C

Gennaio 2025

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 19

II del T.O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Dopo la S. Messa delle 10.30 verrà inaugurata la mostra di Carlo Acutis

Ore 15.00 (oratorio) : Intrattenimento con merenda a cui sono particolarmente invitati i “Giovani di una volta”.

Lunedì 20

Ore 20.45 (canonica) : Caritas parrocchiale

Martedì 21

S. Agnese

S. Messa ad orario feriale

Mercoledì 22

Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”

Venerdì 24

S. Francesco di Sales

S. Messa ad orario feriale

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario

Sabato 25

Conversione di

S. Paolo Ap.

Festa del Patrono

Termina la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Ss. Messe alle ore 10.30 – 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne presieduta dal vescovo mons. Francesco Cavina

Domenica 26

III del T. O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 20.45 (S. Paolo) : Concerto di S. Paolo con la partecipazione del “Coro S. Paolo”

1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.

1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.

Visita alle famiglie con benedizione

20 – 24 gennaio

(dalle ore 15.00)

Lunedì 20 : Via S.ta Lucia (pari)

Martedì 21 : Via S.ta Lucia (dispari), don Milani (pari)

Mercoledì 22 : via don Milani (dispari), Montessori

Giovedì 23 : via Rodari, Zaccagnini, Di Vittorio,

dei Peschi

Venerdì 24 : Via Buozzi, Casadei

Alla scuola di Gesù :

 

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

 

Mc 2,18-22

Mc 2, 23-28

Mc 3,1-6

Mc 3,7-12

Mc 3,13-19

Mc 16,15-18

Vivere il mistero – La domenica del Battesimo di Gesù chiude il tempo di Natale. Il lunedì successivo è il lunedì della prima settimana del Tempo Ordinario. La successiva domenica, la nostra, viene chiamata «seconda domenica del Tempo Ordinario». Nel Tempo Ordinario la Chiesa segue passo dopo passo lo svolgimento dell’apostolato pubblico di Gesù. Per questo motivo oggi la liturgia sceglie il primo miracolo di Gesù a Cana, chiamato il «primo dei segni». Tutto ciò che Gesù compirà in parole e opere nel suo apostolato pubblico, è destinato a manifestare la sua identità, come il miracolo di Cana è servito a manifestare l’identità del Maestro («manifestò la sua gloria»: Gv 2,11), e ad alimentare la fede dei suoi discepoli di allora e di oggi. I segni, infatti, hanno anche questo scopo. I discepoli sono chiamati a credere (cf. Gv 20,30-31) : «Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni… questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome»). Secondo diversi specialisti del Vangelo di Giovanni, nel primo e nel secondo capitolo del quarto Vangelo si nasconde la «settimana giovannea» (1° giorno: Gv 1 ,19-28; 2° giorno: Gv 1 ,28-34; 3°giorno:Gv 1,35-42; 4°giorno:Gv 1,43-51 [= un giorno]; 5°[= un giorno]; 6°[=terzo giorno 2,1-12 Cana), al culmine della quale c’è la creazione della nuova umanità. La liturgia non sembra apprezzare questo tipo di interpretazione perché taglia l’espressione dell’incipit originale («Tre giorni dopo») e lo sostituisce con l’incipit liturgico («ln quel tempo»). La liturgia preferisce concentrare l’attenzione sull’inizio dell’apostolato pubblico di Gesù. Si tratta di un inizio dove è racchiuso, in sintesi, lo stile e il messaggio di Gesù: esiste un modo nuovo di rapportarsi con Dio. Il miracolo di Cana è chiamato dal testo biblico greco l’arché (il primo, il modello esemplare, ecc.) dei segni compiuti da Gesù. Il testo greco dice che «Gesù fece questa arché dei segni», mentre la traduzione italiana dice: «Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù». Il segno di Cana è il primo dei segni a livello cronologico e il modello degli altri segni. Gli altri segni o miracoli vanno letti alla luce di questa salvezza abbondantissima («Sei giare!») e migliore («Tu hai tenuto da parte il vino buono finora»). Gesù dona gratuitamente il suo vino come fa la Sapienza (cf. Pr 9,5) perché Gesù è la Sapienza di Dio incarnata, alla cui tavola gli uomini mangiano e bevono (accolgono la Sapienza e il suo messaggio) per la salvezza (cf. Is 55,1-3; Sir 15,3; 24,19.21). Diversi studiosi collocano in questo orizzonte il simbolismo eucaristico, presente a Cana. Il vino nel mondo biblico era il simbolo dell’abbondante benedizione di Dio e il simbolo del Regno che viene (cf. ls 25,6). Il fatto che nelle nozze manchi il vino è un simbolismo ed evidenzia che il Regno è ancora lontano, L’ora di Gesù non era, infatti, ancora venuta. L’intervento della Madre è un’intercessione di salvezza e la risposta di Gesù non è irriverente, ma nasconde l’interessamento del Figlio perché la Madre non si preoccupi, Quando un orientale dice «Donna, che vuoi da me», (alla lettera, in greco, «Donna, che c’è tra te e me?») è come se un occidentale dicesse: «C’è mai stato contrasto tra noi?» oppure «È una cosa che non dovrebbe interessarci». Non c’è, dunque, nessun tipo di scortesia nella frase di Gesù. Anzi. Maria viene chiamata «donna». Si tratta di un modo onorifico di trattare la madre. Nel caso concreto è un titolo teologico: Maria è la donna in antitesi con Eva, è la donna annunciata nel «protovangelo» (Gen 3,15), infine è la donna alla quale il Figlio sulla croce affida la sua Chiesa (rappresentata dal discepolo che Gesù amava). Per Giovanni l’ora è il momento drammatico della croce, dove si manifesta la gloria di Dio in quanto sulla croce Gesù inizia la sua salita verso il Padre. Alle nozze di Cana Gesù manifesta, attraverso il segno del vino abbondante, il dono della salvezza (cf. l’abbondanza del vino come salvezza: Am 9,13-14; 0s 14,7; Ger 31 ,12; ecc.). Le considerazioni finali dell’Evangelista (Gv 2,11-12) dicono, in sintesi, il valore del miracolo: il miracolo di Cana è il primo in ordine cronologico ed è anche il modello degli altri perché il miracolo serve a manifestare l’identità di Gesù e a far crescere la fede dei discepoli.

(don Renato De Zan)

Spazi per la liturgia- Uno spazio felice (seconda parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

La celebrazione comunitaria è quella che esprime in modo migliore la dimensione ecclesiale del sacramento della Penitenza e insieme meglio esalta l’importanza della chiesa-edificio come «luogo proprio» della celebrazione. Tutta la sequenza rituale del sacramento, infatti, coinvolge l’intera aula assembleare e i suoi principali poli liturgici. Innanzitutto è interessata nel rito la navata, cioè la parte della chiesa nella quale si riuniscono i fedeli e, nello specifico, i penitenti È un luogo che va preparato con cura in modo che essi possano ascoltare e meditare la parola di Dio, prepararsi alla confessione dei peccati, compiere la preghiera personale e comunitaria e, alla fine, fare il ringraziamento comune. La centralità dell’altare, debitamente preparato, illuminato e libero da «ogni attrezzo di lavoro», come normalmente dovrebbe presentarsi (!), e con la presenza della croce, indica l’orientamento e la meta di ogni cammino penitenziale, cioè l’Eucaristia dove Cristo offre il sacrificio di riconciliazione e come il luogo della festa e del banchetto imbandito per i figli ritrovati. Il documento della Conferenza Episcopale per l’adeguamento liturgico delle chiese fa notare che, in «riferimento alla celebrazione in forma comunitaria, occorre ricordare che nella chiesa alcuni I luoghi o segni come l’ambone e la sede, sono unici essi non vanno dunque ignorati né replicati, ma convenientemente utilizzati» (AC 31). (16– continua)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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