Letture: Esodo 3,1-8a.13-15 / Salmo 102 / 1Corinzi 10,1-6.10-12
Il Signore ha pietà del suo popolo.
Dal Vangelo secondo Luca (13,1-9)
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”»..
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 19 | 18.00 | Secondo le intenzioni di una persona vivente
+ Sangiorgi Tomaso (5° anniv.) |
Domenica 20 | 10.30
18.00 |
+ Faccani Alessandro e Stefano
+ Tirello Domenico, Angelina, Valente, Elena, Silvana, Galvani Ezio + Ademara e deff. fam. Valenti e Ghetti + Rina, Giannina, Fausta e Magda |
Lunedì 21 | 18.00 | + Antonio |
Martedì 22 | 8.00 | + Castelli Adriano |
Mercoledì 23 | ||
Giovedì 24 | 18.00 | + Dovadola Monica |
Venerdì 25 | 20.30 | Parenti vivi e defunti della fam. Dovadola Ivano e Ruffini
+ Emma e Dante |
Sabato 26 | ||
Domenica 27 | 10.30 | + Dovadola Ivano, Monica, Ruffini Armanda e Dovadola Silverio |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario )
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : C
Marzo 2022 |
Domenica 20
III di Quaresima |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa presieduta dal nostro vescovo mons. Giovanni Mosciatti e conferimento del ministero dell’accolitato a Lorenzo Vrenna Ore 17.30 (S. Paolo) : Via Crucis |
Lunedì 21 | Ore 20.45 (canonica) : Caritas parrocchiale |
Mercoledì 23 | Ore 20.45 (S. Paolo) : Prove del “Coro S.- Paolo” |
Giovedì 24 | Ore 20.45 (canonica) : 7° Incontro fidanzati in preparazione al matrimonio |
Venerdì 25
Annunciazione del Signore Astinenza |
Non c’è la S. Messa alle ore 8.00)
Ore 17.00 (S. Paolo) : Via Crucis Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario Ore 20.30 (S. Paolo) : 4a Stazione Quaresimale. Al termine Adorazione eucaristica fino alle ore 22.30 |
Domenica 27
IV di Quaresima |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30
Ore 18.00 (S. Paolo) : Via Crucis |
1 – Venerdì 25 alle ore 17 il Papa invita vescovi di tutto il mondo e i loro presbiteri (e quindi tutti i fedeli) a unirsi a lui nella preghiera per la pace e nella consacrazione e affidamento della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.
2 – E’ possibile rinnovare l’abbonamento per il 2022 al periodico parrocchiale “Il Ns. S. Paolo”, importante strumento di comunicazione comunitaria.
3 – Domenica 27 torna l’ora legale ed anche l’orario delle celebrazioni pomeridiane viene posticipato di mezz’ora.
4 – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola che rappresentano un modo per sostenere nel bisogno materiale una comunità che instancabilmente prega per tutti noi.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 4,24-30 | Mt 18,21-35 | Mt 5,17-19 | Lc 11,14-23 | Lc 1,26-38 | Lc 18,9-14 |
Vivere il Mistero- L’unità del Lezionario della terza domenica di Quaresima si manifesta nell’interazione bifocale di due poli. Il primo è costituito dalla grave situazione di peccato che affligge molti dei personaggi di cui parlano le letture: i figli di Giacobbe schiavi in Egitto (prima lettura), moltissimi dei padri che sperimentarono il passaggio del Mar Rosso (seconda lettura), i Galilei uccisi da Pilato e le vittime casuali del crollo della torre di Siloe a Gerusalemme (Vangelo). Il correlato polo focale è costituito dal dono che propone la salvezza anche in questa situazione: l’intervento di «Io sono», la nube, il mare che si apre, il cibo e la bevanda spirituale, il vignaiolo disposto a lavorare all’albero di fico perché dia frutto dopo tre anni continui di sterilità. Di fronte a tante situazioni devastate e devastanti e all’inattesa proposta di salvezza, il ritornello al salmo responsoriale garantisce e rassicura: «Il Signore ha pietà del suo popolo». Il brano evangelico è composto di due parti complementari. La prima mostra la necessità della conversione proprio per tutti, e non solo per quanti sono pacchianamente cattivi. La seconda mostra che esiste un tempo di misericordia, in cui, in ogni caso, il dono del Signore potrebbe portare frutto. Il racconto inizia con alcuni che vengono da Gesù a riferire un terribile delitto di Pilato, il quale aveva fatto trucidare alcuni Galilei nel tempio, mescolando il loro sangue a quello dei loro sacrifici. Forse gli interlocutori vorrebbero che il coraggioso rabbì lanciasse una condanna verso il procuratore romano, così crudele con i corregionali di Gesù. Egli, invece, è colpito non dall’evidente crudeltà di Pilato, ma dalla situazione di peccato della società che lo circonda. Il brutale destino dei pellegrini trucidati nel tempio non è frutto del loro peccato; pensando a questi disgraziati egli afferma che non erano più peccatori rispetto a tanti altri. Allora, invece di chiamare alla sbarra Pilato, egli conclude: «Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13,3). Per rafforzare il suo appello Gesù richiama una disgrazia non dipendente da volontà umana diretta e parla delle diciotto persone sulle quali rovinò, uccidendole, la torre di Siloe. Gesù li qualifica come abitanti di Gerusalemme: in questo modo è chiaro che tutte le regioni toccate dal ministero di Gesù – sia la Galilea sia Gerusalemme – si trovano nella stessa situazione, a rischio di condanna. La seconda parte dell’episodio è la presentazione di una parabola di Gesù. Una pianta di fico per tre anni non ha portato frutto e il padrone vorrebbe sradicarla per sfruttare meglio il terreno. Senza una chiara logica e del tutto a sorpresa, il vignaiolo responsabile della coltivazione del terreno interviene in favore del fico. Egli promette un anno d’attenzione speciale e di cura per quella pianta proprio per tentare di salvarla e portarla a produrre frutto. La parabola non parla della buona volontà e dell’impegno del fico, e nemmeno di una sua conversione. La speranza di un esito positivo viene dal dono del lavoro supplementare del vignaiolo stesso, che si mette al servizio di questa pianta adesso certamente non utile. Non sarà quindi l’impegno dei cristiani a portare un frutto speciale, ma piuttosto la misericordia stessa di Dio applicata a loro. Il paragone «Siate misericordiosi come il Padre» non è proposto in relazione con una teologia astratta della bontà e paternità divina, ma a partire da quanto sperimentiamo personalmente della misericordia di Dio verso di noi, nella nostra vita. È Gesù, che lavora perché la vita dei fedeli sia feconda, «il volto della misericordia» divina (misericordiae vultus). La seconda lettura, presa dalla prima lettera ai Corinzi, può essere letta come integrazione della prima parte del Vangelo. La maggior parte degli Israeliti, che hanno sperimentato la misericordia di Dio nei grandi fatti dell’alleanza, purtroppo «non fu gradita a Dio e perciò furono sterminati nel deserto» (1Cor 10,5). Sperimentarono perciò la morte, come i Galilei uccisi da Pilato e le vittime del crollo della torre a Gerusalemme. Le parole dell’Apostolo non possono non colpire fortemente i credenti che celebrano l’Eucaristia in questa terza domenica di Quaresima perché Paolo li ritrae in connessione con il battesimo – «Tutti furono battezzati in rapporto a Mosè» – e con l’Eucaristia: «tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale». (don Ermenegildo Manicardi)