Programma dal 26 agosto al 3 settembre 2023

Letture: Isaia 22,19-23 / Salmo 137 / Romani 11,33-36

Signore, il tuo amore è per sempre.

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-20)

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 26 18.30
  • + Morini Giada (II anniversario)
Domenica 27 10.30

18.30

+ Stanghellini Aldo e Dosi Luisa

+ De Giovanni Anna e Brignani Adriano

Lunedì 28
Martedì 29 8.00 + Montesi Natale
Mercoledì 30
Giovedì 31
Venerdì 01
Sabato 02
Domenica 03 10.30

18.30

+ Stefano e Maria Baldini

+ Emilia e Veliano Chiarini

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario (escluso venerdì)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Anno : A

Agosto – Settembre 2023

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 27

XXI del T. Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)
Lunedì 28

S. Agostino

S. Messa ad orario feriale
Martedì 29

Martirio di

S. Giovanni Batt.

S. Messa ad orario feriale
Venerdì 01 Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Sabato 02 Primo sabato del mese

Ore 7.30 (S. Paolo) : Partenza in processione verso il Santuario della B.V. della Consolazione recitando il S. Rosario.

Ore 8.00 (Santuario) : Celebrazione della S. Messa

Domenica 03

XXII del T.Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30

Ore 10.30 (oratorio) : S. Messa nel campo dell’oratorio

Ore 12.30 (oratorio) : Pranzo dell’ospitalità

La festa della Ripresa (ovvero un invito alla partecipazione)

Continua la preparazione alla festa :

Giovedì 31 agosto e venerdì 1 settembre, all’oratorio, a partire dalle ore 20.30 e sabato 2 settembre dalle 8.30 in poi… si continua con la preparazione delle strutture.

Chi può è invitato a dare il proprio contributo.

Sabato 2 settembre alle ore 19 inizia la “Festa della Ripresa”

Tutti gli appuntamenti della festa sono riportati nel volantino a parte.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 23,13-22 Mc 6,17-29 Mt 23,27-32 Mt 24-42-51 Mt 25,1-13 Mt 25,14-30

Vivere il misteroAl testo biblico originale del Vangelo, la liturgia premette il solito incipit («In quel tempo»). In questo caso ha valore puramente narrativo e non sostituisce nessuna espressione originale. Il testo potrebbe dividersi in tre momenti particolari. In Mt 16,13-15 troviamo le risposte dei discepoli su chi sia Gesù: dalle risposte che riportano il parere della gente alla risposta di Pietro che confessa Gesù come Messia e come Figlio del Dio vivente. Nella seconda parte, Mt 16,17-19,viene narrato il conferimento del primato petrino, dove Gesù gioca sulla parola aramaica kepha (pietra, roccia). Pietro è la roccia e sulla roccia che è Pietro Gesù edificherà la sua Chiesa. La confessione di Pietro e il «conferimento» del primato sono due testi letterariamente differenti, ma teologicamente uniti. L’ultimo versetto (Mt 16,20) è una ingiunzione che si lega al segreto messianico, tanto caro a Marco (e a Gesù). La confessione di Pietro è un dono: egli può confessare Gesù come Messia e come Figlio di Dio perché ha ottenuto da Dio una rivelazione. La «carne e il sangue» non possono giungere da soli a quella confessione di fede. Al massimo possono solamente accorgersi che Gesù è un uomo straordinario, un «Giovanni Battista», un «Elia», un «Geremia» o uno dei «profeti». Il testo del primato di Pietro è un punto caldo della controversia tra gli esegeti che vedono nel testo alcuni dati inoppugnabili e gli esegeti che non riescono a ritenere inoppugnabili tali dati. Le parole di Gesù (di non facile retroversione aramaica) esprimono prima di ogni altra cosa tutta l’autorità di Dio: Gesù cambia il nome di Simone in Pietro, come aveva già fatto Yhwh con Abramo, Sara e Giacobbe. Le parole di Gesù, inoltre, esprimono una promessa che è legata sia alla persona di Pietro in quanto «kepha» su cui si fonda la Chiesa sia alla Chiesa stessa che lungo la storia non verrà mai sovrastata da nessuna potenza di morte. Nelle parole di Gesù il ruolo di Pietro non si esaurisce nella sua individualità storica, ma si trasmette a tutti coloro che gli succederanno nello stesso compito di confermare nella fede i fratelli. Le parole di Gesù conferiscono, inoltre, a Pietro un potere particolare: il potere delle chiavi che lo fa «luogotenente del padrone per la conduzione dei suoi possessi in suo nome e al suo posto». L’altro potere, quello del legare e sciogliere, viene molto spesso ridotto al solo potere di assolvere il credente dai peccati. I numerosi paralleli rabbinici di questo testo evangelico indicano che con quelle parole Gesù intendeva dare a Pietro anche un potere di determinazione magisteriale (i rabbini potevano dichiarare una cosa lecita o no, vincolando la coscienza). In breve, «Pietro è l’inizio della Chiesa, che sarà edificata sulla fede che egli ha per primo confessato» (Yves Congar). (don Renato De Zan)

Spazi per la liturgia- L’Altare (terza parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

Proprio come tutte le linee dell’architettura dell’edificio ecclesiale convergono verso l’altare, il centro della chiesa, e congiuntamente da esso si irradiano, allo stesso modo la liturgia, ma in maniera particolare la sinassi eucaristica, è «il culmine verso cui converge tutta l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia» (SC 10). I fedeli, nutriti dai sacramenti pasquali, sono spinti a vivere in perfetta unione tra loro, a esprimere nella vita quanto hanno ricevuto mediante la fede e, rinnovati poi dall’alleanza di Dio con gli uomini nell’Eucaristia, vengono spronati nella pressante carità di Cristo e infiammati con essa (cf. Ibidem). Sull’altare si è amati da Dio e dall’altare si impara ad amare come Dio: da lì si parte ad animare il mondo con lo spirito evangelico e a diventare testimoni di Cristo «in mezzo a tutti, e cioè pure in mezzo alla società» (GS, 43; cf. Eucharisticum Mysterium, 13). Nella Messa di dedicazione, dopo l’orazione post comunione che domanda al Padre di essere trasformati in colui che si è ricevuto sull’altare (cf. DCA 215), il rito termina con la benedizione solenne del vescovo sull’assemblea liturgica e ne diventa un esplicito «mandato missionario» che, dall’altare dell’Eucaristia, apre verso tutta la Chiesa e il mondo intero: portate «nella vita i frutti del sacrificio» a cui avete partecipato; diventate «un cuor solo e un’anima sola» perché vi siete nutriti dell’unico pane alla mensa del Signore; «annunciate il Vangelo con la testimonianza della vita perché tutti gli uomini riconoscano il Cristo Signore» (DCA 216). [10 fine]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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