Programma dal 26 settembre al 4 ottobre 2020

Letture: Ezechiele 18,25-28 / dal Salmo 24 / Filippesi 2,1-11

Ricordati, Signore della tua misericordia.

Dal Vangelo secondo Matteo (21,28-32)

27 settembre In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Parola del Signore


VITA ECCLESIALE

Sabato 26 18.30 + Zanelli Lucia
Domenica 27 10.30

18.30

+ Mondini Luigi e Alfredo

+ Romanin Luciano e Maria

+ Dovadola Ivano

Lunedì 28 18.30 In memoria di Giovanni Paolo I
Martedì 29 8.00 + Montesi Natale
Mercoledì 30 18.30 + Resta Maria

+ Errani Tea

Giovedì 01 18.30 + Alfonso, Alma, Maria e Peppino
Venerdì 02 8.00 + Biancoli Vincenzo
Sabato 03 18.30 + Francesco e Giuseppina

+ Ravaglia Eugenio, Isolina e Zaniboni Donatella

Domenica 04 10.30 + Gattucci Stefano

+ Martini Emma

+ Ruffini Armanda

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 20.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : A

Settembre – Ottobre 2020

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 27

XXV del T.O.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)
Lunedì 28 Ore 20.45 (oratorio) : Consiglio parrocchiale A.C.
Martedì 29

Ss. Michele, Gabriele e Raffaele Arcang.

S. Messa ad orario feriale
Giovedì 01

S. Teresa di Gesù Bambino

S. Messa ad orario feriale
Venerdì 02

Ss. Angeli custodi

Primo venerdì del mese – Comunione a malati e impediti

Ore 8.45 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

S. Messa ad orario feriale

Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Domenica 04

XXVI del T.O.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (Santuario) : S. Messa (in caso di maltempo sarà celebrata in S. Paolo)

Ore 17.00 (Santuario): S. Rosario

La festa al Santuario della B.V. della Consolazione

Domenica 4 ottobre ore 10.30 : S. Messa nel piazzale del Santuario

ore 17.00: S. Rosario nel Santuario

Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.

La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 9,46-50 Gv 1,47-51 Lc 9,57-62 Lc 10,1-12 Mt 18,1-5.10 Lc 10,17-24

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

Vivere il Mistero- Il testo biblico e il testo biblico-liturgico di Mt 21,28-52 coincidono, fatto salvo per l’incipit liturgico («In quel tempo Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo») che indica sia il mittente sia il destinatario di quanto viene detto. Questa precisazione liturgica ha una sua importanza perché chiarisce come Gesù si rivolga di proposito a quella categoria di persone, presente in ogni religione, in ogni tempo e in ogni luogo, che ritiene l’obbedienza formale della Legge il vero adempimento della fede, mentre dimentica l’obbedienza a Dio nella storia che presenta sempre nuove e complesse situazioni a cui rispondere. Il testo è composto da una parabola (Mt 21,28-31b) e dalla riflessione sapienziale che ne consegue (Mt 21,31c-32). Sotto il profilo letterario, la parabola è riportata per intero nelle sue parti: la domanda iniziale, il racconto vero o verosimile, la domanda specifica finale, la risposta degli ascoltatori. Il meccanismo è chiaro: gli ascoltatori, rispondendo alla domanda specifica, pongono le basi per una «autocensura» che Gesù esplicita nella riflessione sapienziale. In questo breve brano c’è tutta la saggezza pedagogica di Gesù. L’obiettivo del Maestro è far sì che l’ascoltatore diventi in qualche modo terapeuta di se stesso. L’ascoltatore, infatti, giudicando la situazione della parabola, giudica se stesso. La parabola di Gesù è riassumibile in una battuta molto semplice: la volontà del Padre è compiuta da chi formalmente dice di non farla ma di fatto, poi, la fa, mentre non è adempiuta da chi formalmente dice di farla, ma poi non la compie. La riflessione sapienziale chiarisce in modo preciso le intenzioni del Maestro. Coloro che avevano detto «» a Dio – o presumevano di averlo detto – non hanno accolto il messaggio del Battista e, dunque, non hanno accolto il Messia nella persona di Gesù. Costoro sono «i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo». Coloro che avevano detto «no» (pubblicani e prostitute) a Dio hanno creduto al messaggio di Giovanni e, dunque, erano disposti ad accogliere Gesù come Messia. Il figlio che prima rifiuta, ma poi di fatto adempie la volontà del padre, ha compiuto un cambiamento. Il testo italiano, parlando del figlio che ha adempiuto l’obbedienza al Padre perché ha fatto la sua volontà, dice che si pentì. Il verbo greco corrispondente, metamèlomai, significa, «cambiare l’animo e il cuore». L’uso che Matteo fa del verbo indica che la conversione non è solo la conversione morale, ma anche la conversione di fede. Alla fine del versetto Mt 21,32 il verbo è associato all’atto del credere, dare fiducia («non vi siete nemmeno pentiti, metemelèthete, così da credergli, tu pistéusetai autò»).

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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