Programma dal 1 al 9 gennaio 2022

Letture: Siracide 24,1-2.8-12 / Salmo 147 / Efesini 1,3-6.15-18

Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18)

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.

Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».

Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.

Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 01 18.00 + Lullo Onofrio e Carolina

Secondo le intenzioni di una persona

+ Orioli Franco

Domenica 02 10.30

18.00

+ Rosa

+ Preda Maria Teresa

+ Michele Accarino e Barbato Rita

Lunedì 03
Martedì 04 8.00 + Ruffini Armanda, Dovadola Ivano e Monica
Mercoledì 05 18.00 + Liviano e Pia (vivente)
Giovedì 06 10.30

18.00

+ Giovanni, Isolina, Giacomo, Elde e don Orfeo

Maisto Antonio e Filomena

Venerdì 07
Sabato 08
Domenica 09 10.30 + Alma, Alfonso, Maria e Peppino

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario )

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : C

Gennaio 2022

Domenica 02

II dopo Natale

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00
Martedì 04 Ore 20.45 (canonica) : Incontro dei moderatori per il Sinodo
Mercoledi 05 Ore 20.30 (S. Paolo) : Prove del coro S. Paolo
Giovedì 06

Epifania del Signore

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne con benedizione alle famiglie
Venerdì 07 Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 8.30-12.00 (S. Paolo) : Esposizione del SS.mo Sacramento

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e recita del S. Rosario

Domenica 09

Battesimo del Signore

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00
Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 1,29-34 Gv 1,35-42 Gv 1,43-51 Mt 2,1-12 Mt 4,12-17. 23-25 Mc 6,34-44

Vivere il Mistero- La Chiesa prosegue, in questa seconda domenica di Natale, la sua riflessione sul mistero dell’Incarnazione. Domina, nella liturgia della Parola, il solenne Prologo giovanneo. Quando Giovanni ci parla del Verbo di Dio intende parlarci della suprema manifestazione di Dio. Dire «Verbo» equivale a dire l’origine di tutto, la ragione di tutto, quel principio unificante ove cogliamo il senso dell’uomo, della terra, del cosmo. Il Verbo, storicizzato in Gesù di Nazareth, diviene così il luogo ove gli uomini possono capire e capirsi, accogliersi senza paure, senza diffidenze e senza sospetti. Nel Verbo c’è la pienezza della vita e questa vita è luce (cf. Gv 7,4). La luce poi splende nella tenebra (cf. Gv 1,5); sì, la tenebra ancora pesa sul cuore dell’uomo ma oramai, in Cristo, è stata attraversata dalla luce divina. E con la luce, il nostro mondo non è più un teatro dell’assurdo ma un cantiere dove si edifica la nuova umanità. Vero quello che scrisse il grande martire Ignazio di Antiochia «La sua luce fu oltre ogni parola e la sua novità destò stupore». La novitas del Natale, di un dono così inatteso, così libero e gratuito, che abbraccia il mondo e ognuno, non può che stupirci. È sulla nota del ringraziamento che vogliamo allora vivere questa domenica. Quando Giovanni ci parla del Verbo in rapporto a Dio fa due affermazioni importantissime e che si completano. In Gv 1,1 leggiamo: «Il Verbo era presso Dio». Ciò significa che il Verbo non vive in modo statico la sua relazione con Dio ma in modo dinamico. Di più, il Verbo e il Padre hanno un rapporto di reciprocità, sono l’uno davanti all’altro senza giustapposizioni e in una feconda tensione. La seconda affermazione è alla fine del Prologo: «Il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18). Qui viene ulteriormente esplicitato il rapporto. Il Verbo vive nell’intimità del Padre (seno) e vive in una tensione di amore. Questa «tensione» come l’abbiamo definita, è lo Spirito Santo. Ma l’immagine del seno ha anche una coloritura materna, che Is 49,15 attribuisce a Dio stesso. Dio è un padre con un cuore di madre. Abbiamo un’immagine profondamente delicata, umana che con audacia viene trasferita a livello trinitario. La straordinarietà di questa rivelazione è data dalla finale del v. 18, dove l’Evangelista dichiara che il Figlio unigenito è venuto a rivelarci Dio. In una parola: il rapporto Padre-Figlio è aperto a tutti gli uomini. L’Incarnazione attesta la volontà di Dio che l’uomo sia presso di lui nell’amore. Ecco un tratto fondamentale del Natale. Abbiamo detto che l’uomo è chiamato a entrare nella circolarità dell’amore trinitario. Aggiungiamo ora che è chiamato a entrarvi in quanto figlio. «A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio». Vi sono tuttavia delle condizioni. La prima, e quella fondamentale, ed è la fede in Gesù. Giovanni afferma, infatti, che bisogna credere nel suo nome. È l’adesione a Gesù che ci fa nascere come figli. Il quarto Vangelo illustra questo itinerario. A Nicodemo Gesù dirà che è necessario rinascere dall’acqua e dallo Spirito (cf. Gv 3,1-15), alla donna samaritana che il Padre cerca adoratori in spirito e verità (cf. Gv 4,23). Nel Prologo Gesù è chiamato anzitutto Logos, che possiamo tradurre con Verbo, Parola. Questo titolo risente della cultura greca e giudaica. Per la prima. il logos indica il pensiero che si esprime attraverso il linguaggio, mentre per la seconda il logos diviene sinonimo di Dio stesso. Giovanni afferma che il Logos è Dio, la rivelazione di Dio; una rivelazione che si attua in Cristo Gesù, immagine visibile di Dio. Questa rivelazione porta alla conoscenza del vero Dio (cf. Gv 17,3) ed ha un effetto creativo e redentivo. Logos deriva dal verbo legein che significa «raccogliere»: il Logos è colui che raccoglie. Forse non è un caso che il quarto Vangelo parli di Gesù come buon pastore (cf. Gv 10). Per Giovanni, Gesù è il Logos pastore che è venuto a radunare l’umanità in Dio. Il Natale è perciò illuminato dalla luce della Pasqua: l’incarnazione attesta la venuta di Dio tra gli uomini. La finalità di questa venuta è che gli uomini giungano a Dio. E come giungere a Dio se non attraverso il Cristo, via nuova e vivente (cf. Eb 10,20)? Ecco perché l’adagio patristico, da sant’Atanasio in poi, afferma che l’uomo è un animale la cui vocazione è diventare Dio. Anche la fede della Chiesa si esprime in questo modo. Leggiamo nel terzo prefazio del Natale: «Oggi risplende lo scambio della nostra redenzione perché, mentre la nostra debolezza è assunta dal Verbo, l’umanità mortale è innalzata a dignità perenne e noi in una mirabile commistione siamo resi eterni» (trad. dal Iatino). (P. Sandro Carotta)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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