Letture: Isaia 40,1-5.9-11 / Salmo 103 / Tito 2,11-14;3,4-7
Benedici il Signore, anima mia.
Dal Vangelo secondo Luca (3,15-16.21-22)
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 08 | ||
Domenica 09 | 10.30
18.00 |
+ Alma, Alfonso, Maria e Peppino
+ Balestri Franco, Enzo, Edgardo Dalle Vacche, Martini Elisa + Alpi Elena e Marchetti Graziano |
Lunedì 10 | 18.00 | + Claudio |
Martedì 11 | ||
Mercoledì 12 | ||
Giovedì 13 | ||
Venerdì 14 | ||
Sabato 15 | ||
Domenica 16 | 10.30 | + Leta Carmine, Ida, Vincenzo e Bice
+ Rossella, Italo ed Elena |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario )
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia è ripreso secondo le consuete modalità.
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : C
Gennaio 2022 |
Domenica 09
Battesimo del Signore |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 |
Mercoledì 12 | Ore 20.30 (S. Paolo) : Prove del coro S. Paolo |
Giovedì 13 | Ore 21.00 (S.M. in Fabriago) : Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni |
Venerdì 14 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e recita del S. Rosario |
Domenica 16
II del T. Ordinario |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 |
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Mc 1,14-20 | Mc 1,21b-28 | Mc 1,29-39 | Mc 1,40-45 | Mc 2,1-12 | Mc 2,13-17 |
Vivere il Mistero- Oggi celebriamo la festa del Battesimo di Gesù al Giordano. Questo evento cristologico suscita alcune domande. In primis: qual è il suo significato? Cosa ha voluto dirci Gesù con questo segno? Aveva forse bisogno di essere purificato, lui che sarà riconosciuto dal Battista come l’Agnello di Dio? Il fatto che Gesù abbia voluto farsi battezzare attesta anzitutto la sua solidarietà con l’umanità peccatrice. Vogliamo allora inoltrarci nell’ascolto della Parola di Dio, portando la nostra attenzione sulla solidarietà del Figlio di Dio, solidarietà della quale il Padre si compiace. La solidarietà nasce dall’attenzione al prossimo. Abbiamo detto «attenzione» e non a caso, perché l’esperienza ci insegna che il prossimo certamente lo vediamo ma non sempre siamo attenti a lui, non sempre riusciamo cioè a coglierne l’appello. Siamo indifferenti, distratti, sospettosi e chiusi in noi stessi. Bisogna allora superare una logica di vita egoistica e privatistica. Dobbiamo superare la paura degli altri, solo così potremmo scrutare i lineamenti nitidi e personali del volto del nostro prossimo. Ma fino a dove si è spinta la solidarietà di Gesù? Gesù arriverà a dei livelli inimmaginabili in quanto la sua solidarietà lo spingerà a far proprio il nostro peccato. Scrive Paolo: «Cristo morì per gli empi al tempo opportuno. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi». (Rm 5,7-8). Cristo è così solidale da dare la sua vita anche a chi non la merita (il peccatore). Al peccatore noi siamo portati a dire: «Convertiti, perché solo così potrai meritare il mio amore». Gesù invece prima dice: «Ti amo», e. poi chiama a conversione. Il primato è l’amore libero e gratuito, fedele e totale. Con il battesimo, Gesù obbedisce al progetto solidale di Dio nei confronti dell’umanità. La sua solidarietà attesta così che solo ciò che è assunto è salvato. Difatti, Gesù non ci ha salvato con bei discorsi (sebbene abbiamo pagine evangeliche straordinarie), ma mettendosi al nostro fianco; non ci ha liberato indicandoci dei bei percorsi (anche se nei Vangeli ne troviamo di straordinari e personalizzati), ma facendo con noi quel cammino che ci ha portati a ritrovare noi stessi e Dio. La solidarietà di Gesù, come abbiamo sopra ricordato, ha le sue radici nell’obbedienza al progetto del Padre. Gesù è il Figlio amato e obbediente. Questa sua obbedienza l’aveva già ricordata a Maria e Giuseppe nel ritrovamento al Tempio. Ora diventerà sempre più manifesta nel ministero che inizierà dopo il battesimo. Luca però, se facciamo attenzione al testo evangelico, non porta l’attenzione sul fatto del battesimo, ma sul fatto che Gesù fosse in preghiera. Per lui è importante che Gesù stia pregando. Infatti la preghiera prelude al dono dello Spirito Santo e lo Spirito porta alla piena rivelazione. Non a caso, i cieli si aprono e, dopo la discesa dello Spirito su Gesù, si ode la voce del cielo. Cosa rivela di Gesù questa voce? Tre cose: Gesù è il Servo di JHWH (cf. Is 42,1), l’amato (cf. Sal 2) e l’inviato (Is 42.1-7). Lo Spirito scendendo su Gesù lo svela, non lo trasforma. In altre parole, lo Spirito non opera nessun cambiamento su di lui, ma lo manifesta. Sull’apertura dei cieli scrive Bruno Maggioni: «Nell’aprirsi dei cieli Gesù non vede il mondo celeste, bensì se stesso. I cieli non si aprono per “vedere”, ma per, permettere al dono dello Spirito di discendere…Lo stretto legame, che unisce il fatto del battesimo e la visione che ne manifesta il senso, suggerisce che per capire chi è Gesù e il significato di ciò che fa occorre una rivelazione dall’alto». La festa odierna è un invito a riscoprire il nostro battesimo. Cos’è accaduto il giorno in cui l’acqua benedetta è scesa sul nostro capo? – Una, nuova identità. Nel battesimo abbiamo ricevuto in dono una nuova identità, siamo stati fatti cristiani, ponendo Cristo a fondamento della nostra vita, delle nostre scelte personali e familiari. Certo, questo ha comportato e comporta la pacifica battaglia della fede contro la logica mondana che ancora vive in noi. Basilio Magno diceva infatti che la vita cristiana è una lotta spirituale. Cristiani non si nasce ma si diventa e non senza il nostro impegno personale. Una nuova nascita. Gesù l’aveva detto a Nicodemo: bisogna rinascere dall’alto, dall’acqua e dallo Spirito. Questa rinascita ci fa figli di Dio, coeredi di Cristo, fratelli universali. Paolo sovente parlerà del credente come di una nuova creatura e Agostino, rivolgendosi ai nuovi battezzati dirà «Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre. … Rivestitevi nella vita di colui che avete rivestiti per mezzo del sacramento». L’esistenza filiale. Se guardiamo a Gesù scopriamo che l’esistenza filiale è un sì senza riserve al Padre. Si che giunge ad accettare persino la morte e trasformare la morte in dono. Essere figli significa ascoltare ogni giorno una parola: «Tu sei mio figlio». Questa parola ci plasma interiormente fino a porre sulle nostre labbra la gioiosa risposta della fede: «Tu sei mio Padre». (P. Sandro Carotta)