Letture: Abacuc 1,2-3.2.2-4 / Salmo 94 / 2 Timoteo 1,6-8.13-14
Ascoltate oggi la voce del Signore.
Dal Vangelo secondo Luca (17,5-10)
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 01 | ||
Domenica 02 | 10.30
18.30 |
+ Alma, Alfonso, Maria e Peppino
+ Lanzoni Ugo, Lino e Galanti Pia + Biancoli Vincenzo |
Lunedì 03 | ||
Martedì 04 | 8.00 | + Dovadola Ivano, Monica, Silverio e Ruffini Armanda
+ Martini Emma |
Mercoledì 05 | ||
Giovedì 06 | ||
Venerdì 07 | 8.00 | Secondo le intenzioni di Maria Teresa e vivi e defunti della famiglia Dovadola Ivano e Ruffini e parenti |
Sabato 08 | 18.30 | + Paola e Angelina |
Domenica 09 |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 17.15 – 18.15 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni (escluso il venerdì) ore 17.50 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : C
Ottobre 2022 |
Domenica 02
XXVII del T. O. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)
Ore 10.30 (Santuario) : S. Messa (in caso di maltempo sarà celebrata in S. Paolo) Ore 17.00 (Santuario): S. Rosario |
Lunedì 03 | Ore 20.45 (canonica): Incontro catechisti |
Martedì 04
S. Francesco d’Assisi |
S. Messa ad orario feriale |
Mercoledì 05 | Ore 20.30 (oratorio): Consiglio dell’oratorio |
Venerdì 07
B. V. Maria del Rosario |
S. Messa ad orario feriale
Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti Ore 8.45-12.00 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario |
Sabato 08 | Ore 16.00 (Cattedrale) : Giubileo dei catechisti |
Domenica 09
XXVII del T. O. |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo) |
Da Sabato 01 ottobre (per tutto il mese) in S. Paolo
ore 17.50 S. Rosario (celebrato in forma più solenne)
La festa al Santuario della B.V. della Consolazione
Domenica 2 ottobre ore 10.30 : S. Messa nel piazzale del Santuario
ore 17.00 : S. Rosario nel Santuario
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Lc 10,25-37 | Mt 11,25-30 | Lc 11,1-4 | Lc 11,5-13 | Lc 11,15-26 | Lc 11,27-28 |
Vivere il Mistero- La prima lettura apre con la domanda di un orante che si sente non esaudito e descrive la situazione di violenza e iniquità in cui è venuto a trovarsi. La risposta del profeta lo assicura dell’intervento futuro del Signore e afferma che tutto si decide e si deciderà sulla fede. L’apostolo Paolo incoraggia Timoteo e parla della necessità di rimanere nella fede proprio quando divampa la lotta. È dal credere, infatti, che scaturisce la forza necessaria per affrontare la prova. Il Vangelo parla della forza della fede: più che la quantità è decisiva la sua qualità e autenticità. Basta, infatti, la misura di «un granello di senape» (Lc 17,6) per avere prodigi. Coloro che domandano un aumento di fede sono qualificati come «apostoli», ossia come persone che non solo seguono Gesù, ma appartengono al gruppo scelto degli annunciatori del Regno di Dio. La domanda «Accresci in noi la fede!» (Lc 17,6) sembrerebbe, a una prima osservazione, una richiesta corretta e lodevole. Gli «apostoli» chiedono infatti che il loro legame di fiducia con Gesù sia approfondito dal Maestro stesso. In realtà, la risposta di Gesù finisce per mostrare che nella richiesta può celarsi un’inopportuna speranza di pienezza, un’abbondanza gratificante, che li faccia sentire a posto e tranquilli. Non è utile preoccuparsi di avere una quantità grande di fede, ma è decisivo possedere un minimo di autentico credere. Il «granello di senape» è un’immagine che Gesù utilizza anche in una parabola per parlare del Regno: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero» (Lc 13,18-19). Il «granello di senape» – sia che si applichi al regno di Dio, sia alla fede – parla di una quantità certamente minima, ma dotata di una forza dirompente. Nei due casi si tratta di realtà di minuscole proporzioni che, però, contengono in sé un’energia immensa. Come il regno di Dio anche la fede è capace di forza infinita, a condizione che sia autentica. La chiave del racconto parabolico, aggiunto da Gesù alla risposta sul «granello di senape» sembra posta nella figura del «servo». Il termine «servo» infatti si connette molto facilmente al nome di «apostolo». Paolo fa questo collegamento, per esempio, nell’inizio della lettera ai Romani: «Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata» (Rm 1,1). Anche le immagini dell’arare (Lc 9,62) del pascolare (Lc 15,4-6) e del servire (Lc 10,38-42) si connettono spesso con la descrizione della vocazione del discepolo. Se intendiamo in questa connessione la parabola del servitore che deve servire a tavola il padrone dopo aver lavorato per lui, allora l’applicazione , «così anche voi» (Lc 17,10) sembra indicare che gli «apostoli», dopo essere diventati operativi nell’annuncio del regno, devono accogliere la ricompensa come un dono gratuito e non come un diritto esigibile. Il loro annuncio è il risultato non del loro sforzo, ma principalmente della potenza di colui che li ha inviati. Connettiamo quest’idea con la richiesta precedente a riguardo della fede: la logica dell’insieme delle parole di Gesù appare chiara. Il prodotto dell’annuncio dei discepoli è l’effetto della fede capace di comandare al gelso di sradicarsi e di piantarsi nel mare. Non si ha perciò diritto a pretendere una ricompensa per aver arato il campo o pascolato il gregge, perché proprio queste opere sono il frutto diretto della fede e non delle persone che hanno agito. È in questo senso che gli apostoli/servitori sono «inutili», ossia «non decisivi» o, almeno, «non indispensabili». La chiusura del brano evangelico può risultare ostica a molti, soprattutto in un tempo in cui il credere, il testimoniare, l’annunciare appaiono come scelte e prestazioni molto personali e realmente impegnative. L’insieme della liturgia odierna fa vedere bene come l’elemento dinamico della storia sia la fede nella sua nudità e autenticità. È il credere che mette in circolazione l’unica energia che alla fine risulta risolutiva. Ciò vale per l’orante della prima lettura: «Soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede»; vale per Timoteo: «Con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo» (2Tm 1,8); vale infine per «gli apostoli», servitori inviati a testimoniare e annunciare, ma il cui risultato deriva semplicemente da un granello di fede autentica. La spiegazione «Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» diventa più chiara se ci rendiamo conto che quanto otteniamo nell’obbedienza al comando non è il frutto della nostra azione, ma è l’effetto della fede operante in noi. Quanto facciamo dipende dal «granellino di senape» del nostro credere, che in fondo è il seme che può produrre il grande albero del regno di Dio, tra i cui rami gli uccelli del cielo vengono a fare il nido. (don Ermenegildo Manicardi)