Programma dall’8 al 16 ottobre 2022

Letture: 2Re 5,14-17 / Salmo 97 / 2 Timoteo 2,8-13

Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Dal Vangelo secondo Luca (17,11-19)

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.

Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.

Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.

Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!»..

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 08 18.30
  • + Paola e Angelina
Domenica 09 10.30 + Alessandro ed Elena

e per le famiglie Schifano e Constantin (viventi)

Lunedì 10 18.30 + Guida Domenico e Arcolan Franca
Martedì 11 8.00 + Avveduti Giovanna
Mercoledì 12 18.30 + Eleogivio Tani
Giovedì 13
Venerdì 14
Sabato 15 18.30
  • + Mazzotti Angelo, Sangiorgi Maria Luisa, deff. Fam. Mazzotti e Sangiorgi e Capucci Armando
Domenica 16 18.30 + Silvana, Ada, Domenico e Aldo

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni (escluso il venerdì) ore 17.50 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 09

XXVIII del T. O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)
Mercoledì 12 Ore 20.00 (oratorio) : Convivio e Incontro del “Coro S. Paolo”

Ore 21.00 (canonica) : Consiglio parrocchiale di A.C.

Giovedì 13 Ore 21.00 (Chiesanuova di Voltana): Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni
Venerdì 14 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario
Sabato 15

Santa Teresa di Gesù

S. Messa prefestiva

Ore 15.00-17.30 (S. Paolo) : Ritiro Cresimandi

Domenica 16

XXIX del T. O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)

Ore 15.00 (S. Paolo) : S. Messa con conferimento del Sacramento della Cresima per ministero del nostro vescovo mons. Giovanni Mosciatti.

Da Sabato 01 ottobre (per tutto il mese) in S. Paolo

ore 17.50 S. Rosario (celebrato in forma più solenne)

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 11,29-32 Lc 11,37-41 Lc 11,42-46 Lc 11,47-54 Lc 12,1-7 Lc 12,8-12

Vivere il Mistero- La prima lettura racconta come la guarigione conduce un lebbroso straniero alla riconoscenza verso il mediatore del dono e alla fede nel Dio unico. La seconda lettura presenta la fede e il credere come una comunione con Cristo, che attraversa tutte le stagioni e che punta alla salvezza e alla gloria eterna. Il Vangelo presenta il lebbroso samaritano, l’unico riconoscente tra dieci sanati. Egli è l’esempio di un uomo salvato dalla fede espansa nella riconoscenza. Il corpo dell’adulto lebbroso Naamàn, che nelle acque del Giordano diventa «il corpo di un ragazzo» (2Re 5,74), è il segno grande della forza della Parola mediata dal profeta. È, infatti, l’ordine di Eliseo al generale dell’esercito di Aram che rende l’acqua del Giordano capace di operare la guarigione. Naamàn capisce benissimo la situazione ed è per questo che, subito, ritorna dall’uomo di Dio che ha mediato la sua salvezza. Porta con sé due certezze: la prima è che «non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele» (2 Re 5,15) e la seconda è la convinzione del ruolo di intercessore avuto dal profeta in tutta la faccenda. Naamàn perciò esprime il desiderio di sdebitarsi con il profeta attraverso un dono. L’uomo di Dio, però, non accetta e, anzi, si blocca con giuramento a non accogliere nulla: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò» (2Re 5,16). Il racconto non dice quale motivo spinga Eliseo a questa posizione, ma pare che il profeta voglia indicare inequivocabilmente che la forza che ha compiuto il prodigio non viene da lui, ma è qualcosa che appartiene a Dio. L’uomo onesto e il vero mediatore non vuole accaparrarsi a suo vantaggio il dono della grazia. L’ulteriore reazione del lebbroso guarito è allora promettere culto soltanto al Dio che lo ha salvato. L’atteggiamento radicale del profeta sembra così aver condotto Naamàn direttamente davanti al Dio d’Israele. In questo modo Naamàn, arrivato alla fede nel Dio unico, compie l’ulteriore passo di divenirne adoratore proprio nel suo paese pagano. La terra presa dal suolo d’Israele servirà a creare uno spazio sacro, anche minimo, in cui sia possibile celebrare tale culto in purezza, anche in una regione di idolatri. Gesù richiede di fatto una fede fresca e vivace. I dieci lebbrosi infatti sono inviati dai sacerdoti, perché sia legalmente costatata la guarigione avvenuta (cf. Lv 13,49), prima che la purificazione abbia inizio. I dieci malati credono alla parola di Gesù, si mettono in cammino verso il tempio e, in effetti, durante il viaggio la guarigione avviene. È a questo punto che la situazione si differenzia. Uno dei dieci, vistosi guarito, «tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo» (Lc 17,15). Entrano così in campo i temi della gratitudine e della riconoscenza. Gesù sottolinea con enfasi retorica: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?» (v. 17). Un altro elemento di rilevante importanza teologica è che l’uomo ritornato sia «un Samaritano». È Gesù stesso che annota che colui che è tornato non è un Giudeo: «Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?» (v. 18). Le ultime parole del Maestro sono molto importanti per capire il ruolo della gratitudine. La frase di Gesù «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!» (v. 19) mette in primo piano il credere, ma dal contesto è evidente che la parola rivolta al Samaritano comporta concretamente la consapevolezza che la salvezza e la vita vengono da una fede che ha trovato la sua pienezza nella riconoscenza. Nel contesto liturgico è importante evidenziare il parallelismo tra i due riconoscenti lebbrosi guariti, che sono entrambi «stranieri»: il guarito da Eliseo è un Siro e il purificato da Gesù è un Samaritano. Considerando l’insieme del Vangelo di Luca ci si accorge che in questo episodio non si tratta solo del tema sapienziale «la riconoscenza viene più facilmente dai lontani che dai vicini». Ricordando la parabola del buon samaritano, possiamo osservare che questa è la seconda volta che, su un punto importante, Gesù esprime una valutazione positiva di un Samaritano e formula un contrasto istruttivo tra questo personaggio e gli altri della scena che sono immaginati come giudei. Nella parabola il senso autentico di «prossimo» è espresso dal Samaritano, che si trova di passaggio in Giudea, e non dalle due figure giudaiche del sacerdote e del levita che scansano il ferito. Nel caso dei dieci lebbrosi il contrasto è posto dai fatti stessi, ma è evidenziato da Gesù con pronta acutezza. Due Giudei di rango non hanno riconosciuto il prossimo: un Samaritano sì. Nove Giudei di razza non sono giunti a provare o, almeno, a esprimere la riconoscenza per il dono ricevuto: un Samaritano sì. Non è una questione di numeri, ma si vede che il bene trova corrispondenza spontanea anche presso coloro che non appartengono alla stretta cerchia degli eletti di Dio. Appare allora una statistica malinconica: «un Samaritano contro due Giudei» e «un Samaritano contro nove Giudei». (don Ermenegildo Manicardi)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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