Letture: Atti 3,13-15.17-19 / Salmo 4 / 1 Giovanni 2,1-5a
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Dal Vangelo secondo Luca (24,35-48)
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 17 | 18.30 | + Giuseppe |
Domenica 18 | 10.30 | + Lorenzo e Antonietta Ravaglia – Torquato e Luciana Sisti |
Lunedì 19 | ||
Martedì 20 | ||
Mercoledì 21 | 18.30 | + Pacilli Antonio
+ Antonio |
Giovedì 22 | 18.30 | + Castelli Adriano
+ Brusa Sara |
Venerdì 23 | ||
Sabato 24 | 18.30 | + Dovadola Monica |
Domenica 25 | 10.30 | + Alfonso, Alma, Maria e don Orfeo |
Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze
(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi
Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.
Anno : B
Aprile 2021 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 18
III di Pasqua |
Giornata per l’università cattolica del Sacro Cuore
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00) Ore 15.00 (S. Paolo) : S. Messa di Prima Comunione per un primo gruppo di bambini |
Venerdì 23 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica |
Domenica 25
IV di Pasqua |
Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00) Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa con la partecipazione delle autorità nell’anniversario della Liberazione. Ore 15.00 (S. Paolo) : S. Messa di Prima Comunione per un secondo gruppo di bambini |
Nota. La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).
Visita alle famiglie con Benedizione.
In questi giorni è iniziata la distribuzione ad ogni famiglia di un volantino contenente le informazioni su come comportarsi per chi desidera avere la Benedizione “Pasquale” a casa, in famiglia.
Occorre compilare il volantino e riconsegnarlo in parrocchia mettendolo nell’apposita urna posta all’ingresso della chiesa.
E’ importante indicare il proprio recapito, soprattutto un numero di telefono, mediante il quale il parroco provvederà a contattare la famiglia per concordare tempi e modi per la visita.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Gv 6,22-29 | Gv 6,30-35 | Gv 6,35-40 | Gv 6,44-51 | Gv 6,52-59 | Gv 6,60-69 |
Preghiera di Papa Francesco
O Maria,
tu risplendi sempre nel nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,
che presso la croce
sei stata associata al dolore di Gesù,
mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo romano,
sai di che cosa abbiamo bisogno
e siamo certi che provvederai
perché, come a Cana di Galilea,
possa tornare la gioia e la festa
dopo questo momento di prova
Aiutaci, Madre del Divino Amore,
a conformarci al volere del Padre
e a fare ciò che ci dirà Gesù,
che ha preso su di sé le nostre sofferenze
e si è caricato dei nostri dolori
per condurci, attraverso la croce,
alla gioia della risurrezione. Amen.
Vivere il Mistero- Può sembrare strano, ma l’incontro con il signore risorto lascia i vari interlocutori scettici e dubbiosi. Persino la gioia sembra causa d’incredulità. Gesù ne è consapevole, e davanti al turbamento dei suoi apre loro la mente all’intelligenza delle Scritture. L'”apertura” delle Scritture provoca anche l’apertura della mente, del cuore e degli occhi. Il credente, alla luce della rivelazione, ha esperienza del Signore vivo e vero dentro un coinvolgimento radicale del suo essere. Solo allora passa dall’incredulità alla fede e dalla fede alla Iode di Dio. L’evento pasquale non è solo interpretato alla luce delle Scritture, ma è anche interpretante le Scritture, tanto che i due Testamenti hanno nel Signore Gesù la loro chiave di volta, Di questo i discepoli devono farsi testimoni e annunciatori. La potenza di Dio che si è manifestata nella risurrezione di Gesù ora si manifesta ugualmente nell’annuncio della sua risurrezione. Di conversione ci parla anche Pietro nella sua dura apostrofe contro i giudei. «Nel nome» di Gesù, egli ha guarito un uomo dalla sua infermità. Colui che è stato crocifisso è quindi vivo e operante; Dio, che si è riconosciuto nel suo Messia, l’ha infatti glorificato. Di questo, Pietro e i suoi compagni, sono ora testimoni coraggiosi e audaci. È evidente che Pietro non intende addossare al popolo la responsabilità diretta della morte di Gesù, ma invita tutti (e questo vale anche per noi) a porsi esistenzialmente davanti al Cristo morto e risorto, ai segni della vita nuova, inaugurata con la sua risurrezione, e a convertirsi per entrare nella grazia del perdono. «Nella Pasqua cristiana – osserva G. Ravasi – il Cristo risorto avvocato presso il Padre e l’uomo peccatore convertito si incrociano e costituiscono la nuova comunità, la Chiesa pasquale. Alla libertà dell’offerta divina deve corrispondere la libertà dell’accettazione umana». Giovanni scrive ai credenti preoccupato per un’eresia che cominciava a mietere molte vittime nella Chiesa nascente. Alcuni, infatti, pensavano che la novità cristiana, inaugurata dalla Pasqua di Cristo, li svincolasse da ogni condizionamento delle realtà materiali e dagli obblighi morali comuni. Costoro concepivano la vita cristiana come un qualcosa di statico, di definito per sempre. ln Cristo trovavano un possesso duraturo e assicurato di salvezza. Ma per Giovanni la vita cristiana è un cammino; il cristiano non è un arrivato. Certamente, l’apostolo non nega l’opera della salvezza (il cristiano è un salvato), ma quest’opera non si è ancora compiuta. Se non si ammette questo «non ancora» si cade nell’autoinganno. Ecco, allora, un criterio di verifica: l’osservanza della parola del Vangelo. Giovanni parla di comandamenti e di comandamento. Dal plurale al singolare. Non è nuovo nella letteratura giovannea. Come dire: molti sono gli atteggiamenti in cui si esprime la volontà di Dio (comandamenti), ma una sola è la logica che li anima dal di dentro (comandamento). E quando Giovanni parla di comandamento intende soprattutto l’amore. Il comandamento non è una realtà che sovrasta l’uomo dall’esterno, non è neppure un dovere imposto dal di fuori, ma una realtà che dimora nell’uomo come principio operativo. Possiamo chiamarlo, questo principio, Spirito Santo, Ecco il dinamismo che abita l’uomo rinato dalle acque del battesimo, la nuova creatura che cammina verso la piena maturità di Cristo.