Programma dal 19 al 27 dicembre 2020

Letture: 2Samuele 7,1-5.-8b-12.14a-16 / dal Salmo 88 / Romani 16,25-27

Canterò per sempre l’amore del Signore.

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

20 dicembre In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 19

18.00

+ Nino e Tina Savorani

+ Casadei Claudio (20° anniv.)

Domenica 20

10.30

18.00

+ Masi Clinio e Velucchio Domenica

+ Dovadola Dario

Lunedì 21

18.00

+ Antonio

Deff. fam. Preti

+ Ilvano e Maria

Martedì 22

8.00

+ Castelli Adriano

Mercoledì 23

18.00

+ Galanti Silla e Buldrini Natalino

Giovedì 24

20.00

+ Dovadola Dario

+ Berardi Francesco, Maria, Demo e Luigi

+ Pilani Enzo e Giulio e Ronchini Angiolina

Venerdì 25

8.00

10.30

18.00

+ Castelli Bruno, Bianconi Velalma, Garoli Ugo e Liverani Iolanda

+ Ademara

+ Natale Ingegneri

+ Liverani Lucia, Cuffiani Ireneo, Ilaro, Ames, Erve e Gian Luigi Lanzoni

Vivi e defunti fam. Dovadola-Ruffini e vivi e def. Dovadola Ivano

Sabato 26

10.30

+ Stefano e Maria Baldini

+ Lanzoni Gian Luigi

Domenica 27

10.30

+ Dovadola Ivano

+ Zaccherini Ilva, Pollini Mario e Cassani Alba

Mattino Pomeriggio

Lunedì 21 : Ore 15.00 – 17.30

Martedì 22 : Ore 15.30 – 17.30

Mercoledì 23 : Ore 15.00 – 17.30

Giovedì 24 : Ore 9.30 – 12.00 15.00 – 18.00

Venerdì 25 : Ore 8.00 – 9.00 17.00 – 19.00

Le Confessioni

in prossimità del

Natale

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (16.55 nei giorni della Novena)

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Dicembre 2020

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 20

IV di Avvento

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Lunedì 21

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Martedì 22

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Mercoledì 23

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Giovedì 24

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale

Ore 20.00 (S. Paolo) : S. Messa solenne della Notte

Venerdì 25

Natale di N.S.G.C.

S. Messe alle ore 8.00, 10.30 e 18.00

Ore 17.30 (S. Paolo) : Secondi Vespri del giorno di Natale

Sabato 26

S. Stefano p.m.

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Domenica 27

Santa Famiglia

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

1 – La Novena di Natale, considerando anche la attuale situazione di limitata

mobilità serale , viene celebrata a fino al 24 dicembre tutti i giorni alle ore 17.30.

Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.

La S. Mesa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

Lc 1,39-45

Lc 1,46-55

Lc 1,57-66

Lc 1,67-79

Gv 1,1-18

Mt 10,17-22

Vivere il Mistero- Dopo la compagnia di Giovanni Battista che ci ha seguito nelle domeniche precedenti, oggi è Maria a farsi nostra guida nella preparazione alla celebrazione del Natale. Dio vuole vivere di noi e perciò sceglie di avere bisogno di noi per nascere, per crescere, per amare, per gioire, per soffrire… perfino morire e rivivere. Discretamente l’angelo Gabriele – la forza di Dio – rimprovera Maria, e ciascuno di noi, nei medesimi termini con cui «quella stessa notte» al profeta Natan venne chiesto di rettificare il significato della parola «il Signore è con te». Il rimprovero è semplice ma accorato da parte di Dio nei confronti del re Davide: «Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?». La risposta risuona in questi termini: «Il Signore farà a te una casa». Quando Dio interviene nella nostra vita Io fa regalmente e radicalmente e, soprattutto, lo fa da sempre e «per sempre» e non solo in tempo di riposo. In Maria viene svelato il desiderio ardente di Dio, quello che attrasse irresistibilmente Mosè alle falde del Sinai «mentre stava pascolando il gregge». Questo desiderio si esprime in un dono totale di Dio all’uomo che esige e quasi forza amorevolmente il dono sponsale di tutta la nostra esistenza a Colui dal quale ogni vita è originata. Se Dio si dona fino a consegnarsi e affidarsi a noi fidandosi del fatto che sapremo e vorremo prenderci cura della sua Presenza nell’intimo del nostro cuore… allora aderire e rispondere «Ecco la serva» è una conseguenza semplice, naturale e per nulla «impossibile». Di quello che è avvenuto in quel giorno o in quella notte «in una città della Galilea» non sapremo mai nulla di più di quanto sappiamo del momento in cui il Crocifisso divenne il Risorto. Analogamente, del momento in cui il Verbo del Padre divenne «Gesù» nel seno assolutamente vuoto e completamente aperto di Maria, possiamo cantare-tacendo con le stesse parole della liturgia pasquale: «Tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora» (Preconio). Questa regola del silenzio attorno al silenzio di Maria potrebbe essere un modo adeguato per meditare il mistero della sua divina maternità nel disegno della salvezza, senza violarne – con l’eccesso delle parole e delle considerazioni – la sacra verginità. La verginità è il sigillo che difende da occhi indiscreti e impreparati il mistero di questa storia d’amore che, per sua natura, resta un segreto tra Dio e la sua silenziosa madre. Come dice Agostino nel suo secondo trattato sul Vangelo di Giovanni; «Perché gli uomini potessero nascere da Dio, Dio è nato anzitutto dagli uomini. Nato da Dio per crearci, egli nasce da una donna per ricrearci». Prima di contemplare ciò che avverrà nella piccola Betlemme siamo oggi chiamati a concentrare lo sguardo del nostro cuore su ciò che accade in un piccolo villaggio della Galilea dove una giovane «promessa sposa di un uomo della casa di Davide di nome Giuseppe» (Lc 1,27) riceve l’annuncio di un’improvvisa e imprevista maternità. Nonostante le perplessità, questa giovane donna si mostra capace di fare in pochissimo tempo – nello spazio di un dialogo – un lungo cammino interiore che va dallo stupore all’accoglienza piena. Maria non è una sempliciotta a cui va bene tutto e che se ne sta in attesa di qualcosa che porti rimedio alla noia; è una donna che ha un progetto e che nutre un desiderio sulla propria vita, eppure è capace di lasciarsi confermare dalle parole di un angelo accettando di riorientare radicalmente il proprio cammino di donna e di credente. Non ci sfugga la solitudine in cui Maria si trova dopo che «l’angelo si allontanò da lei» (Lc 1,38). Non ci spaventi la solitudine che ogni vero incontro con Dio ci chiede di assumere per rispondere in modo nuovo e unico alla vocazione di essere uomini e donne nella verità, nella libertà, nell’adesione a ciò che da sempre abbiamo desiderato e che a un certo punto chiede di essere finalmente riconosciuto e accolto.

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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