Programma dal 19 giugno al 4 luglio 2021

Letture: Sapienza 1,13-15;2,23-24 / Salmo 29 / 2 Corinzi 8,7.9.13-15

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Dal Vangelo secondo Marco (5,21-43)

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 26 18.30 + Francesco e Pia
Domenica 27 10.30

18.30

+ Vrenna Giuseppe e Scicchitano Teresa

+ Dovadola Ivano e Ruffini Armanda

Lunedì 28 18.30 + Elmore (1° anniv.)
Martedì 29 8.00 + Montesi Natale
Mercoledì 30 18.30 + Guadagnini Eugenio

+ Buldrini Paolo

Giovedì 01 18.30
Venerdì 02 8.00
Sabato 03 18.30
Domenica 04 10.30

18.30

+ Ruffini Armanda e Dovadola Ivano

50° di Matrimonio di: Volpe Luigi

e Viscido Lidia

+ Alberti Dante, Irma e Vilma

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze (muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.50 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia riprende nel prossimo ottobre

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Giugno – Luglio 2021

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 27

XIII del T.O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)
Martedì 29

Ss. Pietro e Paolo

S. Messa ad orario feriale

Ore 20.45 (Oratorio) : Consiglio Pastorale Parrocchiale

Venerdì 02 Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Sabato 03

S. Tommaso Ap.

S. Messa ad orario feriale
Domenica 04

XIV del T.O.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (NO alle 8.00)

Nota. Ss. Messe feriale e festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Rispettare tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 8,18-22 Mt 16,13-19 Mt 8,28-34 Mt 9,1-8 Mt 9,9-13 Gv 20,24-29

Vivere il Mistero- Il Lezionario di questa domenica affronta il tema della morte nella luce pasquale di Cristo. L’autore del libro della Sapienza afferma che Dio non ha creato la morte, ma la vita. Eppure la morte, nelle sue molteplici forme, assale continuamente l’esistenza dell’uomo umiliandolo e ferendolo gravemente nella sua dignità. Un Tropario della liturgia bizantina recita: «Cristo è risuscitato dai morti. Con la sua morte ha vinto la morte e ai morti ha dato la vita». Ci chiediamo: come ha potuto Gesù, con la sua morte in croce, liberarci dal potere detta morte? Com’è possibile sconfiggere la morte morendo? Bisogna tener presente due aspetti della vita di Gesù: la sua obbedienza al Padre e il suo amore per gli uomini. Che Gesù sia morto in croce in obbedienza significa che egli non ha subito la morte e neppure l’ha rifiutata rabbiosamente, ma l’ha assunta liberamente cogliendovi la volontà del Padre. È in questo «sì» senza riserve e totale che gli autori sacri hanno colto la vittoria di Cristo sulla morte. Ma perché il Padre ha voluto quel «sì» dentro una morte così dura, ingiusta e violenta? Anzitutto bisogna capire cos’è la morte. Per la rivelazione la morte non è solo la fine biologica e neppure una tappa necessaria verso la vita eterna. La morte è il segno della rottura dell’alleanza tra Dio e l’uomo. Con il peccato, l’uomo è infatti uscito dall’alleanza e ha fatto esperienza di morte. Gesù, nuovo Adamo, con il suo «sì» obbediente e filiale permane nell’alleanza guarendo così la ferita antica. La morte non l’ha separato dal Padre; ha fallito e in questa sconfitta è stata distrutta per sempre. Il lungo racconto di Mc 5,21-43, che ha per protagoniste due donne malate e segnate dalla morte, forma un’unità. Gesù si presenta come medico e medicina, e la salvezza che opera guarisce l’umanità nel corpo e nello spirito. Queste due donne sono unite dal dolore e anche dal numero dodici. Da dodici anni l’emorroissa soffre di perdite di sangue, la figlia di Giairo, capo della sinagoga, ha dodici anni. L’età della seconda coincide con il tempo della malattia della prima. Gesù reintegra, libera da ogni impurità, e salva dal limite radicale della morte. Questa sua potenza appella però la fede; difatti, è la fede dell’emorroissa – che Gesù elogerà – a sanarla, ed è sempre la fede perseverante – di Giairo, nel secondo caso – a compiere il miracolo sulla figlia. Ma c’è un altro aspetto da rilevare: con questi due segni Gesù manifesta chiaramente che Dio vuole la vita degli uomini (come bene evidenzia il libro della Sapienza. Bisogna fare, però, una precisazione. È in Gesù che è stato vinto definitivamente il peccato e quindi la morte con le sue tragiche manifestazioni. In lui, infatti, rifulge e si offre la vita nella sua pienezza. Ed è sempre in lui che noi tutti abbiamo tracciata la strada verso la vita. Scrive Paolo in 2 Cor 8,9: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà». La via dell’amore, mediante la povertà (kenosis), conduce alla dimora della vita. Nel brano evangelico risalta un fatto: Gesù riconosce, nei suoi interlocutori, la fede. Una fede così grande che opera l’umanamente impossibile. Ma cos’è la fede? La fede come atto umano e umanizzante. Alla base della vita umana c’è la fiducia; di più: la fiducia consente la vita, Difatti non si può vivere senza dare fiducia a qualcuno, a cominciare dalla madre, a cui il bambino si affida e crede. La fede, allora, è anzitutto un atto umano; atto che si declina nel tempo come affidamento e adesione; atto umano e umanizzante. La fede come atto libero. La fede interpella la libertà del soggetto. Gesù stesso, quando chiama a seguirlo, non impone ma propone. Alla fede, quindi, nessuno è costretto. La fede come rischio. La fede è anche rischio, in quanto il credente è posto davanti a Dio, che non vede e del quale altri hanno dato testimonianza. Questo implica un cammino esodale da se stessi, dalle proprie sicurezze per entrare nella terra di Dio, nello spazio del suo amore. Un amore credibile, affidabile e che non tradisce. Gesù è la nostra fede. Per la rivelazione, Gesù è l’autore e il perfezionatore della nostra fede, la fede perfetta, come scriveva sant’Ignazio di Antiochia (Lettera ai Smirnesi). Egli è pure l’icona del Dio invisibile, a somiglianza del quale il Padre ci ha voluti. Alla sua scuola noi impariamo a vivere in questo mondo come fratelli e figli di Dio. Bisogna allora credere in lui, come la donna emorroissa; bisogna perseverare nella fede, come Giairo.

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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