Letture: Atti degli Apostoli 14,21b-27 / Salmo 144 / Apocalisse 21,1-5a
Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
Dal Vangelo secondo Giovanni (13,31-33a.34-35)
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 17 | 18.30 | + Dovadola Monica e secondo le intenzioni di Maria Teresa (vivente) |
Domenica 18 | 18.30 | + Sangiorgi Gian Battista |
Lunedì 19 | ||
Martedì 20 | ||
Mercoledì 21 | ||
Giovedì 22 | 18.30 | + Adriano Castelli |
Venerdì 23 | ||
Sabato 24 | ||
Domenica 25 | 10.30 | + Francesco Berardi, Maria, Demo e Luigi |
Orario Confessioni Venerdì ore 10.00 – 11.00 (don Pietro)
Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni [escluso venerdì] ore 17.50 S. Rosario
Lunedì, martedì, mercoledì e giovedì ore 20.30 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
N.B. Tutte le celebrazioni si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni
Il catechismo in parrocchia resta sospeso fino a nuove disposizioni
Anno : C Maggio 2025 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 18V di Pasqua | Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio. |
Lunedì 19 | Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.Ore 21.15 (canonica) : Caritas parrocchiale |
Martedì 20 | Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio. |
Mercoledì 21 | Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.Ore 21.15 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo” |
Giovedì 22S. Rita da Cascia | S. Messa ad orario feriale.(Dalle ore 9.00 alle 12.00 e dopo la S. Messa delle ore 18.30) benedizione delle rose nella memoria di S. Rita
Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio. |
Venerdì 23 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario del mese di maggio.Ore 20.30 (S. Paolo) : Processione con l’immagine della B. V. della Consolazione nel quartiere Bolognano. (vedi sotto) |
Sabato 24 | Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.Ore 20.30 (Santuario B.V. del Molino) : Processione di ingresso della B.V. del Molino fino alla chiesa della Collegiata. |
Domenica 25VI di Pasqua | Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)Ore 16.00 (oratorio) : Festa di fine anno per i partecipanti al progetto “Aiuto allo studio”.
Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio. Ore 20.45 (Croce Coperta) : Processione di ingresso della B.V. del Piratello fino a S. Cassiano. |
La processione nel quartiere Bolognano
Partenza dalla Chiesa di S. Paolo, corso V. Veneto, p.za U. Ricci, via Martiri della Libertà, via Padre Costa, via Decorati al Valor Civile, via Fratelli Cervi, via Berardi, via Moro, via A. De Gasperi, (breve sosta davanti alla Caserma dei Carabinieri), via Togliatti, via Padre Costa, via Pertini, via Gramsci, via Risorgimento, p.za Marmirolo, via Ricci Signorini fino alla Chiesa di S. Paolo.
1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.
Alla scuola di Gesù : | |||||||||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato | ||||||
Gv 14,21-26 | Gv 14,27-31a | Gv 15,1-8 | Gv 15,9-11 | Gv 15,12-17 | Gv 15,18-21 |
Vivere il mistero – Il Signore Gesù nel Vangelo di questa domenica ci aiuta a capire meglio cosa sia questa vela che è capace di portare la nostra vita sempre di più al largo, permettendoci di avanzare sicuri e gioiosi sull’abisso del mare delle nostre paure e dei nostri timori. La sua parola è semplice, essenziale, fondamentale: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, cosi amatevi anche voi gli uni gli altri, (Gv 13,34). L’Evangelista tiene a specificare come il Signore Gesù abbia atteso che Giuda fosse «uscito» (13,31) prima di dare ai suoi discepoli il mandato di essere più che apostoli, dei veri riflessi della sua stessa unione con il Padre: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (13,35). Un segno distintivo dell’amore è la capacità di rispettare e, per certi aspetti, di amare persino il rifiuto dell’amore! Per questo il Signore lascia partire nella «notte» (13, 30) della sua scelta di un cuore turbato e deluso uno dei suoi apostoli, senza imporgli inutilmente il fardello di un appello ad amare cui ormai la vita di Giuda si è completamente chiusa. Il Signore Gesù ama fino a saper portare una chiusura che non può essere forzata dall’amore se non nella forma dell’assoluto rispetto del non-amore. Come scriveva e continuava a dire Raoul Follerau: «La carità è l’ordine che regna nella stessa vita di Dio e si fa riflesso per noi della sua eternità» e aggiunge «solo cosi potremo diventare veramente umani».
Pertanto, la nostra umanità è come la nave evocata nella prima lettura: essa può avanzare sfidando le correnti e le onde o accondiscendendo ai venti solo nella misura in cui spiega la propria vela al soffio dello Spirito. La nota introduttiva del Vangelo di oggi non è semplicemente un modo per contestualizzare la Parola di Gesù ai suoi discepoli, ma ci permette di capire fino a che punto il «comandamento» (Gv 13,33), che il Signore affida ai suoi, radichi in un’esperienza di dono assoluto. Solo «quando Giuda fu uscito dal cenacolo» (13,31) consumando così il suo distanziarsi dal Signore Gesù, questi, invece di commentare il tradimento, si chiede e chiede un di più di amore, una misura ancora più grande di passione. Il Signore conosce il nostro cuore come conosceva il cuore di Giuda e sa bene quanto, la misura del nostro amore, sia povera e fragile. È per questo che non ci chiede di amare, ma di imitare il suo amore facendocene avvolgere e, per la sua forza vitale, continuamente ricreare dalle fondamenta della nostra interiorità. Il Signore Gesù non si accontenta di dire: «che vi amiate gli uni gli altri», ma aggiunge: «Come io ho amato voi, cosi amatevi anche voi gli uni gli altri» (13,34). Ciò che Giovanni attesta di vedere nell’Apocalisse è ciò che noi tutti attendiamo di vedere: «un nuovo cielo e una terra nuova» (Ap 21,1). Questo nuovo cielo, questa nuova terra non possono che essere il frutto dell’accoglienza piena e generosa di quel «comandamento nuovo» (Gv 13,32) che sta sulle labbra del Signore Gesù proprio come l’invito ad accoglierlo come «sposo» (Ap 21,2) della nostra vita per farci iniziare all’arte dell’amore. E l’amore è sempre contemporaneo al desiderio che viene colto e accolto dall’occhio del cuore capace di vedere così in profondità da andare oltre ogni apparenza. L’amore è sempre «ora» (Gv 13,31) ed è nella forza di un presente assoluto capace di dare futuro a ogni memoria. L’amore è l’unica realtà che può rendere Dio «glorificato», dalla e nella nostra vita. Perché amando diamo spazio e peso al disegno di Dio sulla nostra umanità facendo del nostro umano cammino una tappa della sua rivelazione. Di fatto non c’è nulla di nuovo nel comandamento del Signore, ma ciò che fa tutto completamente nuovo è quel «come io» (13,34) che fa del nostro cammino un continuo riflesso del suo essere in mezzo a noi: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio con loro» (Ap 21,3). Questa presenza asciuga ogni «lacrima» e supera ogni «morte» attraverso il fuoco dell’amore che gonfia e sospinge la vela del cuore. La parola del Risorto, che la Chiesa è chiamata ad accogliere e annunciare, non è un «messaggio», è una vera e propria modalità di esistenza: uno stile di vita! Il comandamento nuovo di Gesù rende l’amore, che da sempre fa dell’uomo l’immagine di Dio, la realtà che può continuamente rendere nuovo «il cielo e la terra» (Ap 21,1). L’immagine della «pronta sposa adorna per il suo sposo» (21,2) dà speranza al Giuda che è dentro di noi: sì, con l’amore ogni cosa può essere vissuta di nuovo e in modo completamente «nuovo». Non solo: ogni realtà può essere accolta e affrontata «come» Gesù ha fatto e farebbe al nostro posto ossia: sempre e solo con un di più di amore e senza una sola parola di recriminazione o di lamentela perché il male non sia amplificato, ma ridotto alla sua essenziale nullità e inesistenza. La «porta della fede» (At 14,27) che si apre a tutti e che permette a ciascuno di entrare in questi «cielo nuovo e terra nuova», non è altro che l’imitazione del modo di essere al mondo del Signore Gesù e che è stato affidato, come modalità di essere suoi testimoni, alla Chiesa tutta e a ogni credente. Cerchiamo di attraversare la «porta della fede» con una consapevolezza accresciuta poiché la parola e il mistero del dono di Cristo Risorto ci spingono ad andare, oltre tutte le nostre resistenze, verso un amore sempre più ampio. Questo nostro amore che risponde all’amore ci permette di varcare la soglia di un mondo nuovo dandoci la forza di vivere in modo completamente nuovo. (p. Michael Davide Semeraro)