Programma dal 20 al 28 gennaio 2024

Letture: Genesi 1,3-5.10 / Salmo 24 / 1Corinzi 7,29-31

Fammi conoscere, Signore, le tue vie.

Dal Vangelo secondo Marco (1,14-20)

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore.

Vivere il mistero – – Dio ha scelto di aver bisogno degli uomini per salvare gli uomini. La missione di Gesù è per tutta l’umanità. L’invito a convertirsi e a credere per mezzo del Vangelo è una proposta universale. Chi accoglie questo invito non pensa più solo a se stesso, ma fa proprio il progetto salvifico del Maestro. Per questo motivo, prima, Gesù inizia la predicazione e, solo in seguito, chiama i suoi discepoli. Dio, con infinita pazienza, s’incarica di educare coloro che chiama. Per liberare il popolo ebraico dall’Egitto sceglie Mosè, per liberare Israele dai Madianiti scelse Gedeone (e dovette insistere alquanto), per parlare con gli uomini scelse i profeti, per convertire gli abitanti di Ninive scelse Giona, per diffondere il Vangelo scelse uomini e donne, anche laici come Aquila e Prisca o Andronico e Giunia. Tutti i cristiani apostoli per primi, profeti per secondi, dottori per terzi e così via, sono chiamati, ognuno secondo il proprio carisma, a essere collaboratori di Dio per la salvezza degli uomini. Stupisce il fatto che Gesù chiami i suoi in riva al lago, durante il lavoro, in un’ora che non ha niente di sacro. Questo, però, è lo stile di Dio. Mosè venne chiamato mentre pascolava il gregge, Gedeone mentre batteva il grano, Samuele mentre di notte riposava, Natanaele mentre era sotto il fico, Matteo mentre era dietro al banco delle imposte e – solo per finire gli esempi – Paolo mentre andava a Damasco per mettere in catene i cristiani. Dio chiama alla missione di proporre la salvezza al mondo in ogni momento e in ogni luogo. Non c’è alcuna differenza fra testo biblico e testo biblico-liturgico del Vangelo. La liturgia di oggi sceglie di mettere il sommario della prima predicazione di Gesù insieme alla vocazione dei primi discepoli. Ne consegue che il duplice racconto di vocazione va letto alla luce del sommario e ciò significa che la vocazione dei discepoli è strettamente legata alla proclamazione del regno e a tutto ciò che a esso è correlato (la conversione e la fede).
Il sommario della predicazione iniziale di Gesù ha un valore adempitivo e programmatico. Per Marco l’accenno atta Galilea, infatti, è molto di più di una collocazione geografica. È un’allusione a Is 8,23-9,1, dove il profeta annuncia una grande luce (il Messia) nel territorio della Galilea delle genti (= dei pagani!). Il Vangelo di Dio annunciato da Gesù indica «il lieto messaggio della venuta salvifica di Dio». Il Vangelo di Gesù viene riassunto dal sommario, dove come prima cosa si evidenzia il valore ultimo e definitivo dell’invito. Siamo nell’ultimo eone (l’espressione «il tempo è compiuto» ha chiaro valore apocalittico) che porta all’uomo la maturità della rivelazione di Dio: il regno di Dio, infatti, si è fatto vicino. La conversione è un cambiamento di mentalità. L’uomo è chiamato a pensare in modo nuovo e tale modo è suggerito dal Vangelo. Subito dopo il sommario, Marco narra in due scene le prime vocazioni. Si tratta di due scene che si completano a vicenda. Vediamo un solo esempio. Mentre nel primo racconto si trovano sia l’esplicito invito alla sequela di Gesù sia la chiara promessa di ciò che i chiamati diventeranno, nel secondo racconto si trova un semplice «li chiamò». Ciò che viene «detto» nel primo racconto è chiaramente una «chiamata». La «chiamata» del secondo racconto ha ovviamente come contenuto ciò che si trova esplicitato nel primo. La chiamata di Gesù presenta due caratteristiche: lo sguardo e la parola. Lo sguardo di Gesù («vide Simone e Andrea, fratello di Simone»; «vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello») elegge, amando, come farà con il giovane ricco: «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò». La parola crea la sequela («Venite dietro a me»). Siamo agli antipodi del discepolato rabbinico dove lo studente sceglieva il maestro per interesse (intellettuale). Gesù dice ai suoi di essere suoi discepoli per «seguirlo», porre i propri piedi sulle sue orme e andare nella direzione in cui il Maestro è andato. Questo dato spiega, forse, perché non ci sono le obiezioni dei chiamati come succede nelle vocazioni profetiche. Quando Dio chiama Geremia, il giovane chiamato risponde: «Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». La sequela cristiana è l’adesione ad adeguare la propria vita secondo la mentalità di colui che ha chiamato. (d. Renato De Zan)

Spazi per la liturgia- Il Tabernacolo (seconda parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

L’Ordinamento Generale del Messale Romano, pubblicato dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 2004 secondo la terza edizione tipica del Messale Romanum, riporta un’altra soluzione per il luogo della riserva eucaristica e la pone prima di quella indicata sopra dal Rituale: il tabernacolo può essere messo «in presbiterio, non però sull’altare della celebrazione, nella forma e nel luogo più adatti, non escluso il vecchio altare che non si usa più per la celebrazione» (OGMR 315a), cioè collocato sull’antico altare maggiore in fondo all’abside oppure in un altro posto ma comunque sempre nel presbiterio. Stabilito il luogo della custodia, fermiamo ora l’attenzione sul tabernacolo stesso, che ha come fine precipuo quello di custodire la santissima Eucaristia. Innanzitutto le ostie consacrate, nei luoghi in cui possono essere conservate secondo le norme del diritto devono essere custodite continuamente e abitualmente in un unico tabernacolo, come unico è l’altare della celebrazione (cf. OGMR 314; RCCE 10; EM 52). Il tabernacolo, poi, deve essere «inamovibile, solido e inviolabile, non trasparente e chiuso in modo da evitare il più possibile il pericolo di profanazione» (OGMR 314; cf. RCCE 10; EM 54), motivo per cui la chiave del tabernacolo «dev’essere custodita con la massima cura» e diligenza (RCCE 10). Il tabernacolo può essere posizionato indifferentemente o sopra un altare o, secondo il giudizio dell’Ordinario del luogo, fuori di esso, purché la soluzione sia davvero nobile e degna del Sacramento (cf. RCCE 10). L’indicazione, quindi, consente che esso possa essere posto, dopo molti secoli, anche fuori da un altare come potrebbe essere un basamento o una colonna, oppure in una parete o perfino in una vetrata. I segni di venerazione e di onore riservati all’Eucaristia conservata nel tabernacolo sono costituiti, oltre che dal luogo stesso della riserva eucaristica che si deve distinguere per nobiltà e decoro, anche da segni esteriori che indicano e onorano la presenza del Signore nel Sacramento, quali il conopeo, o altro, e la lampada che arde sempre davanti al tabernacolo, come pure dai vasi sacri che lo custodiscono. Le norme liturgiche stabiliscono innanzitutto i modi con i quali viene indicata la presenza della santissima Eucaristia nel tabernacolo: il conopeo e la lampada accesa (cf. RCCE 11; EM 57). Mentre la prima modalità, che abbiamo descritto nel precedente articolo, è lasciata come facoltativa, perché può essere sostituita «da altro mezzo idoneo, stabilito dall’Autorità competente», per la seconda, che è radicata in una tradizione immemorabile, si dice: «Secondo una consuetudine tramandata, presso il tabernacolo rimanga sempre accesa una lampada particolare, alimentata da olio o cera, con cui si indichi e si onori la presenza dl Cristo» (OGMR 316). (3-continua)

VITA ECCLESIALE

Sabato 20 18.00 + Dovadola Silverio

+ Cg. Giustina e Ferdinando Bertaccini

Domenica 21 10.30

18.00

+ Galanti Pia (anniv.) e Lanzoni Ugo e Lino

+ Pelliconi Antonio, Augusto ed Emilia

+ Antonio

+ Antonia, Luigi, Cesare ed Elettra

Lunedì 22
Martedì 23
Mercoledì 24 18.00 + Dovadola Monica

+ Piccolo Biagio

Giovedì 25 10.30

18.00

+ Alberti Dante, Irma e Vilma

+ Angelo ed Elena Padovani e Paolo e Nina Montanari

+ Dall’Olio Gaspera

+ Evarista e Fernando

Secondo le intenzioni di Maria Teresa e per i defunti e i viventi delle famiglie Dovadola e Ruffini

Venerdì 26
Sabato 27 18.00 + Buscaroli Dante e cg. Venieri
Domenica 28 10.30

18.00

+ Andrea

+ Carmine, Ida, Vincenzo e Bice

Orario Confessioni Venerdì ore 11.0012.00 (don Pietro)

Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (escluso venerdì)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : B

Gennaio 2024

Domenica 21

III del T. Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 16.00 (S. Paolo) : Concerto di S. Paolo con la partecipazione del “Coro S. Paolo”

Giovedì 25

Conversione di S. Paolo Ap.

Festa del Patrono

Termina la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Ss. Messe alle ore 10.30 – 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne presieduta dal nostro vescovo mons. Giovanni Mosciatti

Ore 11.45 (S. Paolo) : Inaugurazione della mostra “Il Vangelo secondo Giotto” alla presenza del nostro vescovo

Venerdì 26 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario

Ore 20.45 (canonica) : Incontro catechisti

Domenica 28

IV del T. Ordin.

Giornata per la scuola cattolica

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 15.00 (oratorio) : Intrattenimento con merenda a cui sono particolarmente invitati i “Giovani di una volta”.

AIn sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.

Visita alle famiglie con benedizione

22-26 gennaio

(dalle ore 15.00)

27 gennaio

(mattina e pomeriggio)

Lunedì 22 : Via Eynard (dispari), Petrucci( dispari),

P.le d’Este

Martedì 23 : Via S. Lucia (dispari), Argine Mordano

Mercoledì 24 : via S. Lucia (pari)

Venerdì 26 : Via Montessori, Rodari

Sabato 27 : Via don Milani (dispari)

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mc 3,22-30 Mc 3,31-35 Mc 4,1-20 Mc 16,15-18 Lc 10,1-9 Mc 4,35-41

angelo

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