Programma dal 20 al 28 novembre 2021

Letture: Deuteronomio 7,13-14 / Salmo 92 / Apocalisse 1,5-8

Il Signore regna, si riveste di splendore.

Dal Vangelo secondo Giovanni (18,33b-37)
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 20 18.00 + Joia Anna e Maria
Domenica 21 10.30

18.00

+ Deremo Luciana

+ Antonio

Vivi e defunto della fam. Dovadola Ivano e Ruffini Armanda e parenti

+ Ranieri Giuseppe

Lunedì 22 18.00 + Castelli Adriano
Martedì 23 8.00 + Parrottino Filomena
Mercoledì 24 18.00 + Dovadola Monica
Giovedì 25 18.00 + Rita e Elmore e deff. fam. Gattucci – Ballelli
Venerdì 26 8.00 + Moroni Marcello
Sabato 27 18.00 + Dovadola Ivano e Ruffini Armanda

+ Cavaliere Gina e Chieregatto Mario

+ Baldini Norberto, Luigi e Ines

Domenica 28 10.30

18.00

+ Alma, Alfonso, Maria e Peppino

+ Liverani Paolo

+ Ghiselli Maria ved. Farneti

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario )

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripreso secondo le consuete modalità.

Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : B – C

Novembre 2021

Domenica 21

N.S. Gesù Cristo

Re dell’universo

Festa parrocchiale del Ringraziamento

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata dai lavoratori

dei campi

Mercoledì 24 Ore 20.45 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”
Venerdì 26 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario
Domenica 28

I di Avvento

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la prima candela di avvento.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 21,1-4 Lc 21,5-11 Lc 21,12-19 Lc 21,20-28 Lc 21,29-33 Lc 21,34-36

Vivere il Mistero- Oggi celebriamo la solennità di Cristo Re dell’universo; la Chiesa guarda al suo Signore e scopre che la sua regalità non è secondo la logica di questo mondo. Gesù, come re, non si impone e non impone nulla. Egli è il testimone della verità di Dio e dell’uomo e propone a ogni uomo di percorrere la via regale del servizio. Il brano evangelico pone a confronto due concezioni del potere: Pilato e Gesù. Per capire tutta la novità cristiana bisogna soffermarsi inizialmente su Pilato. Le fonti storiche ce lo descrivono come un uomo frustrato. Aveva pensato di far carriera sposandosi con Claudia Procula, figliastra dell’imperatore Tiberio, ma si trovava ormai da quasi dieci anni in Galilea, lontano quindi da Roma, il centro di potere. Filone lo descrive come un uomo duro e ostinato, che nutriva un forte disprezzo verso i Giudei, tanto da depredarne i tesori del Tempio per costruire un acquedotto. È evidente che una simile leadership provocasse forti reazioni, sempre soffocate con violenza. Fu destituito da Vitelio dopo l’ennesima ingiustizia e rientrò definitivamente a Roma. Il re Agrippa così riassumerà a Caligola le sue malefatte: «Corruzione, violenza, ruberie, oppressione, umiliazione, continue esecuzioni senza processo e sconfinata, intollerabile crudeltà». Quando Pilato si trova presso Gesù rimane spiazzato perché quel Galileo non dimostra nessun atteggiamento remissivo e, pur sapendo che era di fronte a chi poteva condannarlo a morte, ribatte con prontezza e decisione. E quando con ironia lo interroga, chiedendogli se è veramente un re, Gesù tronca subito il discorso sulla regalità per portarlo su quello della missione. Egli è il testimone della verità e «chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» (Gv 18,37). Quest’ultima espressione ha un significativo parallelo con quanto Gesù aveva detto a Nicodemo: «Chi fa la verità va verso la luce» (Gv 3,21, trad. lett.). C’è un legame tra luce e voce di Gesù, entrambe precedute dalla verità. Fare la verità significa operare come opera Dio per il bene dell’uomo. Quanti si muovono in questa direzione possono ascoltare (capire) la parola di Gesù ed entrare nella pienezza della vita (luce). Sappiamo che Israele, nella sua lunga e tormentata storia, aveva chiesto a Dio di essere guidato da un re; sebbene questa richiesta fosse un vero e proprio tradimento (solo Dio è il sovrano di Israele), il Signore cedette e concesse al suo popolo questa forma di governo che si rivelò fin dall’inizio un disastro senza pari. Pensiamo solo ai primi sovrani: Saul, Davide, Salomone. Stanco dei tanti soprusi, il popolo proiettò allora su Dio l’ideale di un re che fosse veramente padre degli orfani e difensore delle vedove (cf. ls 11,2-5). Quando Gesù si presenta sulla scena e annuncia l’avvento del Regno, al popolo pare che si realizzi la promessa antica, sostenuta per generazioni dai profeti. Gesù porta a pienezza la buona novella; egli assicura l’avvento del Regno. Ma contrariamente alle attese giudaiche, il Regno che Gesù inaugura e propone non s’instaura in modo da attirare l’attenzione (cf. Lc 17,21). Questo andava contro le attese di Israele, per il quale il Regno avrebbe dovuto imporsi in modo chiaro. In Gesù non c’è nessuna manifestazione particolare, straordinaria. Anzi, c’è una cosa singolarissima: egli chiede la conversione. Se il Regno è ormai prossimo, l’uomo si converta. Ma in che cosa consiste questa conversione? Nell’acquisizione di una nuova logica, ovvero bisogna far propria una nuova scala di valori che pone il primato di Dio e dell’uomo. L’avvento del Regno richiede perciò impegno, collaborazione, risposta, cambiamento del cuore e delle strutture che garantiscono la vita pubblica e religiosa. Il cambiamento che il Regno impone si può cogliere anche dal linguaggio profetico-evangelico utilizzato. Per i profeti, il Regno è un magnifico e alto cedro, un albero così grande che avrebbe umiliato tutti gli altri (cf. Ez 17,22-24). Per gli evangelisti invece il Regno è il più piccolo dei semi (cf. Mt 13,31-32). Questo non significa che il Regno dei cieli non sia incisivo nel regno di questo mondo. Chi entra nello spessore evangelico, chi segue Cristo nelle scelte della sua vita tutto fermenta e fa lievitare (cf. Mt 13,33). Un ultimo inciso. Abbiamo visto, confrontandoli, che ci sono uomini che sono dalla parte della verità (Gesù) e uomini che sono dalla parte della menzogna (Pilato). Quando parliamo di menzogna non intendiamo parlare di bugie ma di logiche, di valori, di scelte di fondo. Gesù è totalmente orientato alla verità e per essa non esita a morire. Dall’altra abbiamo Pilato che dovrebbe servire la verità. Lo fa per un certo tempo (per ben tre volte cerca di salvare Gesù, riconoscendone l’innocenza), ma poi, per motivi «maggiori», non esita a metterlo in croce. Tentazione di sempre quando davanti all’esigenza di salvare se stessi, le proprie posizioni acquisite, si tradisce la giustizia e la verità e si mandano a morte le persone. (P. Sandro Carotta)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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