Letture: 2Samuele 7,1-5.8b-12 / Salmo 88 / Romani 16,25-27
Canterò per sempre l’amore del Signore.
Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.
VITA ECCLESIALE
Sabato 23 | 18.00 | + Raso Giuseppe |
Domenica 24 | 10.30
22.30 |
+ Natalino e Silla
+ Pilani Enzo, Giulio e Angiolina Ronchini + Liverani Paolo + Ingegneri Natale |
Lunedì 25 | 10.30
18.00 |
+ Castelli Bruno, Bianconi Velalma, Caroli Ugo e Liverani Iolanda
+ Berardi Francesco, Maria, Demo e Luigi Vivi e deff. famiglia Dovadola Ivano e Ruffini e parenti |
Martedì 26 | 10.30 | + Stefano e Maria Baldini
+ Mazzanti Antonio e per Monia (vivente) |
Mercoledì 27 | 18.00 | + Dovadola Ivano, Monica, Silverio e Ruffini Armanda |
Giovedì 28 | ||
Venerdì 29 | 8.00 | + Montesi Natale |
Sabato 30 | 18.00 | + Orioli Franco e Conti Carmen |
Domenica 31 |
Martedì19Ore 16.00 – 17.20
Mercoledì20Ore 20.30 – 22.00
Giovedì21Ore 16.00 – 17.20
Venerdì22Ore 10.00 – 12.00 16.00 – 17.20
Sabato23Ore 10.00 – 12.00 15.00 – 17.20
Domenica24Ore 15.30 – 19.00 21.00 – 22.00
Lunedì25Ore 16.00 – 17.20
Le Confessioni
in prossimità del
Natale
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : B
Dicembre 2023 |
Domenica 24
IV di Avvento |
S. Messa alle ore 10.30 (S. Paolo) (NO alle ore 18.00)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la Quarta candela di avvento. Al termine benedizione delle statuine di Gesù Bambino Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena di Natale Ore 22.30 (S. Paolo) : S. Messa solenne della Notte |
Lunedì 25
Natale del Signore |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) |
Martedì 26
Santo Stefano |
Unica S. Messa alle ore 10.30 (S. Paolo) |
Mercoledì 27
S. Giovanni Ap. |
S. Messa ad orario feriale
Ore 20.30 (S. Paolo) : Concerto di Natale con il Duo Morrighan promosso dall’associazione “don Orfeo Giacomelli” |
Giovedì 28
Ss. Innocenti martiri |
S. Messa ad orario feriale |
Venerdì 29 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario |
Domenica 31
Santa Famiglia |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) |
A – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.
Importante
Domenica prossima 24 dicembre NON sarà celebrata la S. Messa delle ore 18.00.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Gv 1,11-18 | Mt 10,17-22 | Gv 20,2-8 | Mt 2,13-18 | Lc 2,22-35 | Lc 2,36-40 |
Vivere il mistero– Dopo la compagnia di Giovanni Battista che ci ha seguito nelle domeniche precedenti, di oggi è Maria a farsi nostra guida nella preparazione immediata alla celebrazione del Natale: che sarà già domani, che sarà già stasera Potremmo chiederci chi era questa donna nel momento in cui la Parola del Signore si impose alla sua vita trasformandola e, per certi aspetti, complicandola di molto. Forse era come noi e nello stesso tempo era diversa da noi. Come noi con dei desideri suoi e un progetto di vita a lungo accarezzato e che, finalmente, stava concretizzandosi… si preparava a essere sposa e quindi a essere madre. Diversamente da noi, Maria fu pronta a vedersi cambiare la vita da un figlio che non era proprio suo come ogni figlio ma in modo assoluto – e non era dell’uomo che amava e che pure avrebbero dovuto amare con il più grande e raffinato degli amori: gratuito e distaccato… il più divino dei modi di amare. Non è forse questo ciò che viene chiesto anche a ciascuno di noi? A nulla vale interrogare Dio sulle modalità, l’unica via è lasciarlo fare fino in fondo nel più profondo della nostra intimità, poiché il Signore ripete a ciascuno di noi: «Io ti ho preso… sono stato con te dovunque sei andato… anche per il futuro» (2 Sam 7,8-9). Così l’Annunciazione è il grande racconto della conversione di Maria all’opera inattesa di Dio nella sua esistenza, in cui si manifesta al massimo grado l’inventiva capacità divina di dilatare gli spazi della vita. Il Natale, che ci prepariamo a celebrare nei Misteri già di questa notte, rinnova misticamente la nostra disponibilità a essere «come un ricettacolo materno che si dilata per fare spazio a ciò che si rivela in forma dolorosa e creatrice: come un qualcosa che non è presente se non nel modo dell’assenza, come un’istanza oscura che, premendo per venire alla coscienza, crea le condizioni necessarie alla propria vita» (G. D’Acunto. La parola prima del linguaggio in Maria Zambrano). Sì, Dio vuole vivere di noi e perciò sceglie di avere bisogno di noi per nascere, per crescere, per amare, per gioire, per soffrire… perfino morire e rivivere. Discretamente l’angelo Gabriele la forza di Dio rimprovera Maria, e ciascuno di noi, nei medesimi termini con cui «quella stessa notte» (2 Sam 7,4) al profeta Natanaele chiesto di rettificare il significato della parola «il Signore è con te». Il rimprovero è semplice ma accorato da parte di Dio nei confronti del re Davide: «Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?» (2 Sam 7,5). La risposta risuona in questi termini: «Il Signore farà a te una casa» (7,11). Quando Dio interviene nella nostra vita Io fa regalmente e radicalmente e, soprattutto, lo fa da sempre e «per sempre» (Sal 88,5) e non solo in tempo di riposo (2 Sam 7,1). In Maria viene svelato il desiderio ardente di Dio, quello che attrasse irresistibilmente Mosè alle falde del Sinai «mentre stava pascolando il gregge» (Es 5,1). Questo desiderio si esprime in un dono totale di Dio all’uomo che esige e quasi forza amorevolmente il dono sponsale di tutta la nostra esistenza a Colui dal quale ogni vita è originata. Se Dio si dona fino a consegnarsi e affidarsi a noi fidandosi del fatto che sapremo e vorremo prenderci cura della sua Presenza nell’intimo del nostro cuore… allora aderire e rispondere «Ecco la serva» (Lc 1,38) è una conseguenza semplice, naturale e per nulla «impossibile». Di quello che è avvenuto in quel giorno o in quella notte «in una città della Galilea» (1,26) non sapremo mai nulla di più di quanto sappiamo del momento in cui il Crocifisso divenne il Risorto. Analogamente, del momento in cui il Verbo del Padre divenne «Gesù» (1,51) nel seno assolutamente vuoto e completamente aperto di Maria, possiamo cantare-tacendo con le stesse parole della liturgia pasquale: «Tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora» (Preconio). Questa regola del silenzio attorno al silenzio di Maria potrebbe essere un modo adeguato per meditare il mistero della sua divina maternità nel disegno della salvezza, senza violarne – con l’eccesso delle parole e delle considerazioni – la sacra verginità. La verginità è il sigillo che difende da occhi indiscreti e impreparati il mistero di questa storia d’amore che, per sua natura, resta un segreto tra Dio e la sua silenziosa madre. Come dice Agostino nel suo secondo trattato sul Vangelo di Giovanni; «Perché gli uomini potessero nascere da Dio, Dio è nato anzitutto dagli uomini. Nato da Dio per crearci, egli nasce da una donna per ricrearci». Prima di contemplare ciò che avverrà nella piccola Betlemme siamo oggi chiamati a concentrare lo sguardo del nostro cuore su ciò che accade in un piccolo villaggio della Galilea dove una giovane «promessa sposa di un uomo della casa di Davide di nome Giuseppe» (Lc 1,27) riceve l’annuncio di un’improvvisa e imprevista maternità. Nonostante le perplessità, questa giovane donna si mostra capace di fare in pochissimo tempo – nello spazio di un dialogo – un lungo cammino interiore che va dallo stupore all’accoglienza piena. Maria non è una sempliciotta a cui va bene tutto e che se ne sta in attesa di qualcosa che porti rimedio alla noia; è una donna che ha un progetto e che nutre un desiderio sulla propria vita, eppure è capace di lasciarsi confermare dalle parole di un angelo accettando di riorientare radicalmente il proprio cammino di donna e di credente. (p. M. D. Semeraro)