Programma dal 24 maggio al 1 giugno 2025

Letture: Atti degli Apostoli 15,1-2.22-29 / Salmo 66 / Apocalisse 21,10-14.22-23

Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

 

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (14,23-29)

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Parola del Signore.

 

VITA ECCLESIALE

Sabato 24
Domenica 25 10.30 + Francesco Berardi, Maria, Demo e Luigi

+ Guadagnini Silvana

Lunedì 26
Martedì 27
Mercoledì 28
Giovedì 29 18.30 + Montesi Natale
Venerdì 30
Sabato 31 18.30 + Calderoni Paola
Domenica 01

Orario Confessioni Venerdì ore 10.0011.00 (don Pietro)

Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni [escluso venerdì] ore 17.50 S. Rosario

Lunedì, martedì, mercoledì e giovedì ore 20.30 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

 

Anno : C

Maggio – Giugno 2025

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 25

VI di Pasqua

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)

Ore 16.00 (oratorio) : Festa di fine anno per i partecipanti al progetto “Aiuto allo studio”.

Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.

Ore 20.45 (Croce Coperta) : Processione di ingresso della B.V. del Piratello fino a S. Cassiano.

Lunedì 26 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.
Martedì 27 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.
Mercoledì 28 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.

Ore 21.15 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”

Giovedì 29 Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.
Venerdì 30 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario del mese di maggio.

Ore 20.30 (C.E.M.I.) : Processione con l’immagine della B. Vergine della Consolazione di ritorno al suo santuario.(vedi sotto)

Sabato 31

Visitazione della B.V. Maria

S. Messa ad orario prefestivo

Ore 17.50 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio.

Domenica 01

Ascensione

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)

Da lunedì 9 giugno inizia all’oratorio l’estate ragazzi che si prolunga per 5 settimane, come preannunciato.

La processione di Ritorno al Santuario

Partenza dalla Comunità Educativa Maria Immacolata, v.le Zaganelli, via Roma, v.le Alighieri, via Amendola, via Sangiorgi, via Berlinguer, via Mentana, v.le Zaganelli, via J. F. Kennedy, via S. Giovanni XXIII, v.le Cimitero fino al Santuario.

1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Gv 15,26-16,4a Gv 16,5-11 Gv 16,12-15 Gv 16,16-20 Gv 16,20-23a Lc 1,39-56

Vivere il mistero – Il Signore Gesù nel Vangelo di questa domenica ci fa risalire fino al Padre quale fonte e modello di relazione e di amore infinito: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Il momento è assai grave! Il Signore annuncia ai suoi discepoli che sta per allontanarsi visibilmente da loro, eppure li vuole lasciare nella «pace» (14,27) e non nel turbamento. Questa «pace» la si acquisisce e la si conserva osservando la sua parola che, interiormente, non solo assicura, ma persino approfondisce la sua presenza. Le parole del Signore Gesù sono particolarmente dense: ora Gesù non sarà più a portata di mano, passando al Padre inaugura un nuovo modo di vivere la relazione. Potremmo dire che la sua presenza alla quale i discepoli, non solo sono ormai abituati, ma giustamente anche profondamente legati, sarà ormai a «portata di cuore». In questo modo il Cristo, attraverso il mistero della sua Pasqua, diverrà alla portata di ogni uomo e donna che si aprono alla fede accogliendo l’amore del Padre e del Figlio che ha ormai un volto e un nome: Spirito Santo. Si tratta non di una diminuzione di presenza, ma di un salto di qualità vertiginoso il quale permette, a ciascuno dei discepoli, di vivere della stessa vita del Maestro. Il Cristo Signore se ne va verso il Padre e la sua carità ci spinge a non essere negligenti, nei confronti del dono dello Spirito poiché da questa attenzione, che si fa accoglienza, dipende la sua vita in noi e, attraverso di noi, la sua presenza nel mondo. La cosa che sembra stare massimamente a cuore al Signore, mentre guarda diritto in faccia il mistero della sua passione imminente, è la serenità dei suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (14,27). Se il nostro cuore è in pace, allora non potremo che trovare, sempre, il modo per regalare questa medesima pace e serenità a tutti. Questo desiderio ci obbliga a cercare il «bene» di ciascuno senza mai imporre obblighi che appesantiscano inutilmente ed eccessivamente il cammino che è già normalmente così faticoso ed esigente. Il bene di tutti sembra passare attraverso il discernimento di ciascuna di quelle che sono le «cose necessarie» (At 15,28). A partire da questo alleggerimento radicale che sta a fondamento della vita della Chiesa di sempre e che ne dovrebbe sempre guidare le scelte, possiamo comprendere meglio la parola dell’Apocalisse che mette al centro, sempre e solo, il mistero di Cristo risorto fino a dire: «La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello» (Ap 21,23). Eppure, non possiamo e mai dobbiamo dimenticare che l’amore si nutre al seno della separazione, ai seni delle separazioni. Così la più grande promessa che l’amore può fare è: «Tornerò!» (Gv 14,28). L’amore è sempre un «tornante», una realtà che procede in modo ellittico, che sempre si eleva ma che talvolta si perde di vista mentre diventa più alto, più maturo, più vero. Ma quale angoscia quando girando lo sguardo non lo si vede più e quale consolazione quando lo si scorge da lontano ricomparire sempre là, ma un po’ più in là: «Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino» (Ap 21,11). Nel tempo della separazione, la comunione e la comunicazione si attuano attraverso la memoria che è dono e opera dello Spirito il quale «vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 14,27). Solo il ricordare dà spessore all’amore e alla relazione! Solo il ricordare rende possibile che nell’assenza e nella distanza penetri e si radichi la presenza di un senso ancora più forte e profondamente sperimentabile. L’Apocalisse dice: «Non vidi alcun tempio in essa» (Ap 21,22) poiché la presenza va cercata non più in una consistenza palpabile, ma in una luce interiore che scalda diffusamente senza essere imprigionata: «La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello» (Ap 21,23). (p. Michael Davide Semeraro)

Spazi per la liturgia- Dentro il Mistero [] (di Jesus Castellano Rivera)

Nell’attuale desiderio di vivere in pienezza ciò che è celebrato nella santa liturgia acquista una grande importanza la considerazione della liturgia stessa come mistagogia. Tecnicamente, mistagogia è un termine legato alla costellazione semantica di “mistero“, “mistica“,”myeo “, nel senso di iniziare, con la precisa accezione di introduzione, iniziazione, rivelazione, pedagogia personalizzata o comunitaria per arrivare alla comprensione ed esperienza dei misteri. Questo termine, “mistagogia“, così caro alla tradizione liturgica e spirituale dell’antichità cristiana, poi sparito dal linguaggio corrente, sta diventando familiare nell’ambito della teologia liturgica e spirituale. E’ entrato perfino nei documenti della Riforma liturgica e della Santa Sede. Con varie accezioni che è doveroso ricordare. Segnaliamo prima di tutto il riferimento esplicito ad un tempo della vita cristiana chiamato “mistagogia” che si ritrova nel Rituale dell’iniziazione cristiana degli adulti. Infatti nelle Premesse generali o Introduzione, si considera come mistagogia l’ultima tappa dell’iniziazione cristiana, quella che segue la celebrazione dei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia, al termine del cammino iniziato con il precatecumenato ed il catecumenato. Di tale momento si afferma: «Dopo quest’ultimo grado, la comunità insieme con i neofiti prosegue il suo cammino nella meditazione del Vangelo, nella partecipazione all’Eucaristia e nell’esercizio della carità, cogliendo sempre meglio la profondità del mistero pasquale e traducendolo sempre più nella pratica della vita. Questo è l’ultimo tempo dell’iniziazione, cioè il tempo della “mistagogia” dei neofiti». (1- continua)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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