Letture: Atti 2,1-11 / Salmo 103 / 1 Corinzi 12,3b-7.12-13
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-23)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Parola del Signore.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sanguina.
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Amen
VIENI SANTO SPIRITO
VITA ECCLESIALE
Sabato 27 | ||
Domenica 28 | 10.30
18.30 |
+ Guadagnini Silvana
+ Pora Aurel Per le intenzioni di Maria Teresa (vivente) |
Lunedì 29 | 18.30 | + Montesi Natale |
Martedì 30 | 8.00 | + Pellegrina |
Mercoledì 31 | ||
Giovedì 01 | ||
Venerdì 02 | ||
Sabato 03 | 18.30 | Per Cristina e Gianni (viventi) nell’anniversario di matrimonio
+ Tellarini Adolfo, Adriana e genitori |
Domenica 04 | 10.30 | + Toffanello Teresina
+ Giuseppe |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 17.15 – 18.15 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30
Festivo : ore 10.30, 18.30
Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
LA VITA DELLA COMUNITA’
Anno : A
Maggio – Giugno 2023 |
Domenica 28
Pentecoste |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)
Ore 17.55 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio. |
Lunedì 29 | Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio. |
Martedì 30 | Ore 20.30 (S. Paolo) : S. Rosario del mese di maggio. |
Mercoledì 31
Visitazione della B.V.Maria |
Ore 20.30 (C.E.M.I.) : Processione con l’immagine della Beata Vergine della Consolazione di ritorno al suo santuario.
(vedi sotto) |
Venerdì 02 | Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti
Ore 8.45 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica. Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario |
Sabato 03 | Primo sabato del mese
Ore 7.30 (S. Paolo) : Partenza a piedi in pellegrinaggio verso il Santuario e recita del S. Rosario. Ore 8.00 (Santuario) : Celebrazione della S. Messa. |
Domenica 04
Ss.ma Trinità |
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo) |
La processione di Ritorno al Santuario
Partenza dalla Comunità Educativa Maria Immacolata, v.le Zaganelli, via Roma, v.le Alighieri, via Amendola, via Sangiorgi, via Berlinguer, via Mentana, v.le Zaganelli, via J. F. Kennedy, via S. Giovanni XXIII, v.le Cimitero fino al Santuario.
1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Gv 19,25-34 | Mc 10,28-31 | Lc 1,39-56 | Mc 10,46-52 | Mc 11,11-25 | Mc 11,27-33 |
Vivere il Mistero- Quando il Signore Gesù si presenta ai suoi apostoli la sera di Pasqua augura loro due cose: la pace come dono e la capacità di perdonare, dopo essere stati così profondamente perdonati. Ambedue le cose non sono possibili se non nella misura in cui ciascuno è reso capace, proprio per opera dello Spirito Santo, di accogliere se stesso come mistero e di riconoscere negli altri un mistero da venerare e mai giudicare. La sera di Pasqua, il passaggio del Signore risorto tra i suoi discepoli è capace di riportare la pace come dono di riconciliazione profonda con tutto ciò che la Pasqua ha rivelato di ciascuno, mettendolo in contatto con le proprie ombre; al mattino di Pentecoste sembra che ormai nulla e nessuno possa sentirsi o essere considerato estraneo a questo mistero di riconciliazione che inaugura i tempi nuovi della civiltà dell’amore: «A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua». Al mattino di Pentecoste la Chiesa è in grado di uscire dal Cenacolo per farsi animatrice della speranza e sostenitrice della gioia di tutta l’umanità. Ciò esige il passaggio, per i discepoli, dalla necessità di esprimersi al desiderio di essere capiti. La forza dinamica dello Spirito, che si manifesta in «lingue come di fuoco» le quali non possono in nessun modo restare ferme o rimanere immobili, obbliga i discepoli a uscire e a fare della strada il luogo della vita e dell’annuncio, resistendo così a ogni tentazione religiosa che spinge a trincerarsi. La gente accorre perché sente un «rumore» che rievoca quello udito da Ezechiele nella pianura colma di ossa inaridite. La casa della Chiesa non è misticamente silenziosa, ma vitalmente rumorosa e piena di vita come una casa piena di bambini che si aprono alla vita. Il fuoco che si manifesta e rimette in cammino i discepoli è la manifestazione piena di quello che essi confessano di aver sentito come ardore nel loro cuore mentre il Signore Gesù, fattosi loro compagno di strada, interpretava per loro la vita. Anche a noi, come ai suoi discepoli, il Signore concede tutto il tempo necessario per attendere «insieme… e con Maria la madre di Gesù» che il Cenacolo – come luogo di rifugio al pari di una tomba ben chiusa – si trasformi in un porto di mare. Là tutti possono testimoniare: «Li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Il Cenacolo è il nostro cuore, la nostra vita: ora luogo di tenera intimità con il Signore, ora luogo di tenebrosa paura e ripiegamento su noi stessi e sul nostro peccato. Ma è questo vuoto accolto e amato a diventare – come per gli apostoli – lo spazio della pienezza di un dono rinnovato in quanto «tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito». (don M-D. Semeraro)
Spazi per la liturgia- L’Altare (seconda parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)
Per la dedicazione specifica dell’altare ugualmente viene affermato e ribadito: «L’altare diventa sacro soprattutto per la celebrazione dell’Eucaristia» (Ibidem, n. 165); «La celebrazione dell’Eucaristia è il rito fondamentale e l’unico indispensabile per dedicare un altare» (Ibidem, n. 172); e infine, richiamando un’espressione di papa Vigilio (Epistula ad Profuturum IV), si ricorda che «preparato l’altare, il vescovo celebra l’Eucaristia, che è la parte più importante e più antica di tutto il rito» (Premesse DCA, n.174). Accanto a questo principio non si può mancare di notare il cambiamento terminologico di ciò che viene compiuto ritualmente: non si parla più di una «consacrazione» ma di una «dedicazione», sia della chiesa sia dell’altare. Pare chiaro l’intento di evitare ogni forma di lettura sacralizzante dei luoghi della celebrazione e di una loro interpretazione troppo materialistica. L’antico Pontificale aveva invece sviluppato l’esigenza di rendere visibile la «sacralità» dell’altare attraverso molteplici riti che appunto lo «consacravano». La santità dell’altare era così «cosificata» cioè era una qualità dell’oggetto in sé e non in relazione con le azioni liturgiche che su di esso venivano compiute. Non più icona-simbolo di Cristo e della sua offerta ma, secondo l’espressione più volte ricordata, «l’altare è Cristo» stesso. Il Decreto di promulgazione dell’allora Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, dopo avere richiamato che l’edificio liturgico «è immagine speciale della Chiesa, tempio di Dio, edificato con pietre viventi», ricorda che «l’altare poi, intorno al quale si riunisce il popolo santo per partecipare al sacrificio del Signore e ristorarsi al celeste convito, è segno di Cristo, sacerdote, vittima e altare del suo stesso sacrificio» (DCA, p.27). Il Rito della dedicazione di un altare, che troviamo nel capitolo IV del libro secondo del Pontificale romano (DCA 152-217), si presenta con questo svolgimento: A. Riti iniziali con la benedizione dell’acqua e l’aspersione (nn. 168, 182-190); B. Liturgia della Parola (nn. 169-170, 191-193); C. Preghiera di dedicazione e unzione (nn. 171-173, 1 94-209); D. Liturgia eucaristica con un prefazio proprio (nn. 174, 210-217). [7 continua]