Letture: Geremia 33,14-16 / Salmo 24 / 1Tessalonicesi 3,12-4,2
A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.
Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 27 | 18.00 | + Dovadola Ivano e Ruffini Armanda
+ Cavaliere Gina e Chieregatto Mario + Baldini Norberto, Luigi e Ines + Mongardi Ettore e Angela e Mongardi Maria, Emidio e fam. |
Domenica 28 | 10.30
18.00 |
+ Alma, Alfonso, Maria e Peppino
+ Teresa e Quinto Pilani + Liverani Paolo + Ghiselli Maria ved. Farneti |
Lunedì 29 | 18.00 | + Montesi Natale |
Martedì 30 | ||
Mercoledì 01 | ||
Giovedì 02 | ||
Venerdì 03 | 8.00 | + Preda Maria Teresa |
Sabato 04 | 18.00 | + Ruffini Armanda e Dovadola Ivano |
Domenica 05 | 10.30
18.00 |
Deff. fam. Ghetti e Valenti
+ Alberti Dante, Irma e Vilma |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario )
(anticipato alle 16.55 nei giorni della novena)
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Il catechismo in parrocchia è ripreso secondo le consuete modalità.
Anno : C
Novembre – Dicembre 2021 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 28
I di Avvento |
S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la prima candela di avvento. |
Lunedì 29 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
Martedì 30
S. Andrea Ap. |
S. Messa ad orario feriale
Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata Ore 20.45 (canonica) : Caritas parrocchiale |
Mercoledì 01 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata
Ore 20.45 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo” |
Giovedì 02 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
Venerdì 03 | Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti
Ore 8.30 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
Sabato 04 | Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
Domenica 05
II di Avvento |
S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)
Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa. – I bambini del catechismo accendono la seconda candela di avvento. Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata |
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Mt 8,5-11 | Mt 4,18-22 | Mt 15,29-37 | Mt 7,21.24-27 | Mt 9,27-31 | Mt 9,35-38-10,1.6-8 |
Vivere il Mistero- Con questa domenica si apre davanti a noi il tempo di Avvento dove approfondiremo la nostra chiamata escatologica. L’Avvento, ormai dovrebbe essere assodato, non è il tempo liturgico che ci prepara al Natale. Il Natale è commemoratio; se celebriamo il Natale è perché questo evento storico – centrale per la nostra fede – è il fondamento della venuta ultima e gloriosa del Cristo. Questa venuta va attesa, invocata e sperata ardentemente. Non è un caso che l’ultimo libro della rivelazione si concluda con il celebre «Maràna tha» ovvero: «Vieni, Signore!» (cf . Ap 22,20). Prima di entrare nei testi che oggi la liturgia ci propone, richiamiamo brevemente le 4 venute di Cristo. C’è una venuta storica, quando il Verbo di Dio si è fatto carne. Ma c’è anche una venuta fondazionale. Dopo la Pasqua, quando si presenta ai discepoli, il Risorto fonda la sua Chiesa. Giovanni parla anche di una venuta abituale, perché di otto giorni in otto giorni il Signore si manifesta tra i suoi (ogni otto giorni la Chiesa celebra l’Eucaristia). Infine abbiamo la venuta escatologica alla fine dei tempi. La rivelazione evidenzia continuamente il carattere escatologico della vita cristiana ma aiuta anche a vivere, senza fughe, l’attesa del Signore. In primis bisogna saper attendere vivendo con pietà, giustizia e verità in questo mondo. Questa attesa dev’essere sostanziata dall’amore e non nella paura, dalla pazienza e nella veglia. E questo per presentarsi al Signore immacolati, sinceri e irreprensibili. Anche quando tutto sembra compromesso, quando il peccato sembra che sigilli una spaccatura insanabile, Dio non cessa di infondere speranza a Israele con la promessa di un Messia. Uno dei nomi con il quale è chiamato è Germoglio (tsemàch). Nell’Antico Testamento compare 5 volte come nome proprio e mette in evidenza un aspetto sempre diverso. Per Ger 33,14-16 il Germoglio è assicurato al re Davide e alla sua discendenza. In Zc 3,8, il Germoglio assumerà i tratti del Servo, mentre in 6,12 quelli di un uomo. Per Is 4,2 il Germoglio viene da Dio, mentre, ancora in Ger 23,3-6, è visto come Pastore-Capo. Il Germoglio è visto come re, Servo, uomo, Dio e capo. Se noi apriamo i Vangeli vediamo che questi cinque titoli sono applicati a Gesù. Sarà Matteo a parlarci di Gesù come re. Per Marco, invece, Gesù è il Servo. Luca presenterà Gesù come discendente da Adamo, Giovanni come Kyrios e Dio, mentre in At 5,3 Gesù è il capo, il fondamento della Chiesa nascente. In Gesù trova perciò compimento la Parola di Dio: egli sintetizza tutti gli aspetti del Messia/Germoglio, attestando che Dio non mente, ma che tutte le promesse sono divenute «si» nella sua persona e nella sua vita (cf. 1 Cor 1,20). Per questo sale a Dio, dirà Paolo, il nostro «amen». Paolo afferma che il Signore verrà nella sua gloria assieme a tutti i suoi santi. Gesù perciò è il Veniente, colui dopo il quale non c’è da attendere più nessuno. Possiamo anche dire, in questo orizzonte, che Cristo è il futuro dell’uomo. La sua venuta, nota S. Palumbieri, «si attua come estensione nel tempo e interiorizzazione nel cuore del mondo, per potenziare l’opera compiuta nel suo primo avvento». Prima della venuta ultima, la storia è, per certi aspetti, attraversata da fremiti divini «che segnano senza posa gli avventi intrastorici di Dio». Il cristiano deve perciò saper discernere questi «avventi intrastorici» di Dio, che chiama continuamente l’uomo a sé, alla sua alleanza. Per questo deve vigilare, attendere, in serena protensione verso l’arrivo del suo Signore. Senza nessuna fuga dal presente, il cristiano diviene responsabile dei suoi fratelli in umanità, capace di vegliare sugli altri uomini affinché su tutti regni la signoria liberante di Cristo. Per questo sa avere una parola profetica, che non condanna l’uomo ma denuncia con forza i suoi idoli. Certo, questo comporta una resistenza per non lasciarsi trascinare nelle seducenti logiche mondane. Il Vangelo odierno ci parla, infine, del Figlio dell’uomo. Questa espressione o, se vogliamo, questo titolo cristologico ricorre spesso sulle labbra di Gesù, che però lo utilizza sempre alla terza persona e quindi mai come esplicita autodefinizione. Nell’Antico Testamento, il Figlio dell’uomo ha due connotazioni: per Ezechiele è sinonimo di solidarietà. Il profeta (denominato Figlio dell’uomo) è, infatti, chiamato da Dio a essere solidale con i suoi fratelli. Il termine torna più di 90 volte in questo libro. In Daniele, invece, ha più una connotazione collettiva ed è un’allegoria di Israele. Nei Vangeli ricorre in testi escatologici. Per Gesù, questa figura rappresenta il Giusto sofferente, che sarà da Dio glorificato. In una parola: Gesù integra la figura del Figlio dell’uomo con aspetti legati alla sofferenza. Nel nostro brano, Gesù esplicita ulteriormente dicendo che il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria e verrà come giudice. L’evangelista Luca mette in guardia i suoi lettori: non è importante sapere quando Cristo ritornerà, quando avverrà la fine di questo mondo. Ciò che si richiede è uno spirito di vigilanza e di perseverante preghiera. Non è tutto: la storia non bisogna fuggirla con pretese escatologiche. Dio è presente nell’oggi del credente e feconda il suo cammino verso la pienezza. Diremo di più: il vero credente è colui che sperimenta l’ineffabile nel quotidiano, tanto che la storia e la creazione divengono un «santuario senza pareti» (A. Heschel). Ecco la gioia dell’Avvento. (P. Sandro Carotta)