Programma dal 28 gennaio al 5 febbraio 2023

Letture: Sofonia 2,3;3,12-13 / Salmo 145 / 1Corinzi 1,26-31

Beati i poveri in spirito.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12a)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 28
Domenica 29 18.00 + Montesi Natale

+ Carmine, Ida, Vincenzo e Bice

Lunedì 30 18.00 + Farolfi Luisa, Marcello, Valeria e Dante

+ Orioli Maria Teresa, Montanari Mario e figli Andrea e Alessandro

+Mazzella Pietro Paolo

Martedì 31 20.30 + Dovadola Mirta e Guerra Iole
Mercoledì 01
Giovedì 02 20.30 + Preda Maria Teresa
Venerdì 03 8.00 Deff. fam. Baldrati
Sabato 04
Domenica 05 10.30

18.00

+ Luciano e Deremo

+ Amadei Carlo, Brandolini Irene e Fabbri Adamo

+ Rossella

+ Rolando, Giuseppe e deff. fam. Savini e Campanella

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 16.4517.45 (don Pietro)

Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Anno : A

Gennaio – Febbraio 2023

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 29

IV del T. Ord.

Festa diocesana A.C. per la Pace

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Martedì 31

S. Giovanni Bosco

Ore 20.30 (oratorio) : S. Messa animata dai giovani.

Unica S. Messa

Giovedì 02

Presentazione del Signore

Giornata della vita consacrata

Ore 20.30 (S. Paolo): S. Messa della festa con benedizione delle candele. Unica S. Messa

Venerdì 03 Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 8.45 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica.

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario.

Sabato 04 Primo sabato del mese

Ore 7.30 (Santuario) : S. Rosario.

Ore 8.00 (Santuario) : Celebrazione della S. Messa.

Domenica 05

V del T. Ord.

Festa parrocchiale A.C. per la Pace

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata da A.C.

1In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mc 5,1-20 Mc 5,21-43 Mc 6,.1-6 Lc 2,22-40 Mc 6,14-29 Mc 6,30-34

Vivere il Mistero- La liturgia, dopo aver presentato la figura di Gesù e gli inizi della sua predicazione («Convertitevi») con la chiamata dei primi discepoli, ora intende proporre l’identità del cristiano. Se l’uomo per convertirsi deve abbandonare il suo modo di «pensare-sentire», quale altro modo deve acquisire? Paolo risponde in sintesi: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2,5). In modo più esteso Matteo risponde attraverso le beatitudini: fate vostro il modo di valutare le cose che ha Gesù. Non è facile. Per nove volte il testo di Matteo ripete la parola «beati» e la attribuisce a gente che di «felice» non ha neppure l’ombra (poveri in spirito, afflitti, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace, perseguitati per causa della giustizia, insultati, perseguitati e calunniati per causa di Cristo). È possibile? Il testo delle beatitudini viene circoscritto dall’esegesi in Mt 5,1-12. La liturgia, dopo aver collocato l’incipit liturgico classico («In quel tempo»), ha di proposito tolto Mt 5,12b («Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi») perché intende presentare semplicemente le beatitudini, senza nessun tipo di paragone e perché vuole sottolineare la grande ricompensa nei cieli. Il testo di Mt 5,1-12a si può suddividere in tre parti: la presentazione della scena (Mt 5,1-2), le otto beatitudini (vv. 3-10) e la beatitudine personalizzata («Beati voi»). La presentazione della scena richiama Mosè sul Sinai, mentre la beatitudine personalizzata evidenzia bene come la beatitudine cristiana è associata alla persecuzione. Le altre otto beatitudini sono un corpo compatto (cf. l’inclusione «di essi è il Regno dei cieli»:vv. 5.10), suddiviso in due strofe (cf. la ripresa del tema della «giustizia» alla quarta e all’ottava beatitudine: vv. 6.10 di quattro stichi ciascuna. Le strofe si leggono in parallelo e si nota che le beatitudini sono geminate: poveri in spirito / misericordiosi; quelli che sono nel pianto / puri di cuore; miti / operatori di pace; quelli che hanno fame e sete della giustizia / i perseguitati a causa della giustizia). Questo fenomeno letterario aiuta a comprendere reciprocamente i contenuti di ciascuna. È ovvio: non si può essere operatori di pace se non si è miti, misericordiosi se non si è poveri in spirito o puri di cuore senza aver mai fatto esperienza di pianto oppure perseguitati per causa della giustizia se non si è assetati e affamati di essa. Non c’è solo questo modo di leggere il testo. Ce n’è anche un altro (e chi sa quanti ancora). Il criterio è «come Lui». Gesù, infatti, disse: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime» (Mt 11,29). Cosa significa l’espressione «Beati i miti»? Significa «Beati coloro che hanno imparato da Lui a essere miti e umili di cuore». Diventa facile comprendere che ogni beatitudine va rapportata al Maestro per capire cosa la beatitudine significhi. (don R. De Zan)

Spazi per la liturgia- L’Altare [continuazione] (di don D. Ravelli)

Per la stessa dinamica convergono verso l’altare, e insieme da esso si irradiano, tutte le linee dell’architettura della «chiesa», cioè dell’edificio che raccoglie la comunità orante attorno al mistero salvifico di Cristo. ln tutti i documenti e studi, l’altare è stato trattato come l’elemento più importante e solenne dello spazio cultuale ed è sempre presentato come punto focale di convergenza dell’assemblea liturgica e di ogni altro polo celebrativo. Il motivo sta proprio nel fatto che l’Eucaristia è il sacramento sommo della salvezza, il memoriale pieno del mistero pasquale del Signore, che egli stesso ha offerto ai discepoli come atto d’amore definitivo: «Fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24-25). Come l’Eucaristia, dunque, è il cuore della liturgia e di tutti gli altri sacramenti, così l’altare è centro e fondamento di tutti gli altri spazi liturgici: da qui tutto si sprigiona e qui tutto converge. Nella celebrazione della dedicazione della chiesa, infatti, è l’unico elemento liturgico al quale è riservata una particolare e solenne ritualità. «lntroibo ad altàre Dei. Ad Deum qui laetificat iuventutem meam». Verrò all’altare di Dio, a Dio, mia gioiosa esultanza. Nel Messale tridentino la celebrazione inizia, ai piedi dell’altare, con il canto di questa antifona e del Salmo 43, da cui è stata attinta. Tale preghiera voleva – e vuole – essere il momento preparatorio all’entrata nel mistero: Il Salmo esprime il desiderio e la gioia di salire all’altare, il luogo privilegiato dell’incontro con Dio. L’altare è come una soglia che introduce nel mistero divino, Ora anche noi, con il medesimo spirito e sentimento, ci accingiamo a entrare in questo tratto, centrale e più importante, del percorso intrapreso nei luoghi celebrativi dell’aula ecclesiale. Davanti a esso vogliamo ascoltare – come ci ricorderebbe Romano Guardini – le parole che il «segno» dell’altare ci rivolge e vedere il mistero di Cristo che esso ci rivela. – [2-continua]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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