Letture: Sofonia 2,3;3,12-13 / Salmo 145 / 1Corinzi 1,26-31
Beati i poveri in spirito.
Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Parola del Signore
VITA ECCLESIALE
Sabato 28 | ||
Domenica 29 | 18.00 | + Montesi Natale
+ Carmine, Ida, Vincenzo e Bice |
Lunedì 30 | 18.00 | + Farolfi Luisa, Marcello, Valeria e Dante
+ Orioli Maria Teresa, Montanari Mario e figli Andrea e Alessandro +Mazzella Pietro Paolo |
Martedì 31 | 20.30 | + Dovadola Mirta e Guerra Iole |
Mercoledì 01 | ||
Giovedì 02 | 20.30 | + Preda Maria Teresa |
Venerdì 03 | 8.00 | Deff. fam. Baldrati |
Sabato 04 | ||
Domenica 05 | 10.30
18.00 |
+ Luciano e Deremo
+ Amadei Carlo, Brandolini Irene e Fabbri Adamo + Rossella + Rolando, Giuseppe e deff. fam. Savini e Campanella |
Orario Confessioni Sabato ore 11.00 – 12.00 (don Pietro)
ore 16.45 – 17.45 (don Pietro)
Concordare con don Pietro eventuali esigenze rispettando rigorosamente le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine ecc…)).
Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00
Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00
Festivo : ore 10.30, 18.00
Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario
Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario
N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia
Anno : A
Gennaio – Febbraio 2023 |
LA VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 29
IV del T. Ord. |
Festa diocesana A.C. per la Pace
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) |
Martedì 31
S. Giovanni Bosco |
Ore 20.30 (oratorio) : S. Messa animata dai giovani.
Unica S. Messa |
Giovedì 02
Presentazione del Signore |
Giornata della vita consacrata
Ore 20.30 (S. Paolo): S. Messa della festa con benedizione delle candele. Unica S. Messa |
Venerdì 03 | Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti
Ore 8.45 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica. Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica e S. Rosario. |
Sabato 04 | Primo sabato del mese
Ore 7.30 (Santuario) : S. Rosario. Ore 8.00 (Santuario) : Celebrazione della S. Messa. |
Domenica 05
V del T. Ord. |
Festa parrocchiale A.C. per la Pace
Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (S. Paolo) Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa animata da A.C. |
1 – In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola, a sostegno della loro comunità che ci ricorda tutti nella preghiera.
Alla scuola di Gesù : | |||||
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì | Sabato |
Mc 5,1-20 | Mc 5,21-43 | Mc 6,.1-6 | Lc 2,22-40 | Mc 6,14-29 | Mc 6,30-34 |
Vivere il Mistero- La liturgia, dopo aver presentato la figura di Gesù e gli inizi della sua predicazione («Convertitevi») con la chiamata dei primi discepoli, ora intende proporre l’identità del cristiano. Se l’uomo per convertirsi deve abbandonare il suo modo di «pensare-sentire», quale altro modo deve acquisire? Paolo risponde in sintesi: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2,5). In modo più esteso Matteo risponde attraverso le beatitudini: fate vostro il modo di valutare le cose che ha Gesù. Non è facile. Per nove volte il testo di Matteo ripete la parola «beati» e la attribuisce a gente che di «felice» non ha neppure l’ombra (poveri in spirito, afflitti, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace, perseguitati per causa della giustizia, insultati, perseguitati e calunniati per causa di Cristo). È possibile? Il testo delle beatitudini viene circoscritto dall’esegesi in Mt 5,1-12. La liturgia, dopo aver collocato l’incipit liturgico classico («In quel tempo»), ha di proposito tolto Mt 5,12b («Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi») perché intende presentare semplicemente le beatitudini, senza nessun tipo di paragone e perché vuole sottolineare la grande ricompensa nei cieli. Il testo di Mt 5,1-12a si può suddividere in tre parti: la presentazione della scena (Mt 5,1-2), le otto beatitudini (vv. 3-10) e la beatitudine personalizzata («Beati voi»). La presentazione della scena richiama Mosè sul Sinai, mentre la beatitudine personalizzata evidenzia bene come la beatitudine cristiana è associata alla persecuzione. Le altre otto beatitudini sono un corpo compatto (cf. l’inclusione «di essi è il Regno dei cieli»:vv. 5.10), suddiviso in due strofe (cf. la ripresa del tema della «giustizia» alla quarta e all’ottava beatitudine: vv. 6.10 di quattro stichi ciascuna. Le strofe si leggono in parallelo e si nota che le beatitudini sono geminate: poveri in spirito / misericordiosi; quelli che sono nel pianto / puri di cuore; miti / operatori di pace; quelli che hanno fame e sete della giustizia / i perseguitati a causa della giustizia). Questo fenomeno letterario aiuta a comprendere reciprocamente i contenuti di ciascuna. È ovvio: non si può essere operatori di pace se non si è miti, misericordiosi se non si è poveri in spirito o puri di cuore senza aver mai fatto esperienza di pianto oppure perseguitati per causa della giustizia se non si è assetati e affamati di essa. Non c’è solo questo modo di leggere il testo. Ce n’è anche un altro (e chi sa quanti ancora). Il criterio è «come Lui». Gesù, infatti, disse: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime» (Mt 11,29). Cosa significa l’espressione «Beati i miti»? Significa «Beati coloro che hanno imparato da Lui a essere miti e umili di cuore». Diventa facile comprendere che ogni beatitudine va rapportata al Maestro per capire cosa la beatitudine significhi. (don R. De Zan)
Spazi per la liturgia- L’Altare [continuazione] (di don D. Ravelli)
Per la stessa dinamica convergono verso l’altare, e insieme da esso si irradiano, tutte le linee dell’architettura della «chiesa», cioè dell’edificio che raccoglie la comunità orante attorno al mistero salvifico di Cristo. ln tutti i documenti e studi, l’altare è stato trattato come l’elemento più importante e solenne dello spazio cultuale ed è sempre presentato come punto focale di convergenza dell’assemblea liturgica e di ogni altro polo celebrativo. Il motivo sta proprio nel fatto che l’Eucaristia è il sacramento sommo della salvezza, il memoriale pieno del mistero pasquale del Signore, che egli stesso ha offerto ai discepoli come atto d’amore definitivo: «Fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24-25). Come l’Eucaristia, dunque, è il cuore della liturgia e di tutti gli altri sacramenti, così l’altare è centro e fondamento di tutti gli altri spazi liturgici: da qui tutto si sprigiona e qui tutto converge. Nella celebrazione della dedicazione della chiesa, infatti, è l’unico elemento liturgico al quale è riservata una particolare e solenne ritualità. «lntroibo ad altàre Dei. Ad Deum qui laetificat iuventutem meam». Verrò all’altare di Dio, a Dio, mia gioiosa esultanza. Nel Messale tridentino la celebrazione inizia, ai piedi dell’altare, con il canto di questa antifona e del Salmo 43, da cui è stata attinta. Tale preghiera voleva – e vuole – essere il momento preparatorio all’entrata nel mistero: Il Salmo esprime il desiderio e la gioia di salire all’altare, il luogo privilegiato dell’incontro con Dio. L’altare è come una soglia che introduce nel mistero divino, Ora anche noi, con il medesimo spirito e sentimento, ci accingiamo a entrare in questo tratto, centrale e più importante, del percorso intrapreso nei luoghi celebrativi dell’aula ecclesiale. Davanti a esso vogliamo ascoltare – come ci ricorderebbe Romano Guardini – le parole che il «segno» dell’altare ci rivolge e vedere il mistero di Cristo che esso ci rivela. – [2-continua]