Programma dal 28 giugno al 6 luglio 2025

Letture: Atti degli Apostoli 12,1-11 / Salmo 33 / 2 Timoteo, 4,6-8.17-18

Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 28 18.30 Secondo le intenzioni di Maria Tersa Dovadola (vivente)
Domenica 29 10.30

18.30

+ Montesi Natale

deff. famiglie Ravaglia e Sisti

40° di Matrimonio di: Marconi Angelo

Barcellona Emanuela

Per una persona vivente

Lunedì 30
Martedì 01
Mercoledì 02
Giovedì 03 18.30 + Ghiselli Paola
Venerdì 04 8.00 + Ruffini Armanda, Dovadola Ivano, Monica e Silverio e secondo le intenzioni di Maria Teresa
Sabato 05 18.30 + Rizzi Luigi (detto Carlo)
Domenica 06 10.30 + Alma, Alfonso, Maria e Peppino

Orario Confessioni Venerdì ore 10.0011.00 (don Pietro)

Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni [escluso venerdì] ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Anno : C

Giugno – Luglio 2025

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 29

Ss. Pietro e Paolo Apostoli

Giornata per la Carità del Papa

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo).

Giovedì 03

S. Tommaso Ap.

S. Messa ad orario feriale
Venerdì 04 Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario.

Sabato 05 Primo sabato del mese

Ore 7.30 (S. Paolo) : Partenza in processione verso il Santuario della B.V. della Consolazione recitando il S. Rosario.

Ore 8.00 (Santuario) : Celebrazione della S. Messa

Domenica 06

XIV del T. Ord.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)

1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.

2-Da lunedì 9 giugno è iniziata all’oratorio l’estate ragazzi che si prolunga per 5 settimane, come preannunciato. Si accettano le adesioni.

3- Continua all’oratorio la preparazione dei tortellini per la prossima Festa della Ripresa secondo il programma predefinito:

Lunedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 20.30 alle ore 22.30.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 8,18-22 Mt 8,23-27 Mt 8,28-34 Gv 20,24-29 Mt 9,9-13 Mt 9,14-17

Vivere il mistero – Sant’Agostino, commentando la solennità dei santi Pietro e Paolo, osservava che un solo giorno è consacrato alla memoria di questi due apostoli di Cristo. Un solo giorno come anch’essi erano una sola cosa nella confessione della fede fino al martirio. L’episodio di Cesarea (cf Mt 16,13-19) rappresenta una grande svolta all’interno della narrazione di Matteo. Gesù pone la domanda decisiva ai suoi discepoli riguardo la sua identità; Pietro, a nome del gruppo apostolico, confessa apertamente la messianicità del Maestro. A questa confessio, Gesù risponde definendo il ruolo di Pietro e lo fa attraverso tre immagini: la roccia, le chiavi e il «legare-sciogliere». Pietro è chiamato da Gesù «roccia». Cosa significa? La «pietra/roccia» è un attributo divino (cf Dt 32,4). La fede in Gesù come Messia dona perciò a Pietro una prerogativa di Dio. Attorno a lui si costituisce così la domus Dei la Chiesa, l’unità dei credenti. L’immagine delle chiavi rimanda invece all’autorità di Pietro, che deriva da Cristo, pietra angolare. La terza immagine, infine, («legare-sciogliere») evidenzia che a Pietro è conferita l’autorità di dire ciò che è conforme o meno al Vangelo, di dichiarare chi appartiene o meno al Regno di Dio. Queste prerogative sono le stesse del Messia; questo significa che l’autorità di Pietro è vicaria. Vero e unico Signore della Chiesa è Gesù Cristo. […] Delle tredici lettere attribuite a Paolo solo sette sono riconosciute sue (1 Ts, Gal, Rm, 1-2 Cor, Fil, Fm). Le altre risentono della sua predicazione, ma sono state redatte da discepoli. Emerge un dato singolare: il termine Chrirtos ricorre quattrocento volte nel corpus paolino, su cinquecentotrentacinque in cui ricorre in tutto il Nuovo Testamento. Questo fa emergere un dato: la centralità di Cristo nella vita e nella predicazione di Paolo. Tutto ciò è cosi vero che potremmo sintetizzare la sua esperienza in una sua celebre frase: «Per me il vivere è Cristo» (Fil 1,21). Ma cosa ci dice Paolo di Cristo? Scrivendo agli Efesini, egli afferma che il disegno di Dio ha come fine la ricapitolazione di ogni cosa in Gesù Cristo (cf Ef 1,10). Il verbo «ricapitolare» ha due significati: «riassumere» e «mettere tutto sotto un’unica sovranità». Ln questo orizzonte la storia non è più un insensato susseguirsi di fatti o eventi, ma comincia ad essere leggibile. Gesù, che tutto ricapitola in sé, diviene così la chiave ermeneutica della storia umana. In Gal 3,28, Paolo fa un’altra grande affermazione, quando dice che tutti noi siamo «una sola persona» in Gesù Cristo. Tutti noi, nella fede, siamo strettamente congiunti a Cristo, al punto che nulla e nessuno potrà mai separarci da lui. Cristo è la solidarietà vivente, in cui tutto converge. Infine, nell’inno che troviamo in Col 1,15ss leggiamo: «Egli(Cristo)è immagine del Dio invisibile». Gesù Cristo è l’immagine di Dio, cioè la Sua icona (eikòn). Per la Scrittura il termine eikon non è una pallida immagine, ma la realtà stessa. Per Paolo, Gesù è quanto di più vero noi possiamo sapere, vedere e conoscere di Dio. La figura di Paolo è stata fondamentale per la Chiesa. Pensiamo solo alla riflessione cristologica, di cui fu grande maestro. Giovanni Crisostomo affermava di lui: «Come la fiamma, che si abbatte tra le canne e il fieno, trasforma nella propria natura ciò che arde, cosi Paolo tutto invade e tutto trasporta alla verità, torrente che tutto raggiunge, superando ogni ostacolo». La tradizione vuole che Pietro e Paolo siano morti a Roma sotto la persecuzione di Nerone: Pietro, condannato al supplizio della croce, ottenne di essere crocifisso con la testa in giù, come segno di umiltà; Paolo invece fu decapitato. Con il martirio sigillarono la loro opera evangelizzatrice. La loro testimonianza è ancora viva tra noi. (padre Sandro Carotta)

Spazi per la liturgia- Dentro il Mistero [continuazione] (di Jesus Castellano Rivera)

Ricordiamo Cirillo di Gerusalemme, Ambrogio, Agostino, Teodoro di Mopsuestia, Giovanni Crisostomo, essi hanno speso molte energie per spiegare ai fedeli prima, durante e dopo le celebrazioni, il senso delle parole e dei riti, specialmente quelli dell’iniziazione cristiana. Cirillo di Gerusalemme ha usato nelle catechesi mistagogiche la metodologia della catechesi a posteriori, come evocazione dell’esperienza dei sacramenti celebrati nella veglia pasquale, per invitare i neofiti a far memoria di quanto hanno visto e sperimentato, ed appropriarsi dell’esperienza della grazia, pienamente compresa, dopo essere stata vissuta. In questo metodo, che lascia al momento celebrativo tutta la capacità di stupire il neofita man mano che viene introdotto nella memoria della celebrazione, si sottolinea che non si tratta soltanto di una catechesi dottrinale per capire quanto sta per realizzarsi; è piuttosto un invito alla «conoscenza globale» del mistero ricevuto, all’esperienza viva già fatta. In essa il linguaggio è vivo, biblico, ma anche esistenziale, come quando si fa riferimento a simboli pregnanti di significato, come l’allusione alla vasca battesimale quale «sepolcro e seno materno». Questo linguaggio tende a coinvolgere tutta la profondità della «psiche» umana. Normalmente però, la catechesi mistagogica precede la celebrazione dei misteri o è continuamente richiamata, per far memoria di quanto si presuppone che sia conosciuto ma va continuamente ricordato. ln questo senso tutti abbiamo bisogno di essere continuamente istruiti nei santi misteri della liturgia. Ma siamo pure convinti che senza una continua, sistematica e profonda catechesi biblica, simbolica, esistenziale, la liturgia non è ancora coinvolgente. In secondo luogo vi è la celebrazione stessa, che è propriamente mistagogia o «esperienza dei misteri», alla quale si accede mediante una viva partecipazione teologale, personale e comunitaria, cioè un’apertura al mistero del Dio trino, Padre, Figlio, Spirito Santo, protagonisti assoluti del mistero. Una partecipazione che esige fede, speranza, amore. (6– continua)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

Lascia un commento