Programma dal 5 al 13 luglio 2025

Letture: Isaia 66,10-14c / Salmo 65 / Galati, 6,14-18

Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

Acclamate Dio, voi tutti della terra.

 

Dal Vangelo secondo Luca (10,1-12.17-20)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.

Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 05 18.30 + Rizzi Luigi (detto Carlo))

Per una famiglia (vivente)

Domenica 06 10.30 + Elmore, Rita e Stefano
Lunedì 07 18.30 + Pasquale Giustino
Martedì 08
Mercoledì 09
Giovedì 10 18.30 + Vincenzo
Venerdì 11 8.00 + Santese Otello (10° anniv.) e Frascerra Anna
Sabato 12 18.30 + Toffanello Maria
Domenica 13 10.30 + Alfonso, Alma, Maria e Peppino

Orario Confessioni Venerdì ore 10.0011.00 (don Pietro)

Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni [escluso venerdì] ore 17.55 S. Rosario

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Anno : C

Luglio 2025

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 06

XIV del T. Ord

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo).
Lunedì 07 Ore 20.30 (Frascata – Villa Manzoni) : S. Messa celebrata dal vescovo mons. Giovanni Mosciatti nell’80° anniversario dell’uccisione della contessa Manzoni e dei suoi figli
Venerdì 11

S. Benedetto

S. Messa ad orario feriale

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario.

Domenica 13

XV del T. Ord.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (S. Paolo)

1- In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di mola.

2-Da lunedì 9 giugno è iniziata all’oratorio l’estate ragazzi che si prolunga per 5 settimane, come preannunciato. Si accettano le adesioni.

3- Continua all’oratorio la preparazione dei tortellini per la prossima Festa della Ripresa secondo il programma predefinito:

Lunedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 20.30 alle ore 22.30.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 9,18-26 Mt 9,32-38 Mt 10,1-7 Mt 10,7-15 Mt 19,27-29 Mt 10,24-33

Vivere il mistero – I discepoli di Gesù, mandati in missione, ritornano «pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Si tratta di una gioia per la liberazione definitiva. Non è la liberazione dalla schiavitù babilonese – come ai tempi del Deutero-Isaia -, ma la liberazione dal maligno e dal male («Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore»). La gioia, poi, si fonda sul fatto che questi discepoli, portatori della pace che viene da Dio, hanno i loro nomi scritti nei cieli. Come loro anche i cristiani di oggi che portano lo shalom dentro e attorno a sé, hanno i loro nomi scritti nei cieli (= sono salvi per sempre). Gesù, dunque, inviava i suoi discepoli in brevi missioni nei territori circostanti della Galilea. Alcuni ritorni non erano molto entusiasti. Non tutto riusciva bene, come viene narrato nell’episodio dell’epilettico indemoniato in Mc 9,14-29: i discepoli non erano riusciti a cacciare il demonio che si era impossessato del giovane. E il morale degli inviati non era senz’altro gioioso: basti ricordare la situazione che può aver originato la parabola del buon seminatore a livello del Gesù storico. Altri ritorni, invece, erano ricchi di entusiasmo, come quello narrato dal Vangelo odierno. I discepoli avevano visto come la loro opera di predicazione e di esorcismo avesse avuto successo. Erano pieni di gioia. Essi avevano annunciato lo shalom del Signore e ne avevano dimostrato la potenza e l’efficacia, guarendo i malati e liberando gli ossessi dal maligno. Gesù accoglie la gioia dei suoi discepoli e la vuole rendere completa, annunciando che i loro nomi sono scritti nei cieli. 0gni cristiano è chiamato a portare in sé e attorno a sé lo shalom di Gesù, l’invito a realizzare se stessi secondo il pensiero di Dio e non secondo ciò che pensano gli uomini. Questo progetto che rende la persona congrua con sé, con la propria fede e con i suoi valori, non è un progetto egoistico: il cristiano, infatti, assume la sensibilità e l’attenzione necessarie per aiutare anche il prossimo ad attuare la realizzazione di sé. Come i primi discepoli di Gesù, anche i cristiani di oggi, che portano lo shalom di Gesù dentro e attorno a sé, hanno i loro nomi scritti in cielo. Sono, cioè, salvi. […] Il testo di Lc 10,1-12.17-20 si può suddividere in tre unità: la designazione dei settantadue (10,1); il discorso di missione e le raccomandazioni (10,2-12); il ritorno gioioso dei settantadue (10,17-20). Quanti erano esattamente i discepoli designati da Gesù, 70 o forse 72? La tradizione manoscritta riporta ora una cifra ora l’altra ed è difficilissimo poter decidere. Può darsi che la Chiesa nascente abbia visto in questa missione l’invio dei discepoli a tutti i popoli della terra che, secondo la tradizione manoscritta di Gen 10, potrebbero essere o 70 o 72. L’incertezza testuale del testo della Genesi è passata alla tradizione del testo del Vangelo di Luca. Proprio questo caso di critica testuale ha permesso agli studiosi di affermare che questo invio di apostoli da parte di Gesù rispecchia l’apertura del Maestro a tutte le genti (fino a Lc 10 la missione dei Dodici era chiusa all’interno dei confini del popolo di Dio). La missione dei discepoli parte dalla preghiera («pregate dunque il padrone della messe...»). La missione di Gesù è prima di ogni altra cosa un atto di fede e non il progetto di un’azienda dove anzitutto contano tattiche e strategie. La missione si concretizza in un percorso: «Andate...». Si tratta di un percorso dove Gesù invia i suoi in mezzo a tutti i popoli allo stesso modo con cui Yhwh aveva disperso Israele, l’agnello, in mezzo agli altri popoli, i lupi. L’inviato imparerà la povertà (niente borsa, bisaccia, ecc.) perché il Regno va proposto e non imposto. Come risposta ci può, dunque, essere l’indifferenza e il rifiuto. L’inviato esperimenterà la libertà: la legge di purità prescriveva alcuni cibi e proibiva altri («mangiate ciò che viene posto innanzi»). Egli imparerà la totale dedizione alla missione che non permette nessuna distrazione («non salutate nessuno lungo la strada…»). Il ritorno degli inviati è contrassegnato dalla gioia. Satana è vinto. L’inviato non deve gioire solo per la «vittoria» contro il male, ma deve gioire soprattutto perché ogni inviato sa che fin da ora il proprio nome, è scritto nei cieli. (don Renato De Zan)

Spazi per la liturgia- Dentro il Mistero [continuazione] (di Jesus Castellano Rivera)

Per salvaguardare il senso teologico e misterico di tale celebrazione nella quale il primato appartiene a Dio che ci introduce nei suoi misteri, sarà utile riportare la descrizione che ne offre T. Federici della mistagogia liturgica: «La mistagogia è l’operazione della divina grazia gratuita trasformante attraverso la quale il Padre mediante Cristo Signore nello Spirito Santo ‘cura’ i suoi figli diletti nella sua Chiesa, la Una Santa, la Sposa del Signore, la Madre dei viventi, e servendosi di essa, per condurre lungo un esodo doloroso ma decisivo ed in crescendo alla Pienezza nuziale della Vita divina». Emergono qui i tratti fondamentali dell’esperienza liturgica nel senso trinitario, ecclesiale, antropologico; si staglia la dimensione sacramentale, storica ed escatologica. Si sottolinea l’iniziativa e la gratuità del dono da parte di Dio. (7– continua)

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

Lascia un commento