Programma dal 28 novembre al 6 dicembre 2020

Letture: Isaia 63,16b-17.19b ; 64,2-7 / dal Salmo 79 / 1Corinzi 1,3-9

Signore, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Dal Vangelo secondo Marco (13,33-37)

29 novembre In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.

Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.

Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Parola del Signore

VITA ECCLESIALE

Sabato 28 18.00 + Lucia e Antonio Marabini
Domenica 29 10.30

18.00

+ Montesi Natale

+ Millotta Maria

+ Liverani Paolo (anniv.)

+ Franchini Guerrina e Carlina Cinda

Lunedì 30 18.00 + Renzo e Cesarina Venturini
Martedì 01
Mercoledì 02 18.00 + Vito e Giulia

+ Preda Maria Teresa

Giovedì 03
Venerdì 04 8.00 + Ruffini Armanda
Sabato 05
Domenica 06

Orario Confessioni Concordare con don Pietro eventuali esigenze

(muniti di mascherina rispettando rigorosamente le distanze come predisposto)

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.00

Festivo : ore 10.30, 18.00

Tutti i giorni ore 17.25 S. Rosario (16.55 nei giorni della Novena)

Venerdì ore 17.30 S. Rosario e Adorazione eucaristica

N.B. Tutte le celebrazioni sono aperte a tutti i fedeli e si possono seguire anche nel sito internet della parrocchia

Il catechismo in parrocchia è ripartito a novembre secondo un calendario specifico per fasce e per gruppi


Vivere il Mistero- Il tema della liturgia odierna è l’universalità della salvezza. Il brano evangelico pone davanti due diversi mondi culturali e religiosi. Abbiamo una donna, greca di lingua, sirofenicia di origine, e discendente di quelle popolazioni che abitavano Canaan da tempi immemorabili. C’è poi Gesù, che lungo le vie della Giudea e della Galilea predica l’avvento del Regno di Dio. Ma se andiamo più vicino ai due principali protagonisti scorgiamo altri elementi interessanti. La donna è anzitutto una madre affranta, la sua bambina infatti è seriamente malata. Quando una madre soffre per la sua creatura è disposta a tutto, non importa se Gesù è uno straniero, e per di più di religione ebraica: ella tenta l’ultima carta pur di salvare sua figlia. Non è una donna sprovveduta, però, se chiama Gesù con il titolo di Figlio di Davide, e si rivela, nell’intreccio narrativo, risoluta e coraggiosa. Inoltre, non teme il silenzio del Maestro, anzi lo sostiene convinta che dietro apparenze così dure ci sia una pietas che atteggiamenti e parole sembrano negare. Ma, fatto veramente incredibile, questa donna pagana ha qualcosa da insegnare a Gesù: l’universalità della sua missione. Sì, questa donna aiuta Gesù, dolcemente e fermamente, a non chiudersi dietro barriere etniche o teologiche in quanto è venuto per tutti, nessuno escluso, anche per i cagnolini (animali impuri). La cananea non pretende nulla, niente più che le briciole. Ma sapendo che queste le appartengono, le pretende, e con risolutezza. Gesù è ammirato e afferma che la sua fede è grande, a differenza di quella dei discepoli, che è poca. È grazie a questa fede che molti verranno da Oriente e Occidente e siederanno alla mensa di Dio per mangiare il pane del Regno (cf Mt 8Jl; Lc lal5). ln quel medesimo istante avviene il miracolo, la figlia ritrova la salute. La fede nutre, dà accesso al pane dei figli sia per l’antico popolo sia per i pagani. Questo aspetto è importantissimo, se pensiamo che Matteo scrive per una Chiesa giudeo-cristiana che faticava ad ammettere tra le sue fila i pagani convertiti. È la fede in Gesù Cristo la sola richiesta lecita e doverosa e non tanto l’osservanza della Legge mosaica. Ma non è tutto’ Nel nostro episodio emerge anche una lezione missionaria: certamente Gesù è il Messia di Israele, tuttavia egli è stato aperto a quanti hanno creduto in lui. Può forse, allora, la Chiesa chiudere le proprie porte a quanti desiderano convertirsi al Vangelo? Può forse la Chiesa impedire o porre limiti all’irradiamento del Regno? Sarebbe un controsenso e un venir meno alla sua identità e vocazione. Con questo episodio Matteo mette anche in evidenza una considerazione più volte espressa lungo la sua narrazione: spesso si trova più fede tra coloro che sembrano pagani che all’interno della stessa comunità credente. I Magi, ad esempio, sono venuti da lontano per adorare il nato re di Israele (cf Mt 2), un centurione pagano (cf Mt 8,10) e persino i niniviti si sono rivelati più disponibili di «questa generazione», afferma Gesù (cf 12,39ss). La Chiesa deve, perciò, vigilare contro l’auto-sicurezza religiosa e verificarsi al suo interno prima di portarsi sulle strade dell’annuncio. Il vero annuncio scaturisce dalla testimonianza. Abbiamo visto come l’audacia della cananea sia stata lodata da Gesù; in quel dialogo serrato, egli ha rivisto la sua posizione teologica: la sua missione non è rivolta solo alla casa di Israele, ma al mondo intero. Gesù è davvero un rabbi singolare; non solo perché è aperto verso tutte le categorie sociali, ma anche perché incontra, dialoga e impara persino dalle donne. E questo sorprende quando sappiamo che la donna non aveva nessuna considerazione nella cultura del tempo. Anzi, c’era una corrente rabbinica che sosteneva che era preferibile bruciare la Torà piuttosto che insegnarla ad una donna.

Anno : B

Novembre-Dicembre 2020

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 29

I di Avvento

Giornata nazionale della Colletta alimentare

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata

Lunedì 30 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata
Martedì 01 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata
Mercoledì 02 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata
Giovedì 03 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata

Ore 20.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Venerdì 04 Comunione ai malati del ”Primo venerdì del mese”

Ore 8.45 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata e Adorazione Eucaristica

Sabato 05 Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata
Domenica 06

II di Avvento

S. Messe alle ore 10.30 e 18.00 (NO alle 8.00)

Ore 17.30 (S. Paolo) : Novena dell’Immacolata

1 – La “Giornata nazionale della Colletta Alimentare” avrà luogo :

da sabato 21 novembre a martedì 8 dicembre

con modalità del tutto particolari (causa la attuale situazione) illustrate a parte.

2 – La Novena dell’Immacolata, considerando anche la attuale situazione

di limitata mobilità serale , verrà celebrata a partire dal 29 novembre

tutti i giorni alle ore 17.30.

Nota. Da lunedì 18 maggio sono riprese le celebrazioni con il popolo.

La S. Messa feriale è secondo il solito orario e quella festiva come indicato nel riquadro nella pagina accanto. Dovranno ovviamente essere rispettate tutte le disposizioni di legge (distanziamento, mascherine, ecc..).

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 4,18-22 Lc 10,21-24 Mt 15,29-37 Mt 7,21.24-27 Mt 9,27-31 Mt 9,35-37; 10,1.6-8

Vivere il Mistero- Con questa domenica inizia il tempo di Avvento caratterizzato dall’attesa del Signore. Davanti a sé la comunità cristiana non ha perciò il nulla ma una speranza certa, come direbbe Paolo e un futuro gravido di una promessa: «Si, verrò presto» (Ap 22,20). Ma cosa significa «attendere»? Stando all’etimologia latina (ad-tendere) indica una «tensione verso», «un’attenzione rivolta a», quindi l’attesa non è certo passività, inerzia, chiusura nel presente ma azione dinamica e apertura sul domani di Dio. L’attesa inerisce, però, anche all’umano; l’uomo è attesa. Questo porta l’uomo a riconoscersi e soprattutto ad accogliersi come un incompiuto che tende ad una pienezza. Certo, il compimento richiede pazienza, vera e propria, arte del vivere la frammentazione dell’oggi senza disperare; richiede pure una carità sincera, per sostenere e sopportare se stessi e il prossimo nelle alterne vicende della vita; richiede, non da ultimo, una disciplina del desiderio per non cadere nell’idolatria moderna del tutto e subito. Il brano evangelico che ci presenta la liturgia odierna fa parte di un lungo discorso escatologico di Gesù. L’Evangelista vuole mostrare ai suoi lettori quali ripercussioni ha la vicenda di Cristo sulla loro esistenza e sul loro tempo e ciò che devono attendere e sperare per il futuro. Gesù tiene questo discorso sul monte degli Ulivi. Al riguardo, lo storico Giuseppe Flavio sosteneva che proprio da questo monte il Messia avrebbe inaugurato la liberazione della città santa dal dominio romano. Per Ezechiele, invece, il monte degli Ulivi era il luogo ove Dio si era ritirato dopo aver abbandonato Gerusalemme a causa della sua corruzione. Il brano è pieno di imperativi ma in particolare due si impongono alla nostra attenzione. Uno indica l’atteggiamento di chi è insonne, mentre l’altro lo sforzo di chi tiene ben aperti gli occhi sulla realtà. ln una parola, il Signore esorta a vivere con consapevolezza il presente guardando in faccia la realtà con tutte le sue problematiche, ma anche con tutte le grazie (kairos) che sempre ha in serbo. Questo non solo per vivere da saggi e saggiamente, ma per saper accogliere i segni della sua prossimità. La vigilanza cristiana non aliena, perciò, dalla storia; anzi, la storia è il terreno dell’avvento di Dio che, irrompendo in essa, la feconda e la dilata sull’eternità. Che il discepolo ne ignori tempi e momenti significa che deve vegliare in modo costante, responsabile e allo stesso tempo operativo. Gesù è presentato nel Vangelo come il Veniente. Questo titolo evoca molti testi veterotestamentari che parlano dell’avvento di Dio. Zaccaria, ad esempio, descrive in questo modo la venuta del re messianico: «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re, Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio di asina». Per Abacuc, secondo la versione dei LXX, c’è Uno che il profeta stesso deve attendere. La profezia della venuta del re messianico per Gesù si è compiuta in Giovanni Battista (cf Mt 11,10). Ma è soprattutto il IV Vangelo che ci parla del Cristo come il Veniente. Inizialmente il Battista lo vede venire verso di lui e lo confessa come Agnello di Dio (cf Gv 1,29); a Pasqua la sua venuta è fondazionale (cf Gv 20,19), in quanto pone i fondamenti della Chiesa (Spirito Santo e missione), poi abituale (cf Gv 20,26) e, infine, paradigmatica nell’Eucaristia (cf Gv 21,13). Con la sua venuta, Gesù dona inoltre ad ogni uomo la possibilità di divenire figlio di Dio (cf Gv 1,12). Quando questa umanità sarà compiuta entrerà nella pienezza delta vita divina, ovvero nella nuova creazione (cf Gv 20,17).

Preghiera di Papa Francesco

O Maria,

tu risplendi sempre nel nostro cammino

come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,

che presso la croce

sei stata associata al dolore di Gesù,

mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano,

sai di che cosa abbiamo bisogno

e siamo certi che provvederai

perché, come a Cana di Galilea,

possa tornare la gioia e la festa

dopo questo momento di prova

Aiutaci, Madre del Divino Amore,

a conformarci al volere del Padre

e a fare ciò che ci dirà Gesù,

che ha preso su di sé le nostre sofferenze

e si è caricato dei nostri dolori

per condurci, attraverso la croce,

alla gioia della risurrezione. Amen.

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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