Programma dal 30 settembre all’8 ottobre 2023

Letture: Ezechiele 18,25-28 / Salmo 24 / Filippesi 2,1-11

Ricordati, Signore, della tua misericordia.

Dal Vangelo secondo Matteo (21,28-32)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Parola del Signore.

VITA ECCLESIALE

Sabato 30 18.30 + Francesco Vilardo
Domenica 01 10.30

18.30

+ Mondini Luigi e Alfredo

Per una famiglia e per il defunto Fabio

+ Alberto e Maria Giovanna Marchetti

Lunedì 02 18.30 + Biancoli Vincenzo
Martedì 03 8.00 + Pasquale Soccio
Mercoledì 04 18.30 + Ruffini Armanda, Dovadola Ivano, Monica e Silverio
Giovedì 05
Venerdì 06
Sabato 07 18.30 Secondo le intenzioni di Maria Teresa e vivi e deff. fam. Dovadola e Ruffini

+ Angelo Mazzotti, Sangiorgi Maria Luisa e deff. fam. Mazzotti e Sangiorgi, Capucci Armando

Domenica 08

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario (escluso venerdì)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

LA VITA DELLA COMUNITA’

Anno : A

Ottobre 2023

Domenica 01

XXVI del T. Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 (al Santuario) e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 10.30 (Santuario) : S. Messa (celebrata nel piazzale del Santuario).

Ore 17.30 (Santuario): S. Rosario

Lunedì 02

Ss. Angeli custodi

S. Messa ad orario feriale

Ore 20.30 (Collegiata) : Incontro sul tema “Gli abusi nella Chiesa” con don Gottfried Ugolini e la d.ssa Maria Agnese Cheli.

Mercoledì 04

S. Francesco d’Assisi

S. Messa ad orario feriale

Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”

Venerdì 06 Primo venerdì del mese – Comunione agli impediti

Ore 8.45 – 12.00 (S. Paolo) : Adorazione eucaristica.

Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario

Sabato 07

B. V. Maria del Rosario

Primo sabato del mese

Ore 7.30 (S. Paolo) : Partenza a piedi in pellegrinaggio verso il Santuario e recita del S. Rosario.

Ore 8.00 (Santuario) : Celebrazione della S. Messa.

Domenica 08

XXVII del T.Ordin.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa di inizio anno catechistico

La festa al Santuario della B.V. della Consolazione

Domenica 1 ottobre ore 10.30 : S. Messa nel piazzale del Santuario

ore 17.30 : S. Rosario nel Santuario

Da Lunedì 02 ottobre (per tutto il mese) in S. Paolo

ore 17.50 S. Rosario (celebrato in forma più solenne)

1In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola che rappresentano un modo per sostenere nel bisogno materiale una comunità che instancabilmente prega per tutti noi.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Mt 18,1-5.10 Lc 9,51-56 Mt 11,25-30 Lc 10,1-12 Lc 10,13-16 Lc 1,26-38

Vivere il misteroIl testo biblico e il testo biblico-liturgico di Mt 21,28-52 coincidono, fatto salvo per l’incipit liturgico («In quel tempo Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo») che indica sia il mittente sia il destinatario di quanto viene detto. Questa precisazione liturgica ha una sua importanza perché chiarisce come Gesù si rivolga di proposito a quella categoria di persone, presente in ogni religione, in ogni tempo e in ogni luogo, che ritiene l’obbedienza formale della Legge il vero adempimento della fede, mentre dimentica l’obbedienza a Dio nella storia che presenta sempre nuove e complesse situazioni a cui rispondere. Il testo è composto da una parabola (Mt 21,28-31b) e dalla riflessione sapienziale che ne consegue (Mt 21,31c-32). Sotto il profilo letterario, la parabola è riportata per intero nelle sue parti: la domanda iniziale, il racconto vero o verosimile, la domanda specifica finale, la risposta degli ascoltatori. Il meccanismo è chiaro: gli ascoltatori, rispondendo alla domanda specifica, pongono le basi per una «autocensura» che Gesù esplicita nella riflessione sapienziale. In questo breve brano c’è tutta la saggezza pedagogica di Gesù. L’obiettivo del Maestro è far sì che l’ascoltatore diventi in qualche modo terapeuta di se stesso. L’ascoltatore, infatti, giudicando la situazione della parabola, giudica se stesso. La parabola di Gesù è riassumibile in una battuta molto semplice: la volontà del Padre è compiuta da chi formalmente dice di non farla ma di fatto, poi, la fa, mentre non è adempiuta da chi formalmente dice di farla, ma poi non la compie. La riflessione sapienziale chiarisce in modo preciso le intenzioni del Maestro. Coloro che avevano detto «» a Dio – o presumevano di averlo detto – non hanno accolto il messaggio del Battista e, dunque, non hanno accolto il Messia nella persona di Gesù. Costoro sono «i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo». Coloro che avevano detto «no» (pubblicani e prostitute) a Dio hanno creduto al messaggio di Giovanni e, dunque, erano disposti ad accogliere Gesù come Messia. Il figlio che prima rifiuta, ma poi di fatto adempie la volontà del padre, ha compiuto un cambiamento. Il testo italiano, parlando del figlio che ha adempiuto l’obbedienza al Padre perché ha fatto la sua volontà, dice che si pentì. Il verbo greco corrispondente, metamèlomai, significa «cambiare l’animo e il cuore». L’uso che Matteo fa del verbo indica che la conversione non è solo la conversione morale, ma anche la conversione di fede. Alla fine del versetto Mt21,32 il verbo è associato all’atto del credere, dare fiducia («non vi siete nemmeno pentiti, metemelèthete, così da credergli, tu pistéusetai autò»). (don Renato De Zan)

Spazi per la liturgia- L’Altare (quarta parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

L’altare è forse il luogo celebrativo che più soffre la Babele del linguaggio dei simboli, dove quello che dev’essere un chiaro e immediato «segno cristico» del mistero celebrato è caricato e appesantito da tanti altri oggetti e ornamenti che soffocano la sua stessa voce e rendono le sue «parole» un linguaggio ormai incomprensibile. Lo stesso numero dei Praenotanda del Messale è dedicato interamente all’ornamento della mensa con i fiori, di fatto quello più comune alla tradizione cristiana come pure alla cultura di ogni popolo: coerente comunque al principio annunciato della «moderazione», dispone che «l’ornamento del fiorista sempre misurato e, piuttosto che sopra la mensa dell’altare, si disponga attorno ad esso» (OGMR 305). Ancora una volta la «mensa del Signore» non può trasformarsi in una «mensola», in questo caso, per gli addobbi floreali. Non sempre, poi, una disposizione ricca e abbondante di fiori è la più elegante e opportuna, perché nasconde l’altare e soprattutto non permette a tutti di vedere quanto viene celebrato su di esso. L’altare va inoltre ornato con fiori in modo adatto al tempo liturgico: nel tempo d’Avvento conviene usare una misura conveniente alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore; nel tempo di Quaresima è proibito ornare l’altare con fiori, a cui tuttavia fanno eccezione la domenica Laetare (IV di Quaresima), le solennità e le feste (cf. ibidem). La Nota pastorale della CEI su La progettazione di nuove chiese (1993) ci aiuta, con una splendida sintesi, a concludere queste pagine che hanno provato a «leggere» l’altare come un oggetto, quale luogo celebrativo «centrale» nell’edificio ecclesiale e nella liturgia cristiana, ma soprattutto a «far parlare» questo simbolo, perché abitato da «qualcuno», dalla presenza di Cristo: «L’altare è il punto centrale per tutti i fedeli, è il polo della comunità che celebra. Non è un semplice arredo, ma il segno permanente del Cristo sacerdote e vittima, è mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per i figli nella casa comune, sorgente e segno di unità e carità. Dovrà pertanto essere ben visibile e veramente degno; a partire da esso e attorno ad esso dovranno essere pensati e disposti i diversi spazi significativi» (n. 8). [5 continua]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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