Programma dal 7 al 15 ottobre 2023

Letture: Isaia 5,1-7 / Salmo 79 / Filippesi 4,6-9

La vigna del Signore è la casa d’Israele.

Dal Vangelo secondo Matteo (21,33-43)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:

«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

“La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi”?

Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

Parola del Signore.

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VITA ECCLESIALE

Sabato 07 18.30
  • Secondo le intenzioni di Maria Teresa e vivi e deff. fam. Dovadola e Ruffini
  • + Angelo Mazzotti, Sangiorgi Maria Luisa e deff. fam. Mazzotti e Sangiorgi, Capucci Armando
  • + Giuva Alfonso
  • + Giuseppe, Vittorio, Salvatore, Franco, Lucia, Lidia, Elisabetta e Guido
Domenica 08
Lunedì 09 18.30 + Lea e Anselmo

+ Paola e Angelina

Martedì 10
Mercoledì 11
Giovedì 12
Venerdì 13 8.00 + Giovanna Avveduti
Sabato 14 18.30
  • + Guida, Domenico, Leonina e Rosina
Domenica 15 18.30 Per Clara e Andrea (viventi)

Orario Confessioni Sabato ore 11.0012.00 (don Pietro)

ore 17.1518.15 (don Pietro)

N.B. Concordare con don Pietro eventuali esigenze.

Orario SS. Messe Feriale: Martedì e Venerdì ore 8.00

Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Sabato ore 18.30

Festivo : ore 10.30, 18.30

Tutti i giorni ore 17.55 S. Rosario (escluso venerdì)

Venerdì ore 17.30 Adorazione eucaristica e S. Rosario

Anno : A

Ottobre 2023

LA VITA DELLA COMUNITA’

Domenica 08

XXVII del T. Ord.

Ss. Messe alle ore 10.30 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 10.30 (S. Paolo) : S. Messa di inizio anno catechistico

Mercoledì 11 Ore 20.30 (canonica) : Prove del “Coro S. Paolo”
Giovedì 12 Ore 20.30 (Voltana) : S. Rosario seguito alle ore 21.00 dall’Adorazione eucaristica di vicariato per le vocazioni.
Venerdì 13 Ore 17.30 (S. Paolo) : Adorazione Eucaristica e S. Rosario
Sabato 14 Ore 14.45 – 17.00 : (S. Paolo) : Ritiro con confessione per i ragazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Cresima.
Domenica 15

XXVIII del T.Ord.

Ss. Messe alle ore 10.30, 15.00 e 18.30 (in S. Paolo)

Ore 15.00 (S. Paolo) : S. Messa con conferimento del Sacramento della Cresima per ministero del nostro vescovo mons. Giovanni Mosciatti.

Da Lunedì 02 ottobre (per tutto il mese) in S. Paolo

ore 17.50 S. Rosario (celebrato in forma più solenne)

1In sacrestia sono sempre disponibili le marmellate delle monache clarisse di Imola che rappresentano un modo per sostenere nel bisogno materiale una comunità che instancabilmente prega per tutti noi.

Alla scuola di Gesù :
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
Lc 10,25-37 Lc 10,38-42 Lc 11,1-4 Lc 11,5-13 Lc 11,15-26 Lc 11,27-28

Vivere il misteroQuesta parabola viene pronunciata da Gesù nell’area del tempio il giorno dopo il suo ingresso a Gerusalemme e la cacciata dei mercanti. La parabola odierna è preceduta da quella dei due figli dove il formalmente obbediente non va nella vigna a lavorare al contrario dell’altro che aveva opposto un rifiuto verbale. Gesù sta parlando ai sommi sacerdoti e agli anziani del popolo (cf Mt 21,23). Questa contestualizzazione rende più chiaro ciò che Gesù intende comunicare e a chi, adattando in qualche modo la parabola di Isaia sulla vigna (prima lettura). È evidente il riferimento agli antichi profeti «bastonati, uccisi e lapidati». La loro stessa vita è una profezia della sorte di Gesù: l’erede che viene cacciato fuori della vigna e ucciso, fuori delle mura della città santa. Gesù cerca di fare un estremo tentativo per aprire gli occhi dei suoi interlocutori. Il loro cuore è indurito e reso cieco da una religiosità formale, abitudinaria e ridotta a un mestiere, a uno strumento a servizio del proprio potere a difesa dei propri privilegi. «Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». È l’annuncio di un Israele che apre ai confini del mondo. «Da ultimo mandò loro il proprio figlio». Gesù è l’ultima parola di Dio, la più completa; in lui è sintetizzato tutto ciò che Dio vuole comunicare all’umanità. Il Vangelo non annuncia una morale ma una persona. Non si tratta semplicemente di aderire a una dottrina per quanto saggia e profonda. La fede cristiana non coinvolge solo l’intelletto ma tutto il nostro essere come quando si ama una persona. Quando si ama veramente Gesù non sono necessarie tante norme. È l’amore che suggerisce le parole e le azioni giuste. Quando Gesù racconta le parabole non emette direttamente alcuna sentenza di condanna contro i suoi interlocutori, ma li costringe in qualche modo a tirare essi stessi le conseguenze: «Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». L’annuncio cristiano non è una serie di condanne. È un messaggio esigente che pone ciascuno di noi di fronte alle proprie responsabilità nel fare le scelte di vita, nel verificarne la coerenza o meno con il vangelo. Sia la prima lettura come il brano evangelico evidenziano come la vita del profeta (e ogni cristiano è tale per il battesimo e la cresima ricevuti) sia destinata a incontrare le difficoltà che provengono dalla durezza di cuore e dalla stoltezza degli uomini. Chi segue Cristo deve mettere in conto anche l’eventualità del rifiuto e dell’apparente fallimento. 5an Paolo esorta ad affidare queste angustie a Dio attraverso la preghiera. È il sacrificio che siamo esortati a offrire per conformarci totalmente a Cristo rifiutato ma vincitore. La Chiesa manifesta solennemente la sua fiducia in Dio attraverso la preghiera dei fedeli. Questa preghiera «vuole associare i fedeli alla preghiera di Cristo che sempre intercede per noi. Cosi la solidarietà orante si apre a tutti i fratelli facendosi carico dei loro problemi, delle loro angosce, delle loro aspirazioni; e la Messa, ponte fra cielo e terra, diventa il luogo di comunicazione e di incontro con i fratelli lontani in una quotidiana e incessante edificazione dell’unità e della pace» (Orazionale, Premessa CEl,2). (don Silvano Sirboni)

Spazi per la liturgia- L’Altare (quarta parte) [continuazione] (di don D. Ravelli)

Anche a chiesa vuota, senza celebrazione eucaristica, l’altare ci introduce nel mistero divino e all’incontro con lui. Esso sta davanti a noi come epifania e icona permanente di Cristo, che proprio lì si fa presente in modo mirabile e ci raccoglie intorno a sé alla mensa del sacrificio e del convito pasquale. Segno infine che ci ricorda il significato spirituale dell’altare intimo dell’uomo, dove avviene l’incontro personale con Dio e viene offerto il dono a Lui gradito: «La forza più profonda dell’anima – osserva acutamente Guardini – è la sua capacità di offerta. È nell’intimo dell’uomo che hanno sede la calma e la limpidezza donde sale l’offerta a Dio. Appunto di questo nucleo più intimo, calmo e forte, proprio dell’uomo, l’altare di pietra è il segno visibile. Esso sta nella parte più santa della chiesa, elevato da gradini sul resto dello spazio, che pure è distinto esteriormente dalle altre opere dell’uomo, distaccato come il santuario dell’anima. Saldamente eretto sullo zoccolo sicuro, come il volere verace dell’uomo che non ignora Dio ed è deciso ad impegnarsi per Lui. E sullo zoccolo la “mensa”, un luogo ben preparato su cui è presentata l’offerta. Nessuna angolosità, superficie tutta libera. Nessuna penombra né azione nell’oscurità, bensì aperta a tutti gli sguardi. Cosi, come l’offerta ha da aver luogo nel cuore. Tutta dispiegata dinanzi allo sguardo di Dio, senza riserve né secondi fini. Ma l’uno è in intima relazione coll’altro: l’altare esteriore con quello interiore. Quello è il cuore della chiesa; questo la realtà più profonda di un petto umano che palpiti, del tempio interiore, del quale l’esterno colle sue pareti a volte è espressione e similitudine». [6 fine]

angelo

Amministratore del sito web parrocchiale.

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